Nuove emissioni obbligazionarie: promosse o bocciate?


Il mercato è piuttosto debole nell’emissione di nuove obbligazioni. Ciò non impedisce che ve ne siano varie da valutare con attenzione. Interessanti o no? Ecco il responso.

Una Goldman Sachs a tasso misto (fisso + inflazione)

La ricerca di bond indicizzati all’inflazione si concentra ormai sui governativi, poiché il resto degli emittenti non è più interessato a tale specifico settore, ritenuto temibile in termini di costi futuri di funding. Un’eccezione riguarda la nuova obbligazione della banca statunitense Goldman Sachs, proposta su alcune Borse europee e da ieri anche sul Mot, sebbene la data di godimento sia quella del 17/2. La struttura è anomala: valuta Usd - tasso misto (fisso 4,25% per le cedole in pagamento il 17 febbraio 2018 e 2019; in seguito tasso variabile indicizzato alla percentuale annua dell’“Usa non-revised consumer price index – Urban (CPI-U)”, dal 17 febbraio 2020 fino a scadenza. L’indice è quello nazionale dei prezzi al consumo delle aree urbane. La variazione percentuale è relativa al mese di novembre antecedente la data di pagamento di ogni cedola: viene elaborata e pubblicata dall’US Bureau of Labor Statistics) – scadenza 17/2/2025 – Isin XS1505033453 – ammontare 75 milioni di $ - lotto 2.000 Usd. Il titolo è attualmente in collocamento sul Mot e quota a 100, anche perché il mercato è ampiamente nelle mani del collocatore. Quella che va analizzata è la struttura. Per la parte a tasso fisso si ottiene per due anni un 3,145% netto, con l’inevitabile rischio cambio nel caso non si operi con un conto in valuta. Oggi un Treasury a sette anni (l’otto anni non c’è) garantisce l’1,85% netto e il divario è ancora rilevante, sebbene la Fed sia intenzionata ad aumentare i tassi almeno due volte nel 2017. Più incertezze per la parte riferita all’inflazione: puntare ora su quanto accadrà dal 2020 in poi appare quanto meno azzardato. C’è inoltre il fattore del rilevamento riferito al solo mese di novembre, parecchio limitativo. Il titolo quindi può essere interessante in un’ottica di breve periodo, ma solo dopo una stabilizzazione delle quotazioni, cioè finita la fase di collocamento sul Mot. Comunque – date le tante variabili – va esclusa almeno quella del cambio: un conto in $ si impone! PROMOSSA CON MOLTE RISERVE.

Il Nok, ottima occasione, sebbene…

La valuta norvegese sta vivendo una fase di progressivo rafforzamento sull’euro, ma resta pur sempre su valori bassi, dopo il crollo di inizio 2016. Tutto dipende dal petrolio, da cui il Paese nordico estrae buona parte della propria ricchezza. Vale quindi la pena prenderla in considerazione, anche perché è un classico antidoto alle debolezze della divisa europea, data la solidità dei conti pubblici norvegesi. Sul Mot entra in scena una nuova obbligazione in tale moneta, proposta da World Bank (International Bank for Reconstruction and Development): valuta Nok – tasso fisso 1% - scadenza 2/2/2022 – Isin XS1558422371 – ammontare 1 miliardo di Nok – lotto 10.000 Nok. Emessa a 100,1, sta quotando al Mot sui 98,7, con rendimento lordo dell’1,27%, ma su altre Borse europee la si ritrova perfino sotto quota 97. Il migliore yield relativo al Nok, per le obbligazioni quotate sul Mot, si riferisce alla Banca Imi 3,55% scadenza 2019, leggermente superiore – come valore lordo – al 2%. Quindi, considerando il valore post fisco, rende l’1,48%, mentre la World Bank si assesta sull’1,11%. L’opzione migliore? La Bei 1,5% scadenza 26/1/2024 (Isin XS1555330999), che garantisce un 1,7% lordo (1,48% netto) su una scadenza più lunga ma con una “duration” elevata (6,6); tuttavia offre il compromesso migliore da molti punti di vista. BOCCIATA, SALVO CHE SCENDA SOTTO I 95 NOK.

La tedesca in rubli conferma una tradizione

Deutsche Bank è un vecchio emittente in rubli. La sua offerta sul secondario prevede attualmente sette emissioni, fra cui una nuova: valuta Rub – tasso fisso 8,75% - scadenza 14/2/2022 – Isin XS1564447826 – ammontare 750 milioni di Rub – lotto 1 milione di Rub (=16.473 euro). L’emissione è piccola e questo è un limite temibile, ma si tratta certamente di una prima tranche destinata a crescere nel tempo. Tuttavia ha un punto forte interessante. Il rapporto fra rendimento e “duration” è favorevole: circa 2:1. Ciò significa che la sensibilità al variare dei tassi appare adeguata e sul rublo russo il rischio futuro sarà proprio quello di una politica monetaria ballerina. Ecco perché segnaliamo questo bond, per ora quotato solo su alcune piattaforme specialistiche e trattabile quindi esclusivamente sull’“Otc”. Deutsche Bank attraversa una fase complessa, ma l’emissione – quando assumerà dimensioni ben maggiori – potrebbe diventare un ottimo strumento per investire sul rublo. DA SEGUIRE.

L’alternativa sta nella nuova World Bank, pure in rubli

Volatile quanto non mai in questi giorni, il rublo ha rotto quota 60 contro euro per poi arretrare e trovare nei 62 un supporto di breve periodo. Resta comunque una valuta interessante in prospettiva futura e quindi merita attenzione una seconda emissione espressa in tale moneta esordiente sul Mot e riferita a World Bank (International Bank for Reconstruction and Development): valuta Rub – tasso fisso 7,25% - scadenza 23/11/2020 – Isin XS1523974027 – ammontare 4,25 miliardi di Rub – lotto 100.000 Rub (=1,647 euro). Finalmente il parterre delle obbligazioni in rubli presenti sul Mot si arricchisce con emittenti sovranazionali. Ora sono quattro, di cui tre a tasso fisso e una zero coupon. Inoltre questa World Bank, così come la cugina IFC 6,75% allungano il quadro delle scadenze e arrivano al 2020, con l’aggiunta dello zero coupon Ebrd 2026. Il titolo è subito balzato sopra i 102 Rub, con scambi lentamente in crescita. Sull’“Otc” c’è di meglio, ma per chi non può accedere a questo mercato la sentenza è una sola: PROMOSSA (meglio però se sotto i 102).

Per ora è senza scambi la zero coupon in Try, che meriterebbe più attenzione

Un deserto! Appena inserita sul Mot, ha avuto difficoltà a partire una zero coupon di Bei in lire turche, sull’onda di una prassi che vuole questi bond preferiti quasi solo dagli istituzionali. E’ un errore, poiché con un investimento base equivalente a circa 100 euro si può costruire una posizione dal rapporto investimento/potenziale performance adatto a chi ha un piccolo patrimonio. Noi la segnaliamo quindi, in attesa che il mercato si convinca della convenienza di tale tipologia obbligazionaria: valuta Try – zero coupon – scadenza 16/2/2027 – Isin XS1566126345 – ammontare 300 milioni di Try – lotto 1.000 Try (=260 euro). Il prezzo di riferimento è sui 39,5. PROMOSSA.

► Volete un tasso variabile? BNL lo propone fino al 2020, ma!

L’interesse c’è in previsione di un possibile rialzo dei tassi anche in area euro, ma attenzione all'indicizzazione Euribor a tre mesi, che oggi si attesta sul -0,33%. Considerando quindi che gli “spread” medi si aggirano dallo 0,50 all’1% e che al tutto occorre aggiungere la tassazione, il risultato finale diventa quasi sempre risibile. Ciò non esclude che una piccola percentuale di “t.v.” debba essere presente in qualsiasi portafoglio. Merita allora attenzione una nuova emissione di BNL, di cui fra l’altro non è prevista la quotazione? Eccone la struttura: valuta Eur – tasso variabile Euribor 3 mesi + 0,60% (su base trimestrale, con date di pagamento nell’ultimo giorno dei mesi di maggio, agosto, novembre e febbraio da maggio 2017) - scadenza 28/2/2020 – Isin IT0005240582 – ammontare 10 milioni di Eur (ma ne è previsto un incremento, anche perché si aggiunge a una serie di emissioni simili, prassi molto diffusa da parte delle banche) – lotto 1.000 euro. La risposta alla precedente domanda: lasciatela a BNL, non fosse altro per l’importo risicato! BOCCIATA.

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