Pronosticare Wall Street. Guru? Bocciati! Social? Promossi con un 6+


Di gran lunga le previsioni di Borsa sono errate in base a una verifica di quanto asseriscono gli strategist d’oltre Oceano. Meglio invece il sentiment dei trader.

Cedole & dividendi

Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili solo agli abbonati.

Non è un gioco ma il risultato di attente ricerche. Pronosticare Wall Street è l’esercizio cui si dedicano operatori professionali, analisti, giornalisti e singoli investitori/trader. Ci riescono? Mica tanto.

Solo il 6% di chi si esercita in tali previsioni porta a casa risultati che poi si dimostrano attendibili, con un’esattezza comunque non al 100% ma dal 70 all’80%. Sono soprattutto nomi sconosciuti, per la quasi totalità uomini (si sa che a Wall Street le quote rosa risultano marginali) e appartenenti a piccole società. I leader sbagliano e spesso alla grossa. Ecco perché bisogna diffidare dei titoloni dei media, riportanti giudizi talvolta catastrofici e talora iper ottimistici.

Pronosticare Wall Street è quindi difficilissimo, anche perché ben il 67,5% di chi l’azzecca lo fa su ipotesi a un mese, il 14% da uno a tre mesi, il 4,5% da tre a nove mesi e il 14% da nove mesi a tre anni. Il 14% del 6%! Cioè un’inezia. E proprio i grandi guru, quelli con paginate sui giornali e apparizioni sulle tv finanziarie o generaliste, sono i peggiori. Le ragioni del tutto appaiono complesse e inutili da approfondire.

Il migliore nell’esercizio di pronosticare Wall Street risulta John Buckingham, redattore di una lettera finanziaria, The Prudent Speculator’s, con sede in Texas, ad Austin, cioè lontano dai palazzi del potere. Un abbonamento per due anni costa 495 $. Si autocelebra così, secondo un giudizio di Barron’s: "It pays to have nerves of steel. That’s the most important lesson to emerge from The Prudent Speculator’s position as one of this country’s most successful investment newsletters of the past four decades.”

Male si collocano un’analista donna specializzata in previsioni “astrologico finanziarie”, alcuni “strategist” di grandi fondi, il super enfatizzato Marc Faber attivo dalla sua sede di Hong Kong, e – dispiace per gli amici che ci credono – uno degli specialisti della teoria delle Onde di Elliott, ultimo in classifica.

Se i guru falliscono che ne è dell’altra strada sempre più percorsa nel pronosticare Wall Street, quella dell’analisi dei sentiment espressi da piccoli e medi investitori/trader sui “forum”?  Sostanzialmente il giudizio è più positivo, soprattutto in termini di reattività. Qui bisogna seguire razionalità e irrazionalità di chi scrive, mentre le indicazioni riferite a singoli titoli sono poco attendibili. E’ il rumore di fondo che serve, grazie alla velocità di propagazione. MarketPsych, che analizza sentimenti ed emozioni dei mercati, viene ormai usato anche dai gestori professionali. E’ uno strumento di verifica psicologica, affidabile ma pur sempre limitato nella sua rilevanza sulle scelte finali. Per ora la votazione che merita un simile tipo di operatività si limita a un modesto 6+, una promozione ma tutta da appurare nel lungo termine.

La relativa novità di questa forma di informazione ha portato alla creazione di un Etf (Buzz US Sentiment Leaders Etf - Isin US00162Q4947), che punta sulle azioni più citate nei social media, prodotto dalle commissioni di entrata piuttosto elevate (0,75%) e decisamente di nicchia. Un algoritmo sceglie le “shares” più commentate fra una selezione di titoli con capitalizzazione di almeno 5 miliardi di $.

Fatte tali premesse, ecco che le smentiamo di colpo, riportando alcune valutazioni di case d’affari su cosa potrebbe fare Wall Street nel corso dell’estate. Serviranno o non serviranno? Impossibile dirlo ma leggerle non fa certo male.

Per Bank of America Merrill Lynch un calo del 20% è probabile appena la stagione delle trimestrali comincerà a non convincere più. E’ possibile che si torni ai valori pre elezione Trump, anche perché le sue promesse stanno dimostrandosi appunto delle promesse.

Per Deutsche Bank è probabile un ribasso del 5%, poiché il trend degli ultimi mesi diventa vulnerabile di fronte all’affaticamento estivo.

Alcuni strategist indipendenti vedono un’estate bollente per le Borse, preferendo i mercati emergenti, dalle potenzialità ancora parzialmente inespresse.

Morgan Stanley è la più pessimista: in un “bear case” l’S&P 500 tornerebbe a 2100 punti contro i 2.434 di venerdì.

Potremmo precedere con altri report, ma non lo facciamo. Ormai siamo vicini all’avvio delle battaglie di luglio e agosto. Come giudicare queste previsioni? Fra 90 giorni tireremo le somme. Comunque pronosticare Wall Street, al contrario di quanto dicevamo all’inizio, sembra quasi un gioco.

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