Front Line: Buy di medio periodo anche sul FtseMib!


Come da previsione i mercati azionari stanno vivendo un periodo di risk on e se tutto va come credo e spero, potremmo avere un ottimo fine anno.
La novità di questi giorni è che il nostro amato ed odiato FtseMib mi sta dando un importante segnale positivo sul chart a compressione weekly e se le cose non cambieranno nei prossimi giorni, potremmo sussurrare un buy di medio periodo in corso con prima conferma al di sopra di quota 16.000 (in chiusura settimanale).
Tuttavia l'attenzione di oggi non la vorrei catalizzare sui grafici bensì su un meeting passato dai più inosservato.
Mi sto riferendo al World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale della settimana scorsa.
Nel corso dell'incontro del FMI molte cose interessanti sono state dette e scritte (fra l'altro si sono fatti i complimenti all'Italia per le riforme che hanno dato luogo al nuovo sistema pensionistico), ma forse l'argomento più importante per i paesi periferici europei è stato uno solo: il moltiplicatore fiscale.

L'FMI, infatti, ha riconosciuto il madornale errore di sottostima dei moltiplicatori fiscali e questa è una novità non di poco conto. Sembra un argomento difficile ma non lo è, mi spiego e riassumo il tutto.
L'attuale crisi economica arriva da lontano, ma semplificando possiamo dire che da un eccesso di debito privato si è passato ad un eccesso di debito pubblico e per uscire da quest'ultimo eccesso si è ben pensato di tagliare tutto il tagliabile alla voce spesa pubblica. Nei momenti di crisi degli stati si cerca cioè di diminuire i deficit pubblici diciamo di 100. Questo 100, diceva fino a ieri il FMI, avrebbe avuto un moltiplicatore fiscale di 50, cioè a fronte di un decremento del deficit di 100 si avrebbe avuto un Pil in riduzione del 50.
Dalla settimana scorsa il FMI ha fatto "mea culpa" ed ha scoperto che il moltiplicatore fiscale non è quello che si credeva bensì un numero che varia fra un ben più alto 0,9 fino ad un incredibile 1,7.
Tutto questo cosa vuole dire? Semplice, che l'idea di uscire dalla crisi solo ed unicamente con l'austerità (ciò che vorrebbe il tedesco medio) non può avvenire poiché se riduco il deficit di 100, il Pil cala di 107 e questo significa creare un circolo vizioso dal quale sarebbe impossibile uscire.
Con ciò non voglio asserire che paesi "del terzo mondo" come il nostro non debbano ottimizzare le finanze pubbliche, anzi, ma è finalmente chiaro anche ai super professori dell'FMI che la solo austerità non può essere la ricetta vincente.
Meglio tardi che mai

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