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amarcord: le azioni bancarie non quotate ufficialmente


Tra il 1997 ed il 2007 i nostri investimenti spaziavano largamente sulle azioni bancarie non quotate. Mentre i gestori comperavano le Unicredit a prezzi dieci volte superiori alle attuali quotazioni noi puntavamo su Veneto Banca & C.

Nel 2007 abbiamo chiuso  totalmente questo settore del mercato finanziario. Le banche quotate ufficialmente cominciavano a scricchiolare. Quelle  non quotate ufficialmente avevano dato enormi soddisfazioni a cominciare da quella Veneto Banca sulla quale avevamo duramente puntato fin da quando si chiamava Popolare di Asolo e Montebelluna.

Non rimpiangiamo la scelta di abbandonare il comparto. le azioni si erano piu' che raddoppiate in  un pochi anni,offrendo anche sottoscrizioni di convertibili. E il rapporto C/MP che ci aveva spinto all'acquisto anni fa ( le  banche quotate allora  valevano 3 volte i mezzi propri,le non quotate  tra 0,8 e 1)si era quasi pareggiato.Per coerenza abbiamo venduto."Vendi e pentiti"…

Ma molte banche non quotate  hanno continuato a svilupparsi.

Prendiamo  quella che era la nostra favorita azione da un decennio: VenetoBanca. Quota oggi  piu' che nel 2007,la raccolta nel semestre e' a + 7,9%,impieghi a +  3,7%,margine di intermediazione +11,5%,utile netto da 41,8 a 131,5 ( + 214%) grazie anche ad effetti fiscali

 

La banca ha successivamente informato i soci che possono affrancare il valore di carico dei titoli,periziato a 40,25 euro.Si paga una aliquota del 2%(0,85 euro per azione) evitando magari capital gain piu' pesanti per chi si trovasse in tale situazione.

 

In pratica siamo contenti di avere puntato sui responsabili di questo istituto che da  dodici anni hanno ottenuto ottimi risultati,anche se ppoi per coerenza abbiamo abbandonato il settore.

Due sole cose  non ci sono comprensibili sulle controllate: perché mantenere quotata una controllata piccolissima (proprio loro che hanno subito cancellato l'Intra e non vogliono essere quotati ufficialmente con la capogruppo Veneto Banca)e perché non modificare il prezzo di conversione delle BIM CV 1,5% sulle quali abbiamo scritto una marea di articoli,riportati anche dal Corriere della Sera e per le quali avevamo frequentato a suo tempo l'assemblea della BIM proponendo l'operazione,vantaggioosa in primis per la banca e poi anche per i soci..Nel primo caso si azzererebbero le spese derivanti da una quotazione con capitalizzazione omeopatica (42 milioni),nel secondo sarebbe nello stesso interesse dei soci di maggioranza che,grazie all'abbassamento del prezzo di conversione, venissero sottoscritte le azioni.  Con l'azione BIM  a 3,25 euro nessuno sottoscrive le azioni tramite  la CV a 7,5 euro(ovvio!!!),ma se abbassassero il prezzo sotto il livello di borsa il successo potrebbe arridere.

 

 

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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