AlphaPlus: La crescita dei robot milionari


Stando ad un sondaggio da poco pubblicato sulla rivista Insitutional Investor’s Alpha, i 25 hedge fund managers meglio pagati, hanno messo in tasca circa $13 miliardi nel 2015, una somma che eccede il prodotto interno lordo di diverse nazioni.

Quello che è interessante è che questi enormi compensi arrivano in un anno in cui molti investitori sono ‘scappati’ dai fondi a causa delle scarse performance complessive; sembra inoltre che i grandi vincitori siano perlopiù coloro che si sono affidati ad algoritmi e strategie quantitative per gestire i loro hedge funds.

“Il mondo dei fondi è messo in discussione” ha affermato Leon Cooperman alla SkyBridge Alternatives Conference ad inizio mese, il quale ha addirittura pubblicamente messo in discussione la possibilità di tenere aperto il suo fondo, dopo che diversi investitori hanno chiesto di ritirare i loro capitali.Cooperman tuttavia non rientra nella ‘lista dei ricchi’ di Alpha Magazine. È un billionario e negli anni è arrivato spesso tra i top nelle classifiche (portando a casa circa $825milioni nel 2013), ma nel 2015 non ha generato rendimenti e il mondo dei fondi è spietato: se non soddisfi gli investitori, non incassi commissioni sufficienti per andare avanti.

Sempre di più, gli ‘active managers’ – ossia gli investitori che si affidano a ricerche analitiche e al loro giudizio per effettuare decisioni di investimento, scandagliando il mercato in cerca di un’idea potenzialmente redditizia su cui scommettere - come Cooperman, John Paulson e Bill Ackman - stanno sottoperformando.  Coloro che stanno invece aumentando i loro profitti, e in alcuni casi a dismisura, utilizzano prevalentemente modelli statistici (trading system). Nello specifico, sono definiti come “quants”, manager di fondi quantitativi: otto su dieci tra i top manager nella classifica di Alpha’s rientrano in questa categoria.Questi, si affidino esclusivamente a modelli che segnalano loro quando comprare e quando vendere, come il caso di Jim Simons di Ranaissance Technologies – il quale è l’unico ad essere rientrato nella classigica per 15 anni consecutivi -.

I dati sopra citati evidenziano l’inizio di una scissione nell’universo dei fondi di investimento, da una parte i più tradizionali ‘active hedge fund managers’ e dall’altra il mondo dei quant. Quest’ultimo è legato all’utilizzo appunto di modelli quantitativi (matematico-statistici), a cui non interessa il di business sottostante o la storia del titolo su cui investono. L’importante è che i numeri (prezzi, volumi ecc) soddisfino le condizioni della strategia.

Lo scorso anno, David Siegel, co-fondatore di Two Sigma Investments, ha annunciato “..non esisteranno investitori ‘umani’ in grado di battere i computer”. Siegel, lui stesso un computer scientist, ora gestisce oltre $35 miliardi e si qualifica al primo posto della classifica di Insitutional Investor’s Alpha come manager più pagato.

Nonostante queste affermazioni ‘drastiche’ personalmente credo ci sia ancora spazio per del buon trading discrezionale, se effettuato razionalmente e senza farsi prendere dall’emotività, vero è che i computer stanno cambiando sempre di più le nostre vite, non soltanto nell’ambito finanziario, e con la continua crescita della potenza calcolo, tecniche di intelligenza artificiale e machine learning è plausibile aspettarsi che questi ‘player’ diventino sempre più competitivi.

Alessandro B.C.

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