Giornate strane per i due titoli leader del mercato. Venduti dagli operatori più aggressivi ma promossi dagli analisti.
Cedole & dividendi
La notizia che uno dei maggiori fondi “hedge” del mondo, Bridgewater Associates, ma non è il solo, ha aperto una forte posizione ribassista sulle azioni Eni ed Enel può sorprendere solo in parte, perché entrambe sembrano arrivate al top di un ciclo di breve/medio periodo. Tuttavia non si nota nulla di così sconvolgente da prevedere ribassi accentuati, almeno a livello di news nonché di analisi grafica.
Azioni Eni ed Enel, per la prima una buona trimestrale?
Si aspetta per la società petrolifera la terza trimestrale, che verrà discussa il 26 ottobre. I risultati appaiono – secondo le prime indiscrezioni – molto positivi, con un utile netto adjusted a 329 milioni di euro contro i 484 milioni di perdita dell’equivalente periodo 2016. Nel frattempo il prezzo del petrolio è salito e le previsioni vanno nella stessa direzione per l’ultima parte dell’anno. Nel frattempo le relazioni con il partner russo Rosneft proseguono e vari progetti comuni stanno arrivando a maturazione.
Azioni Eni ed Enel, per la seconda si attende il dividendo
Il mercato pone particolare attenzione sulle future notizie relative alla distribuzione di profitti, che potrebbe crescere nell’esercizio 2017. La terza trimestrale sarà resa nota l’8 novembre, con concomitante una conferenza per gli analisti.
Azioni Eni ed Enel, attenzione a questi livelli
Per l’operatività di breve periodo
● nel caso Eni, dopo la seduta negativa di ieri, si può prevedere negatività e il livello da monitorare è quello dei 13,72 euro, poco lontano dai 13,80 euro di metà mattinata di oggi;
● nel caso Enel, attenzione a possibili ribassi sotto quota 5,11 euro, sebbene negli ultimi giorni i volumi siano aumentati e sia prevedibile un aumento di volatilità, che la seduta odierna non conferma, con il titolo fermo sulla parità a metà mattinata.
Per l’operatività di medio periodo
● nel caso di Eni supporto sui 13,55 euro, solo sotto il quale si creerebbe una fase negativa, ma la debolezza avviatasi a fine settembre porta al delinearsi di un triangolo che potrebbe anticipare un’esplosione di volatilità con forti movimenti di tendenza.
● nel caso di Enel supporto sui 4,96, sopra il quale si identifica un possibile target a 5,27 euro. La situazione per ora appare abbastanza tranquilla, sebbene il movimento rialzista estivo sia stato lungo e accentuato.
Azioni Eni ed Enel per gli analisti
● nel caso Eni lo “strong buy” è rilevante (11 dei 30 analisti specializzati), ma si registra anche una robusta presenza di giudizi “hold” (mantenere) e 6 allineati su uno “strong sell”. Attenzione al fatto che il target dei rialzisti è decisamente significativo (sui 17 euro). Mediobanca sale addirittura a 20 euro e Banca Imi a 17,6 euro.
● nel caso Enel dei 25 analisti attivi sul titolo ben 17 sono per uno “strong buy”, perché i numeri della società vengono visti in crescita nei prossimi due anni, con l’utile per azione a 0,35 euro nel 2017 e a 0,40 nel 2018. Il target prevalente si colloca sui 5,5 euro. Solo Barclays e Credit Suisse vanno un po’ sopra, salendo sui 5,7/5,8 euro.
In sintesi: gli “shortisti” possono anche avere ragione ma spesso operano con logiche di breve periodo. Il segnale quindi va tenuto in considerazione, sebbene notizie, risultati economici e valutazioni degli analisti si muovano in senso contrario. L’unico consiglio che si può dare è di monitorare bene i 13,55 euro per Eni e i 4,96 per Enel.