Cinque nuove obbligazioni in valuta sul Mot: convengono o no?


Cedole & dividendi

Se il mercato “Otc” si caratterizza per settimane ricche di nuove obbligazioni soprattutto in dollari, poiché gli emittenti puntano ad anticipare l’aumento dei tassi proponendosi a condizioni più favorevoli rispetto a quelle future, su Borsa Italiana si verifica invece una concentrazione di inediti bond espressi in valute emergenti. D’altra parte è questo il contesto in cui i rendimenti brillano di più, con una domanda sempre vivace da parte degli investitori. Ecco allora la situazione di quanto annunciato negli ultimi giorni, relativamente solo a tagli piccoli.

Goldman Sachs sceglie lo Zar e l’Mxn – Il gruppo bancario statunitense, attraverso la sua filiazione International, negozia su Euromot due inediti prestiti su valute interessanti nella fase attuale, ovvero rand sudafricano e peso messicano. Queste le caratteristiche e il quadro delle relative monete.

Zar – cedola fissa 7,25% - scadenza 17/3/2020 – Isin XS1505105970 – ammontare 500 milioni di Zar – lotto minimo 20.000 Zar – il titolo si sta muovendo leggermente sotto la pari.

Valutazione: da oltre un anno la divisa sudafricana si sta rafforzando sull’euro e in maniera decisa. Un possibile punto di arrivo è stimato sui 13 Eur vs Zar, contro gli attuali 14,3. Dal 24 marzo si sta verificando però una fase di debolezza, che potrebbe trovare il punto di arrivo sui 14,55. Occorre monitorare quindi le prossime sedute. E’ probabile che su quest’ultimo livello si verifichi una stabilizzazione, ma in caso di rottura verso i 15 si riattiverebbero condizioni di incertezza per le evoluzioni future. La corsa dell’ultimo anno è stata d’altra parte maggiore di quanto ci si attendesse.

Sul Mot sono presenti circa quaranta emissioni in rand, il cui rendimento medio si aggira sull’8%. La Goldman Sachs si attesta agli ultimi posti in classifica, con un attuale 7,5%, aggravato poi dall’aliquota fiscale al 26%. A parità di condizioni meglio piuttosto la Société Generale 6,75% scadenza 4/2/2019 (Isin XS1143861208), che quota sui 96, con un rendimento superiore di un punto e mezzo, grazie a cui si compensa il maggiore carico fiscale rispetto alle obbligazioni soggette ad aliquota 12,5%, prevalenti sul Mot relativamente al rand.

Mxn - cedola fissa 6,25% - scadenza 17/3/2020 – Isin XS1505106192 – ammontare 800 milioni di Mxn – lotto minimo 25.000 Mxn – il titolo si sta muovendo leggermente sotto la pari.

Valutazione: le note tensioni fra Messico e Usa – o meglio presidenza Trump – avevano spinto l’Mxn oltre quota 23 sull’euro, ma da metà gennaio si è registrato un buon rimbalzo: oggi si colloca sotto quota 20. Ulteriori margini di crescita? Sì fino ai 19 Eur vs Mxn, ma sui 19,5 è probabile una certa volatilità, sempre che Washington non faccia annunci aggressivi nei confronti del Paese confinante.

Sul Mot sono presenti quindici emissioni in peso, con rendimenti medi del 6,8%. La Goldman Sachs si attesta sul 6,6%, quindi quasi allineata al valore mediano. Anche in questo caso c’è però la penalizzazione dell’aliquota fiscale al 26%. Al top della classifica si colloca una Bnp, ma il titolo a nostro giudizio più interessante è quello posizionato al secondo posto dell’attuale podio, ovvero il Bei 8% scadenza 11/1/2027 (Isin XS1547492410), che quota sui 105,5 e rende il 7,2%.

Un tasso variabile in Usd da Soc Gen – Ottimo il momento per l’esordio di questa nuova obbligazione, perché in dollari e perché con struttura a tasso variabile, fra l’altro indicizzata al Cms a 10 anni, ovvero a un tasso “swap” di lungo termine, tendenzialmente più elevato rispetto per esempio al Libor, che ha una durata massima di 12 mesi. I numeri lo dimostrano: oggi quest’ultimo si colloca all’1,79% rispetto al 2,37% dello “swap” a 10 anni. Quando conviene collocarsi sullo “swap”? Il Cms è conveniente o in uno scenario di rialzo dei tassi – poiché le cedole vengono spinte verso l’alto dall’indicizzazione – oppure per puntare al cosiddetto irripidimento della curva dei rendimenti. In un contesto quale l’attuale risulta favorevole posizionarsi su questo strumento, ma logicamente è impossibile prevedere cosa accadrà nel medio e lungo termine.

Il titolo è così strutturato: emittente Société Generale - valuta Usd – tasso variabile con cedole pagate trimestralmente il 24 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre di ciascun anno, indicizzato al valore del tasso Usd Cms a 10 anni – scadenza 24/3/2027 – Isin XS1555910485 – ammontare 250 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd – il titolo si muove fra 99 e 99,5.

Valutazione: la variabile dollaro è il fattore di maggiore incertezza, mentre la curva dei rendimenti vede un netto irripidimento dopo i dieci anni. Collocarsi quindi sullo “swap” 10 years ha - nella complessa fase attuale - una certa attrattiva, ma non si speri in rimbalzi clamorosi, se si considera che il suo valore massimo negli ultimi tre anni ha toccato il 2,924%. Gli attuali “yield” possono poi essere messi in discussione (va sottolineato di nuovo) da un dollaro che si indebolisse nei confronti dell’euro. Il bond può interessare quindi solo se acquistato con il supporto di un conto in valuta e su “cross” comunque favorevoli.

Dalla Francia lira turca e poi rupia indiana – Ancora Société Generale e questa volta con due valute emergenti, posizionate in maniera opposta rispetto all’euro. Le esordienti emissioni sul Mot sono espresse infatti sulla debole lira turca e sulla forte rupia indiana.

Try – cedola fissa 10% - scadenza 22/3/2019 – Isin XS1526236580 – ammontare 90 milioni di Try – lotto minimo 3.000 Try – non si hanno ancora indicazioni di prezzo.

Valutazione: la lira turca resta in una fase di estrema debolezza sull’euro, sebbene nelle ultime settimane si sia mossa all’interno di una fascia laterale fra i 3,87 e i 4. Le evoluzioni future dipendono da fattori politici e un chiaro segnale di forza si avrà solo alla rottura dei 3,77.

Il rendimento medio delle emissioni in Try presenti sul Mot si attesta sul 10% e quindi il nuovo Soc Gen si allinea, pur con l’handicap della tassazione al 26%. Lo “yield” migliore è garantito dal Banca Imi 11% scadenza 2019 (Isin XS1575872855), posizionato sul 12%, mentre fra i sovranazionali ad aliquota 12,5% - escluse le scadenze 2017 – la performance più elevata è assicurata dall’Ebrd (European Bank For Reconstruction & Development) 8% scadenza 11/10/2018 – Isin XS0978719572 – con “yield” all’11%.

InrUna valuta forte, perché riferita all’economia più dinamica nel contesto asiatico. La rupia indiana è fra l’altro poco presente nei portafogli italiani, sebbene una parte della sua corsa sull’euro l’abbia già messa alle spalle.

Cedola fissa 5,25% - scadenza 22/3/2019 – Isin XS1526236663 – ammontare 1,75 miliardi di Inr – lotto minimo 70.000 Inr (= 1.010 euro) - non si hanno ancora indicazioni di prezzo.

Valutazione: la rupia è ormai lontana dai minimi sull’euro ed è tornata sotto quota 70, da dove può iniziare una fase di movimenti erratici verso i 65. La si consideri comunque una moneta solida con rendimenti oggi nettamente superiori rispetto a quelli in euro. Una specie di alternativa al dollaro? Non proprio, ma certamente una delle migliori monete nel quadro asiatico.

La disponibilità di obbligazioni in rupie indiane presenti sul Mot è limitatissima: sono solo tre, di cui un’altra Soc Gen in fase di rimborso (24 aprile). L’unica concorrente effettiva rispetto alla nuova Soc Gen è così la Ibrd/World Bank 5,8% scadenza 22/7/2021 (Isin XS1442212145), che quota però sui 104 Inr, con rendimento al 4,77%.