Mercati emergenti, chi vince e chi perde. Inoltre Cina e Messico, due da seguire


Vanno ‘meno peggio’ di quanto si dica, sebbene solo pochi registrino il segno più da inizio anno. Per JP Morgan buone prospettive nei prossimi 6 mesi.

Hot markets

Non cercate di capire, perché è impossibile anche per chi lavori tutti i giorni nel mondo della finanza. Sapete qual è la Borsa dalle migliori performance da inizio dell’anno, con un plus di oltre il 29.000%? Quella del Venezuela, Paese in bancarotta e quindi in default, che anche questa settimana ha messo a segno un +7,6%. E’ una vecchia follia che dura da anni. Si tratta infatti di un’evidente anomalia dovuta a un micro listino pilotato dal Governo di Caracas. Niente quindi che meriti più di poche parole. Subito dopo l’Ucraina (+73,7%), la Macedonia (+30,4%) e la Tunisia (+20,9%).

Forzature dei numeri riferiti a situazioni particolari, dove le Borse sono quasi soltanto locali e quindi influenzate da piccole mani forti. Dopo aver ricordato - extra mercati emergenti - che il Nasdaq si colloca comunque al settimo posto, più utile è verificare i dati relativi alle Borse rappresentate con Etf su Borsa Italiana, salvo nel caso di Filippine e Singapore. La situazione – sempre riferita alle performance da inizio anno – porta a questa classifica.

Indice

+ o -

Etf su Borsa Italiana

Bovespa Brasile

+ 7,7%

Lyxor Brazil e altri

Sensex India

+0,9%

Amundi India e altri

Rts Russia

+0,4%

Lyxor Russia

Set Thailandia

-1,9%

XTrackers Msci Thailand e Lyxor Thailand

IPC Messico

-2,6%

XTrackers Msci Mexico

Straits Times Singapore

-5,7%

Non c’è un Etf specifico

Kospi Corea

-8.1%

IShares Msci Korea

Jci Indonesia

-9,8%

Lyxor Msci Indonesia

Hang Seng Hong Kong

-11,2%

Lyxor Hong Kong

Csi 300 Cina

-14,7%

XTrackers Csi 300 e altri

Psei Filippine

-17,3%

XTrackers Philippines (1)

Gli indici di riferimento degli Etf sono spesso diversi da quelli delle singole Borse ma le performance nel complesso si equivalgono

  1. (1) Quotato a Francoforte

    Fra i mercati emergenti certamente la Cina è quella che più interessa. Nel caso specifico l’analisi si riferisce allo Shanghai Shenzhen Csi 300. Dopo il tentativo di forte rimbalzo di inizio anno, terminato il 23 gennaio, con un ritorno oltre i 4.300 punti, è iniziata una profonda correzione, che l’ha riportata sui 3.200, per poi tentare un “upside” verso i 3.450 punti. Nella fase attuale gli indicatori tecnici sono indirizzati sul “buy”, con le medie mobili fino alla 50 che supportano il trend. E’ una reale inversione? Meglio attendere il superamento dei 3.700 punti per trovare una decisa conferma di svolta, perché in quell’area si muove attualmente la m.m. 200 nonché un importante pivot point su base mensile. La situazione risulta ancora compromessa e un po’ di prudenza si impone, salvo che si imposti un piano di acquisto, per esempio mensile, in un’ottica di lungo periodo.

    Un altro fra i mercati emergenti da seguire è il Messico, non fosse altro per il nuovo accordo di libero scambio concluso con Usa e Canada, che consente all’economia locale di ritrovare smalto. La correlazione con Wall Street è inevitabile. In effetti l’Ipc si muove sui massimi storici e manifesta una certa volatilità da alcuni mesi. Nella fase attuale gli indicatori tecnici sono per un “sell” confermato dalle medie mobili in rosso. Rispetto ai 48.052 punti di ieri potrebbe trovare una stabilizzazione nell’area dei 46.000 punti ma è presto per dirlo. Ciò non esclude che il mercato messicano continuerà ad avere in futuro significative potenzialità.

    Infine una previsione sul settore: per JPMorgan Chase, le azioni dei mercati emergenti sono destinate a recuperare fino al 15 per cento del proprio valore di capitalizzazione nei prossimi sei mesi, dopo che sono state poste sotto pressione da un dollaro forte, dall'aumento dei tassi di interesse statunitensi e dall'acuirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.