Commodities view - Settimana difficile ma c’è chi sale


In rialzo natural gas, palladio e soybeans. Tutti gli altri temono i risultati delle elezioni Usa e le tensioni economiche a livello mondiale. Una sintetica analisi della situazione globale.

Hot markets

Un mercato ancora in sofferenza e che ha accentuato la debolezza proprio nelle ultime sedute: quello delle materie prime è tuttavia un settore dai molteplici volti e la settimana l’ha confermato evidenziando - se si esegue un’analisi delle medie mobili riferite ai Future - un movimento ribassista generalizzato accentuato su base “daily” ma meno marcato su quella “weekly”. A determinare il primo – secondo una visione abbastanza diffusa degli analisti specializzati – il quasi successo di Trump alle elezioni di Midterm, che rappresenta una spinta alla riconferma della politica dei dazi, principale fattore depressivo per le commodities nel corso del 2018.

In questo contesto ecco chi vince e chi perde.

Su base daily

Salgono

Scendono

Natural gas

Palladio

Semi di soia (soybeans)

Alluminio

Argento

Cotone

Grano

Nickel

Oro

Petrolio

Rame

Zinco

Su base weekly

Salgono

Scendono

Mais (corn)

Natural gas

Palladio

Alluminio

Argento

Cotone

Grano

Nickel

Oro

Petrolio

Rame

Zinco

Il natural gas è ai massimi degli ultimi due anni su timori di un inverno molto freddo. Evidente il fattore di spinta sui prezzi da parte dell’abbassamento delle temperature ma si ricordi che il Future si riferisce agli Usa e non ha quindi nessuna relazione con la realtà europea.

Strano il fatto che il petrolio scenda pur in presenza delle sanzioni Usa all’Iran. Il quadro è assai contradditorio: gli operatori stimano che un rallentamento dell’economia mondiale possa compensare il gap di Teheran. Se l’aspettativa fosse errata si assisterebbe a un nuovo picco dei prezzi dell’oil.

Il vero indicatore di sentiment resta il rame, che segna il primo vero ribasso dal 2015 sollevando domande anche in questo caso sulla tenuta dell’economia mondiale e spingendo altre commodities a correzioni. Si è sotto del 17% rispetto a inizio anno, il che contrasta nettamente con il balzo del 32% nel 2017.

Il palladio corre di fronte a un deficit di offerta, accentuato dai timori che le forniture russe siano ridotte in seguito alle minacce di Trump di interrompere il trattato di non proliferazione nucleare con Mosca. Il trend rialzista si scontra però con i sospetti di un rallentamento dell’industria automobilistica, maggiore acquirente di questo metallo. Le ipotesi che la produzione mondiale sia in gap contribuiscono tuttavia a spingere le quotazioni.

Spazio ora agli Etc quotati su Borsa Italiana.

Impressionanti i candeloni toro del Boost Natural Gas 3x Leverage Daily (Isin IE00B8VC8061): in una settimana è passato da quota 0,19 a 0,284, con un massimo giornaliero a quasi 0,30. Si è rotta una trendline rialzista ma il movimento è apparso troppo violento.

L’Etfs Soybeans (Isin GB00B15KY542) sta entrando in un’area di possibili tensioni, essendosi avvicinato alla resistenza dei 15,9/16, già dimostratasi robusta nel rimbalzo estivo. In caso di superamento ci sarebbero poderosi margini di “upside”.

Attenzione infine all’Etfs short gold a replica lineare (Isin JE00B24DKC09): conferma per l’ennesima volta quest’anno l’appoggio su una resistenza rilevante a 22,63. Intanto la media mobile a 200 è improntata all’insù e si sta delineando un canale rialzista abbastanza accentuato. Più di guardare al “long” sull’oro vale la pena esaminare questo “short”, non fosse altro per l’importante livello grafico.