La FED mette un po’ di scompiglio mentre Roma e Bruxelles trovano un accordo


Siamo ormai in chiusura di anno e gli ultimi eventi di un certo spessore di questo 2018 sono andati. BCE, FED e scontro Italia-UE sono ormai alle nostre spalle. Dalla BCE nessuna particolare novità, con la fine del QE come da programma e tassi ancora fermi come da programma. Draghi si è riservato qualche carta da giocare sui riacquisti dei titoli governativi e quindi sul prosieguo di una politica monetaria accomodante visti i rischi che Euro ed Europa hanno corso in queste ultime settimane.

La FED, come da programma, ha alzato i tassi di 0,25% - ultimo aumento di questo 2018 – e ha lasciato intendere che per il 2019 i rialzi potrebbero anche essere due anziché tre come precedentemente previsto – ben prima che Trump lanciasse gli strali su Powell – mentre il mercato se ne aspettava solo uno. Quello che è successo lo abbiamo visto: mercati girati a sud in piena disapprovazione di quanto scaturito dalla FED. Si vedrà se i dati macro saranno più compatibili con quanto si attendeva il mercato oppure con quanto potenzialmente potrebbe fare la Banca Centrale USA.

Si placa (definitivamente…?) la guerra tra Italia e UE in merito alla legge di bilancio con un compromesso che fissa al 2,04% il tetto del nostro deficit per realizzare i programmi del nostro esecutivo. Tutto questo mentre la Francia potrà sforare il 3% e mentre alcune dichiarazioni di eminenti politici europei meriterebbero ben altro che non alcune (poche…) parole di indignazione di alcuna stampa.

Ad ogni buon conto, come da mesi diciamo, tanto è bastato per riportare i nostri titoli governativi a livelli del tutto accettabili in termini di rendimento e in termini di spread. L’aver evitato la procedura d’infrazione ha fatto si che lo spread sia sprofondato a 250 bps (quasi 100 bps in meno rispetto all’apice della crisi) e il rendimento del decennale crollato in area 2,70%.

Da tutto ciò ha evidentemente tratto enorme beneficio il nostro portafoglio che è letteralmente schizzato verso l’alto andando a ricucire una bella parte del drawdown accusato in questi mesi di follia. Infatti il nostro NAV vale oggi 110.63 – ai prezzi correnti di mercato – rispetto ai 109,75 della scorsa settimana. Abbiamo inoltre ricevuto il rimborso delle BEI in dollari USA e a giorni ci arriverà anche il rimborso dello ZC Medio Centrale che ricordiamo rimborsa a 150.

Vediamo cosa ci riserveranno questi ultimi 10 giorni dell’anno, che probabilmente manterranno gli equilibri sin qui raggiunti. Dal canto nostro terminiamo di incassare tutte le scadenze e poi con la bella base di liquidità andremo a “fare spesa” dove più ragionevole e conveniente per l’ottica strategica del nostro portafolgio.

Portafoglio aggiornato nell’apposita sezione.

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