Mercato obbligazionario: un surplus di incasso per il nostro Tesoro


Ogni tanto una buona notizia fa morale. La settimana scorsa abbiamo parlato delle potenziali difficoltà per i nostri Btp in caso di vendite forzate da parte degli istituti bancari, e oggi invece parliamo del buon esito complessivo delle aste di ieri, che hanno portato nelle casse dello Stato un “utile” non trascurabile.

Il Tesoro ha emesso ieri titoli governativi a medio-lunga e lunga scadenza per un controvalore nominale complessivo di 7,25 Mld Euro. Le scadenze a medio (Btp 0,05% gennaio 2023 IT0005384497 e Btp 0,85% gennaio 2027 IT0005390874), sono stati collocati sotto pari per poco meno di 6 Mld Euro. Il restante è invece stato collocato sulle scadenze lunghe (Btp 3,85% settembre 2049 IT0005363111 e Btp 2,70% marzo 2047 IT0005162828) ben sopra la pari grazie alle cedole piuttosto pingui se paragonate ai rendimenti attuali.

E così, mentre i rendimenti dei titoli a medio-lungo sono risultati superiori al nominale cedolare, per le emissioni a lunga è accaduto esattamente l’opposto, con rendimenti inferiori al nominale cedolare. Certo, ovvio, visto il prezzo di collocamento sopra pari. E grazie a questa disparità tra cedole e rendimenti, il Tesoro ha potuto incassare ieri importi ben superiori al valore nominale delle due emissioni.

A conti fatti, a fronte dei 601 Mln di BTp 2047, gli investitori hanno speso oltre 665 Mln e i 900 Mln Euro di BTp 2049 hanno fruttato oltre 1,2 Mld Euro. Pertanto, pur considerando la “perdita” sul tratto a medio, sommando il totale degli incassi di tutte le emissioni a fronte del nominale collocato, Tesoro incassato una somma complessiva di 7,59 Mld Euro, a fronte di un indebitamento nominale di 7,25 Mld Euro, cioè con un “utile” di 340 Mln Euro, che poteva essere ancor più pingue se i prezzi non avessero corretto nelle ultime settimane posto che il Btp 2049 a ottobre quotava oltre 146.

E questo significa che l’importo in surplus rispetto al nominale sarà conteggiato da Banca d’Italia come “aggio di emissione”, andando pertanto ad abbattere un pochino lo stock di debito pubblico, grazie al minore fabbisogno finanziario e conseguenti minori emissioni future. Ogni tanto, qualcosa che funziona…

Torniamo alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve. Questa settimana registriamo una lieve contrazione dei rendimenti, sempre negativi sino alle scadenze 2027; il tratto a lunga scende di una manciata di bps e si porta in area 0,50% di rendimento contro lo 0,53% della scorsa settimana per le scadenze 2049; anche sulla scadenza a 10 anni si scende e ci portiamo in area 0,07%. La curva nel suo complesso mantiene sempre la sua ripidità come orami osserviamo da diverse settimane, così come si riscontra sempre una certa erraticità nella parte a breve. Scendono un po’ anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si portano ora in area 0,90% rispetto ad area 1,00% della scorsa rilevazione, e sul tratto a breve ora siamo poco oltre area -0,45%.

Contrastati i rendimenti dei decennali, con i periferici che allargano un po’, e in aumento più o meno marcato gli spread contro Bund, con il decennale tedesco che rimane poco sopra area a -0,30% di rendimento, la Francia che sale a -0,01% e l’Irlanda che va a 0,09%. Sale più deciso il rendimento della Spagna che va a 0,44%, così come quello sia del Portogallo che sale a 0,37% sia dell’Italia che va all’1,32%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 69 bps, 75 bps e 164 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati al momento ecco che arrivano le prime avvisaglie serie di un potenziale cambio di rotta a livello strategico, almeno per l’aera Bund. Ormai il rimbalzo dai minimi si è dipanato su tutti i mercati e siamo a contato con resistenze importanti, che fanno un po’ da spartiacque. Il modello Trendycator è ora NEUTRAL sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco nei pressi di area -0,30%, di fatto a contatto con la resistenza in area -0,20% il cui superamento avrebbe davvero il sapore della potenziale inversione del trend. Di converso Trendycator he rimane SHORT su tutte le altre curve analizzate, con l’area UK che vede il Gilt sempre a contatto con la resistenza a 0,80% di rendimento; sul Btp Trendycator sempre SHORT e senza evidenza di un BOTTOM – come invece accaduto sugli altri mercati – con rendimenti ora be sopra area 1,00% e proiettati verso la resistenza a 1,50%. Stesse dinamiche anche per i rendimenti USA, con Trendycator ancora SHORT sul decennale che però è ora nei pressi della resistenza al 2,00% di rendimento.

Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.06.2020 al 31.12.2025, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 5,00% lordo.

ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto, chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.