NASDAQ100 WEEKLY - Il Portafoglio azionario tiene botta bene durante il recente ribasso !


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Dopo un inizio di settimana molto tribolato per gli indici azionari USA con apertura in gap down e nuovo minimo registrato da fine marzo, i valori hanno ripreso la via del rialzo facendo sperare, venerdì, in un recupero totale delle perdite dalla chiusura della scorsa settimana, cosa che avveniva nell’ intraday ma non confermata in chiusura di contrattazioni.

Pertanto la settimana si chiude con una modesta perdita per del -0,7% per l’indice DOW JONES che chiude la settimana a 25764, seguito dall’indice S&P500 che perde anch’esso il -0,7% chiudendo a 2859,53 ed infine l’indice NASDAQ100 che perde il -1,08% chiudendo a 7503,68.

Come dicevamo, bene il rimbalzo dopo aver fatto registrare un nuovo minimo il che porterebbe a pensare e dire che la salutare fase correttiva è terminata e si punta nuovamente e decisamente a nord, ma la chiusura di venerdì ci prospetta anche uno scenario da non poter trascurare e cioè quello semplice pullback dopo la fase ribassista iniziata ad inizio maggio. Questa considerazione, che speriamo non abbia seguito, dipende dal fatto che i mercati, ora, risentano molto dell’ormai famoso “tiramolla” delle dichiarazioni sui dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, cosa invece recepita molto marginalmente dal mercato nelle passate settimane.

Vediamo nei seguenti grafici i due possibili scenari che, secondo noi, potrebbero verificarsi nella prossima settimana:

Dicevamo delle dichiarazioni delle due campane, molte di più quelle di esponenti statunitensi rispetto a quelle della delegazione cinese, partendo da quelle uscite ad inizio settimana nelle quali, secondo quanto riportato dal Global Times quotidiano ufficiale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese, in risposta alla decisione delle autorità USA che hanno confermato l'aumento dei dazi al 25% dal 10% su 200 miliardi dollari di importazioni cinesi, la Cina intende imporre dazi tra il 5% e il 25% su un controvalore di 60 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti, a partire dal primo giugno.  

Dal canto suo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha avvertito la Cina di non vendicarsi contro l'aumento dei dazi deciso la settimana scorsa, twittando che: "la Cina si farà molto male se non si fa un accordo", aggiungendo che i dazi possono essere evitati se i produttori sposteranno la produzione dalla Cina ad altri Paesi.  

All’avvertimento tramite tweet di Trump è arrivata la risposta della Cina tramite un annuncio del Ministero delle Finanze che riporta come Pechino si prepara ad imporre tariffe doganali fino al 25% su 2.493 generi merceologici statunitensi, pari a 60 miliardi di dollari; la misura sarà in vigore dal 1° giugno.  

Mentre la maggior parte della comunità finanziaria mondiale si aspettava l’ennesimo attacco verbale di Trump in risposta alle decisioni della Cina, usciva una dichiarazione distensiva del presidente degli Stati Uniti nella quale affermava che incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping. Probabilmente durante il meeting del G20 giapponese di giugno aggiungendo che i colloqui "saranno fruttuosi".

Ma nel frattempo cercava di ammorbidire la posizione di contrasto con i vertici della Federal Reserve chiedendo loro di essere a fianco degli Stati Uniti ed impegnati nel confronto con la Cina. Se la banca centrale dovesse scendere in campo, contrastando con il suo peso le misure messe in atto dalla Cina, “noi vinceremmo”, ha scritto su Twitter ribadendo che la Cina, “comunque vuole un accordo”.

Questa inversione di rotta è arrivata dopo la diffusione di un retroscena di Bloomberg riguardante le prossime mosse della Casa Bianca in materia di commerci. Pare che Donald Trump posticiperà di sei mesi qualsiasi decisione riguardante l’introduzione di tariffe doganali sulle automobili. Il presidente non intenderebbe aprire un altro fonte con Europa e Giappone, proprio mentre cresce il confronto con la Cina. La deadline era stata fissata in origine il 18 maggio, pare sia stato lo stesso capo dei negoziatori su questi temi, Robert Lighthizer a chiederne il rinvio.

In più, ci sono anche le dichiarazioni, di nuovo ottimiste, o comunque non del tutto pessimiste, sulla trattativa con la Cina, giunte dal segretario al Tesoro, Steve Mnuchin.

Per concludere, i dazi annunciati negli ultimi giorni da Cina e Stati Uniti entreranno in vigore nel giro di qualche settimana, per cui c’è spazio per proseguire la trattativa e scongiurare lo scoppio di una vera e propria guerra commerciale. Nelle ultime ore la Casa Bianca ha dato l’impressione di voler abbassare i toni, anche perché gli ultimissimi dati macroeconomici, per esempio la produzione industriale, sono tornati a rivelare qualche debolezza. Da ciò sarebbe intenzionata a rimuovere le tariffe su acciaio e alluminio, come effetto della ratifica del trattato con Messico e Canada.

Fermo restando la politica del “bastone e la carota” da parte del principale inquilino della Casa Bianca, il quale ha confermato la decisione di rinviare di sei mesi i dazi sulle auto. L'intento è quello di salvaguardare le trattative con l'Europa e il Giappone, di contro ha agito contro Huawei, ZTE e contro alcune aziende cinesi della telefonia 5G, inserite in una lista nera dal Dipartimento al Commercio, firmando un ordine esecutivo che vieta a queste società la commercializzazione dei loro prodotti negli Stati Uniti. Ma così facendo ha anche penalizzato le principali società tecnologiche USA che forniscono materiali proprio alle aziende cinesi.

Passiamo ora a dare uno sguardo ai principali dati macroeconomici usciti in settimana iniziando dal dato sul Control Group delle vendite al dettaglio in aprile negli Stati Uniti,  in calo a 0,0%, e peggiori sia delle previsioni degli analisti (+0,4%), sia del dato rivisto del precedente mese a +1,1%, stessa sorte per il dato “core ex auto” uscito a + 0,1% contro attese per un + 0,7% e peggiore del mese di marzo a + 1,3% rivisto. Altro dato negativo è quello riguardante la produzione industriale di aprile, in calo del -0,5%, quindi peggiore delle previsioni a 0%, e del dato precedente rivisto a -0,2%. Positivi, invece, sono usciti il dato dell'indice manifatturiero nello stato di New York del mese di maggio che arriva a 17,8, sopra le previsioni di 9 punti e del dato precedente di 10,1. Il dato sulle nuove costruzioni abitative, relative al mese di aprile, che sono state pari a 1,23 milioni +5,7% rispetto al consensus atteso più basso a 1,21 milioni. Infine, ben al di sopra delle attese sia l'indice Fed di Filadelfia del mese di maggio, balzato a 16,6 dal 8,5 di aprile, ed ai 9 punti del consensus ed il dato relativo alla fiducia del consumatori elaborato dall'Università del Michigan per il mese di maggio, che si presenta a 102,4 punti, dal 97,2 del mese precedente e ben più in alto del consensus posto a 97,5. 

Come di consueto parliamo anche del nostro Portafoglio azionario weekly nel quale abbiamo tenuto botta durante i recenti ribassi dell’indice, sperando nella continuazione del rimbalzo che si trasformi in nuovo rialzo.


Titoli della settimana sotto la lente:

ANALOG DEVICES -8,80%. Brusco calo dei valori della Società che risente del momento pesante del settore semiconduttori. Pesa anche l’incertezza circa i dati economici trimestrali che la società rilascerà il prossimo 22 maggio.

APPLIED MATERIALS +4,7%. Uno dei nomi più importanti dell’industria dei chip, dopo l’uscita dei dati economici trimestrali è riuscita nell’intraday a guadagnare fino al +8,8%. La società ha riportato un utile del secondo trimestre del 2019 pari a $ 0,70 per azione su un fatturato di $ 3,5 miliardi. La stima degli analisti era per un utile di $ 0,66 per azione su un fatturato di $ 3,5 miliardi.

BAIDU -18,1%. Crollo dei valori della Società, provider di ricerca Internet in lingua cinese, dopo aver riportato una “guidance” per il prossimo trimestre inferiore alle attese degli analisti pari ad un fatturato del secondo trimestre da $ 3,74 miliardi a $ 3,96 miliardi. L'attuale stima è di $ 4,41 miliardi per il trimestre che si concluderà il 30 giugno 2019. Mentre ha riportato utili nel primo trimestre del 2019 di $ 0,41 per azione su un fatturato di $ 3,6 miliardi in linea con la stima degli analisti che prevedevano utili di $ 0,35 per azione su un fatturato di $ 3,6 miliardi. 

CISCO +5,6%. La Società impegnata nella progettazione, produzione e vendita di prodotti e servizi di rete basati su protocollo Internet (IP) relativi alle comunicazioni e settore dell'information technology (IT), ha riportato utili del 3 ° trimestre 2019 di $ 0,79 per azione su un fatturato di $ 13,0 miliardi. La stima degli analisti era di $ 0,77 per azione su un fatturato di $ 12,9 miliardi. 
La Società ha però rivisto al rialzo le previsioni sui prossimi trimestri dichiarando di aspettarsi un utile non GAAP del quarto trimestre da $ 0,80 a $ 0,82 per azione su ricavi da $ 13,42 miliardi a $ 13,68 miliardi. L'attuale stima degli utili di consenso è di $ 0,81 per azione sui ricavi di $ 13,28 miliardi per il trimestre che termina il 31 luglio 2019.

MYLAN -11,3%. Continua irrefrenabile la discesa del valore del titolo dopo la mazzata della scorsa settimana nella quale ha perso il -21% al quale si aggiunge la perdita di questa settimana. Fra le società accusate di aver gonfiato il prezzo dei farmaci generici fino al 1.000%, assieme ad altri giganti della farmaceutica, fra cui Teva Pharmaceutical.

NVIDIA -7,3%. Ulteriore caduta del valore del titolo dopo che la Società ha riportato utili nel primo trimestre del 2019 di $ 0,88 per azione su un fatturato di $ 2,2 miliardi. La stima degli analisti era per un dividendo di $ 0,79 per azione su un fatturato di $ 2,2 miliardi ma i ricavi sono diminuiti del 30,8% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. 
La società ha dichiarato di aspettarsi un fatturato del secondo trimestre da $ 2,50 miliardi a $ 2,60 miliardi, con margini lordi dal 59,0% al 60,0%, che dovrebbe portare ad un dividendo da $ 1,08 a $ 1,22 per azione. L'attuale stima degli utili per gli analisti è di $ 1,11 per azione sui ricavi di $ 2,58 miliardi per il trimestre che termina il 31 luglio 2019.

TESLA -11,9%. Altri problemi per la Società. Il sistema autopilota di una Tesla model 3 ha causato un incidente fatale in Florida, ed è almeno il terzo incidente mortale negli Stati Uniti riferito al sistema di assistenza alla guida, secondo quanto dichiarato dal National Highway Traffic Safety Administration.

XILINX – 10,4% e SKYWORKS SOLUTIONS -14,7%. Pesanti perdite di valore per i titoli delle due Società che forniscono chip di comunicazione a Huawei, leader nella tecnologia delle telecomunicazioni 5G, dopo la notizia che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti sta aggiungendo Huawei Technologies e dozzine di sue affiliate a una "lista nera di entità" che limiterebbero notevolmente la sua capacità di acquistare componenti da società statunitensi.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (5/20/2019)

Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.


Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO