Mercato obbligazionario: Rendimenti sempre più bassi


Inarrestabile. Solo così possiamo definire la marcia al ribasso dei rendimenti area Euro, ormai da settimane sempre più schiacciati e compressi. Intanto la politica si muove e pare vi siano importanti novità in merito allo scontro tra Italia e UE sulla procedura di infrazione che vorrebbero aprire nei nostri confronti. E poi Draghi, che ha già messo le mani avanti e – in un certo senso – “catechizzato” il suo successore in merito al mantenimento dell’Italia nell’Euro.  

Come sappiamo, il 2 luglio è una data importante poiché il Consiglio europeo dovrà decidere se approvare o respingere la richiesta della Commissione UE di aprire la procedura d’infrazione contro l’Italia per eccesso di debito pubblico. Pare tuttavia che, negli ultimi giorni, proprio i commissari stiano ammorbidendo la loro posizione (udite, udite… tra tutti proprio quello agli Affari monetari, Pierre Moscovici), che si sta adoperando per concedere al governo Conte altri sei mesi di tempo per allineare la politica fiscale ai target di Bruxelles.

Secondo alcuni rumors, il Governo italiano attualmente si sarebbe impegnato a fissare il deficit per quest’anno nella stretta forchetta 2% - 2,1%, mentre per l’anno prossimo ancora non sono state prese decisioni. Di fatto, se davvero la posizione della Commissione si confermasse più morbida, una parte delle c.d. “clausole di salvaguardia” (per oltre 23 Mld Euro) verrebbe rinviata di qualche anno. E questo, in soldoni, significa dover trovare miliardi in meno al fine di scongiurare l’aumento delle aliquote IVA.

Per ciò che riguarda invece il nostro Draghi, come sappiamo solo pochi giorni fa ha annunciato a sorpresa che la BCE potrebbe nuovamente tagliare i tassi e riattivare il QE. Naturalmente nessuna voce “contro” si è levata dal board, sia perché probabilmente c’è diffusa convinzione, sia perché (e forse soprattutto…) perché nessuno vuole rischiare bruciarsi come candidato alla successione.

E Draghi si è mosso con astuzia, ben consapevole che l’annuncio di nuovi stimoli non avrebbe trovato opposizione. Di fatto, il discorso del Governatore è servito a tracciare il solco entro cui il successore dovrà muovere i primi passi; in pratica, ha “ipotecato” il futuro della BCE da qui ad almeno un anno, evitando che il successore, alla prima occasione, smontasse la sua azione.

Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti impliciti ancora in discesa rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che si sta portando in area 0,75% anche per le scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni siamo ora solo di un soffio sopra lo 0,20%, con una curva sempre più piatta e ora con rendimenti negativi sino alle scadenze 2026. Si adeguano naturalmente anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga ora sono poco sopra area 1,20%, sul tratto a breve sempre immobili.

Non si ferma ovviamente la marcia del Bund, con rendimenti ai nuovi minimi storici. Il decennale tedesco si mantiene robustamente in territorio ampiamente negativo (-0,29% di rendimento attuale contro -0,26% della scorsa rilevazione), la Francia va allo 0,03% e l’Irlanda va a 0,23%. Scendono anche i rendimenti di Spagna, Portogallo e ora in modo più percepibile anche quelli dei nostri Btp. E così abbiamo il Btp al 2,16% di rendimento, mentre il Portogallo va a 0,52% e la Spagna va allo 0,41%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 81 bps, 70 bps e 245 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati nessuna variazione rispetto a quanto già ci diciamo da tempo, anzi, le tendenze paiono proprio ben impostate. Il modello Trendycator è sempre stabilmente impostato SHORT sull’area UK, con il Gilt che sfonda area 0,80%; sull’area BUND il rendimento rimane negativo ora praticamente in area -0,30%. Anche sul Btp Trendycator sempre SHORT (e ci aveva visto giusto anche qui, in tempi non sospetti…) con rendimenti che si portano sotto area 2,20%. Ulteriore discesa dei rendimenti USA, ormai in area 2,00% e, naturalmente, con Trendycator sempre SHORT.

Il bond della settimana
Come era lecito attendersi, con questa situazione sul fronte rendimenti, individuare bond che abbiano ancora rendimenti accettabili in rapporto al loro Credit Risk è ormai esercizio improbo, a maggior ragione se ci poniamo ulteriore limite dei 1.000 Euro di lotto minimo. Purtroppo, e lo scriviamo da tempo immemore, la tendenza è quella di “ammazzare” il mercato dei bond per il piccolo retail, lasciando di fatto solo più in circolazione obbligazioni con lotto minimo da 100.000 euro (o giù di lì…).

Pertanto, costretti dagli eventi, proviamo a dare una nuova fisionomia all’angolo del “dond della settimana”: e forse non tutti i mali vengono per nuocere, poiché in questo caso i contenuti aumentano e il lettore può fare confronti e scelte su un manipolo di obbligazioni. E così “Il bond della settimana” diventa il “Bond Weekly Ranking”, con una lista di bond OTC sempre in Euro e rendimenti accettabili tra cui il lettore potrà muoversi.

Da un lato migliora la qualità di analisi, poiché sono stati inseriti in tabella indicatori di rischio quali il Bps v.Point e tutti i rating, ove disponibili; si amplia anche la platea degli emittenti, con aziende anche molto note e quindi non solo più aziende soprattutto tedesche di piccolo cabotaggio.

ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.