Mercato obbligazionario: tassi in caduta libera


La BCE oggi andata in scena ha visto un Draghi decisamente “dovish” e di fatto le aspettative dei mercati, già espresse nel corso delle settimane passate, sono state soddisfatte.

Quindi la BCE lascia invariati i tassi di interesse e rinvia alla seconda metà del prossimo anno un possibile rialzo del costo del denaro. La nota dell'Eurotower spiega che si è deciso di mantenere i tassi d'interesse agli attuali minimi record "almeno fino alla prima metà del 2020". Pertanto i tassi di sconto rimangono inchiodati: il tasso principale a zero, quello sui depositi a -0,40% e quelli sui rifinanziamenti marginali a 0,25%. In conferenza stampa Draghi ha poi dichiarato che si sono anche avanzata la possibilità di una ripresa del QE. Queste le parole di Draghi: "Diversi membri hanno sollevato la possibilità di ulteriori tagli dei tassi, altri di una ripresa del programma di acquisto titoli, o di un'ulteriore estensione della forward guidance".

E questa, per certi versi è stata una piccola sorpresa, poiché nelle aspettative del mercato non vi erano attese comunicazioni in base ad un possibile QE. in conferenza stampa Draghi ha parlato ovviamente anche di Italia. Il Presidente BCE ha sottolineato come al nostro Paese non sia stato chiesto un calo "veloce" del debito. "Sappiamo tutti che far scendere in fretta il rapporto debito/Pil è impossibile. Deve esserci un piano di medio termine credibile", ha detto Draghi. La credibilità del piano, ha aggiunto, dipenderà dal come "sarà progettato" e dalle "azioni" che indicherà.

Insomma, per voce di Draghi non siamo ancora spacciati ed è ancora possibile evitare la procedura d’infrazione, ma ad ogni buon conto saremo sempre cornuti e mazziati come nella nostra migliore tradizione millenaria di Paese zimbello.

Oltre ad alcune specifiche tecniche riguardanti le nuove aste T-Ltro, nella conferenza stampa Draghi ha anche comunicato le nuove stime di crescita elaborate della BCE. Stime riviste al rialzo per l'anno in corso (+0,1% portandole a 1,2%) e tagliate dello 0,2% per il 2020 e dello 0,1% punti per il 2021, anni in cui la crescita dovrebbe attestarsi all'1,4%. Riviste anche le stime sull’inflazione alzate rispetto allo scorso marzo di uno 0,1% per il 2019 portandola all'1,3%, mentre lo hanno abbasto sempre di uno 0,10% per il 2020 portando la stima su base annua all'1,4%. Infine, per il 2021 le attese sono per un'inflazione in area 1,6%.

Non si è quindi arrestato il crollo dei rendimenti area Euro che sono oggi a nuovi minimi. Infatti passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti impliciti ancora in forte contrazione rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che è ora inchiodato sotto lo 0,90% nemmeno a partire dalle scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni crolliamo sotto area 0,30%. Curva, se possibile, ancora più piatta. Naturalmente si adeguano a questo crollo generalizzato anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga scendono ancora e vanno d’un soffio sopra area 1,30%, mentre rimangono ormai sempre fermi sul tratto a breve.

Bund superstar, con un’impennata delle quotazioni e rendimento ai nuovi minimi del 2019 nonché nuovi minimi storici. Il decennale tedesco si conferma quindi in in territorio ampiamente negativo (-0,23% di rendimento attuale contro -0,16% della scorsa rilevazione), la Francia va allo 0,13% e l’Irlanda va a 0,33%. Scendono anche i rendimenti di Spagna, Portogallo e, nonostante le avversità, anche quelli italiani, che tirano un po’ il fiato. E così abbiamo il Btp a 2,52% di rendimento, mentre il Portogallo va a 0,68% e la Spagna va allo 0,62%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 89 bps, 84 bps e 273 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati ci aveva visto molto, molto bene, il modello Trendycator che già in tempi non sospetti aveva individuato lo SHORT sul rendimento del Bund. Infatti, correva fine novembre 2018 quando il modello ha fornito la prima indicazione e per chi avesse seguito tale evidenza grafica avrebbe conseguito sul decennale tedesco un gain in conto capitale di quasi il 6% in pochi mesi. Infatti a fine novembre 2018 il Bunbd gravitava in area 161,50 e oggi vale 171 e rotti. Un boato di upside per in governativo che ha rendimenti negativi. sempre SHORT anche l’area UK, con il Gilt che sfonda anche area 0,90%; sull’area BUND il rendimento vede i nuovi minimi storici e si porta a -0,22%. Sul Btp Trendycator confermato ancora SHORT nonostante tutto e i rendimenti si ridimensionano verso area 2,50%. Naturalmente in buon ulteriore ribasso anche i rendimenti USA, dopo l’annuncio di Powell di essere pronto a tagliare i tassi, con Trendycator sempre SHORT e decennale ora verso area 2,10% di rendimento, nuovo minimo del 2019.

Il bond della settimana
Il bond HY che analizziamo oggi è un tasso fisso della PCC SE, una società internazionale di prodotti chimici, logistica ed energia. Ha sede a Duisburg, in Germania, e conta oltre 3.400 dipendenti in tutto il mondo, con circa 80 filiali situate in 18 Paesi e stabilimenti di produzione in Europa, Asia e USA. Particolarità di questa società e l'unico azionista della società madre e controllante del gruppo PCC SE, nella persona di Waldemar Preussner, presidente del consiglio di amministrazione. La società è suddivisa in quattro divisioni: Prodotti chimici, Logistica, Energia e Holding/Progetti. Il business principale a livello di entrate del gruppo è la divisione Chemicals con i suoi cinque segmenti che insieme hanno realizzato vendite nel 2017 per 587,9 Mln Euro.

Il bond analizzato è un tasso fisso, collocato a 100,00 a maggio 2015, ISIN DE000A14KJ35, corrisponde una cedola annua del 6,00% pagata trimestralmente. Emesso per un ammontare di 40 Mln Euro, rimborso previsto in unica soluzione alla pari il 01.04.2020. Il bond è negoziabile su OTC per importi minimi di 1.000 Euro.

ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.