Mercato obbligazionario: caccia al rendimento


I mercati obbligazionari stanno consolidando le aspettative di un nuovo allentamento monetario, indicando chiaramente cosa si aspettano in merito al taglio dei tassi. E così i rendimenti hanno proseguito la loro discesa, inesorabilmente. Questa volta ne hanno beneficiato anche i nostri Btp grazie all’archiviazione della procedura d’infrazione, festa a cui hanno partecipato anche i bond bancari.

Attesa spasmodica per la prossima riunione della FED, con un Powell che è continuamente tirato per la giacca da Trump, che non molla sul taglio dei tassi, a dispetto degli ultimi dati macro sull’occupazione più robusti delle attese. Intanto, dalla Brexit alla guerra dei dazi, sull'economia americana tirano "correnti contrarie" ha detto ieri Powell e per questo la FED ne terrà conto e "agirà in maniera appropriata". Queste le parole di Powell ieri davanti al Congresso americano, e tali dichiarazioni sembrano aprire decisamente ad un taglio dei tassi di interesse, senza tuttavia indicarne la tempistica.

Sul fronte BCE la nomina di Christine Lagarde come successore di Draghi non ha provocato tensioni sui mercati, posto che la nomina è di fatto nel segno della continuità seppur con alcune differenze tra i due. C’è attesa per la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione, pubblicazione prevista per il 10 luglio, poiché rileggendo con attenzione il documento spesso tra le righe si sono raccolte maggiori informazioni rispetto alla conferenza stampa.

Rebus sic stantibus i rendimenti hanno proseguito il loro declino, e se i programmi saranno rispettati non dovrebbero esserci particolari variazioni salvo aggiustamenti tecnici. Ben diverso se invece le aspettative dei mercati fossero deluse: potrebbe avviarsi una correzione severa sia sul fronte azionario sia, a maggior ragione, sul fronte obbligazionario. In questo senso la FED a fine mese sarà determinante in ottica di medio termine e Trump sta esercitando ogni sorta di pressione mediatica al fine di ottenere il tanto desiderato taglio dei tassi.

Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti impliciti ancora in discesa rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che è ora inchiodato ben sotto lo 0,70% incapace di salire nemmeno a partire dalle scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni si sprofonda in area 0,125%. Curva sempre più piatta e ora con rendimenti negativi sino alle scadenze 2027. Com’è logico, si uniformano a questo calo continuo dei rendimenti anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga ora sono poco sopra area 1,10%, sul tratto a breve sempre immobili.


Inutile dire che anche gli spread contro Bund e i rendimenti dei governativi sono tutti in ulteriore contrazione, in piena sintonia con quanto mostrato dalle dinamiche della struttura a termine dei tassi d’interesse. E questa volta, a differenza di quanto invece accaduto nel recente passato, ne beneficia anche il debito pubblico italiano, con i Btp che tirano un bel sospiro di sollievo dopo che la Commissione UE ha deciso di abbandonare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei nostri confronti. Il decennale tedesco si mantiene robustamente in territorio ampiamente negativo (-0,31% di rendimento attuale contro -0,29% della scorsa rilevazione), la Francia va a -0,03% e l’Irlanda va a 0,16%. Scendono un po’ ancora i rendimenti di Spagna, Portogallo e ora migliora in modo nettissimo anche l’Italia che com’era naturale attendersi trae enorme beneficio dall’aver evitato la procedura di infrazione e vede ora i Btp crollati all’1,71% di rendimento contro il 2,15% della scorsa rilevazione e con lo spread ridimensionato in modo consistente. E così abbiamo il Btp in area 1,70% di rendimento, mentre il Portogallo va a 0,50% e la Spagna va allo 0,36%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 81 bps, 67 bps e 201 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati si conferma la corretta lettura (già in tempi non sospetti…) del modello Trendycator che ha individuato con diverse settimane di anticipo lo SHORT sui rendimenti di Regno Unito e Italia, dopo aver “previsto” già con ampio margine gli SHORT sui rendimenti del Bund (novembre 2018) e degli USA (aprile 2019). Il modello ha quindi fornito eccellenti spunti operativi sui bond governativi, permettendo a chi lo avesse seguito di conseguire buoni utili anche con titoli apparentemente inguardabili poiché con rendimenti negativi o, al contrario, troppo sotto pressione per “crisi di affidabilità internazionale”. Trendycator quindi saldamente SHORT ora ovunque, con l’area UK che vede il Gilt sprofondare verso lo 0,65% di rendimento per poi rimbalzare verso area 0,70%; sull’area BUND il rendimento vede nuovi minimi storici e tocca -0,36% per poi assestarsi a -0,31%. Sul Btp Trendycator confermato SHORT e crollo dei rendimenti in area 1,75% dopo un minimo profondo verso 1,50%. In base alle attese del mercato, ulteriore limatura al ribasso anche per i rendimenti USA, con Trendycator sempre SHORT e decennale ora in area 2,00% di rendimento, dopo aver toccato il nuovo minimo del 2019 all’1,93%.

Bond Weekly Ranking
Questa settimana diamo uno sguardo ai bond con rating sotto l’investment grade, posto che con rating decenti non si trova più nulla di sensato e anche gli istituzionali non sanno più dove sbattere la testa per tirare fuori rendimento. SI pensi che è andato a ruba il nuovo bond MPS (prima emissione dal 2014 dopo i fattacci che hanno visto l’istituto protagonista…) per un rendimento a tre anni del 4,00% e con rating Moody’s pari a Caa1. Roba impensabile sino a qualche tempo fa.

Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2020 al 31.12.2025, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 4,00% lordo.

ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.