NASDAQ100 WEEKLY - Settimana di consolidamento sugli indici azionari USA...


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Settimana all’insegna dell’attendismo sui principali mercati azionari USA. Ad un inizio di settimana brillante dovuto alla notizia di un nuovo vaccino anti-COVID, da parte della società biofarmaceutica MODERNA, più efficace di quello presentato due settimane fa da PFIZER, (ed a breve si attendono notizie da ASTRA ZENECA), già nella giornata di martedì i mercati hanno preso fiato fino a terminare la settimana con modeste perdite. Da ciò si evince che le buone notizie sono già prezzate e per vedere ulteriori rialzi bisognerà attendere schiarite politiche sui casi fisco-incentivi (DEM contro GOP), la decisione di Mnuchin di rinnovare solo parte dei programmi di emergenza (Tesoro contro FED), ballottaggi elettorali in alcuni Stati che valgono la maggioranza al Senato (DEM contro GOP) e le cause pendenti circa le votazioni presidenziali (TRUMP contro BIDEN) che non consentono al neo Presidente di iniziare il suo programma politico oltre, naturalmente, ai numeri al rialzo dei contagi.

In altre parole sembra che i mercati abbiano metabolizzato il fatto che una normalizzazione a livello sanitario nel mondo sia effettiva a partire dalla seconda metà del prossimo anno, considerato anche che i vaccini cinesi a vettore virale, siano già pronti e meno costosi di quelli a RNA messaggero di MODERNA e PFIZER, per soddisfare le richieste dei Paesi emergenti.

Ciò ha indotto i fondi azionari globali ad acquisti massicci con flussi netti in entrata pari a oltre 44 mld (dati EPFR global), l'importo più grosso da 20 anni, e il 90% sono venuti da investitori istituzionali.

Le previsioni dei manager di fondi della Bank of America conferma l'esplosione di ottimismo:

1. Le aspettative di crescita sono ai massimi da 18 anni (2002).

2. Il cash in portafoglio è tornato ai livelli pre-Covid (quindi quasi ai minimi da 5 anni).

3. La percentuale di investitori che ammette di aver preso più rischi del solito è ai massimi dal 2018.

4. L’allocazione su azionario è balzata in un mese del 19% netto, ai massimi da gennaio 2018.

Vari indicatori mostrano un livello di sentiment estremamente euforico.

Ma la “price action” di questi settimana ha confermato che se a livello sanitario la luce in fondo al tunnel si inizia ad intravedere, non così a livello economico che questa seconda ondata pandemica provocherà. Quasi sicuramente non assisteremo a brusche correzioni tipo marzo 2020 anche perché le banche centrali, ed in primis la FED, faranno da ponte alla normalizzazione, ma un consolidamento con piccole correzioni è lecito aspettarsele. Ricordiamo che la settimana entrante sarà corta a livello di contrattazioni in quanto giovedì è festa nazionale per il giorno del ringraziamento e tutti i mercati rimarranno chiusi, mentre venerdì la chiusura sarà anticipata alle ore 13.00 (19.00 CET) ma i volumi saranno molto bassi in quanto molti operatori prolungheranno le festività anche per l'evento del "black friday".

Analizziamo ora graficamente la settimana sui 3 principali indici azionari iniziando, come sempre, dal NASDAQ100. La rotazione settoriale in atto da inizio mese e per due settimane, dopo l’annuncio di PFIZER, ha penalizzato l’indice tecnologico a favore dei titoli ciclici e bancari, questa settimana invece abbiamo assistito ad un ritorno di interesse per i titoli tech e “stay at home” in quanto, se le misure di contenimento resteranno con noi per buona parte dell'inverno, la rotazione settoriale si è forse rivelata è un po' prematura. Il consolidamento in atto potrebbe portare ad un nuovo attacco ai massimi storici che non troviamo particolarmente lontani, fermo restando che quota 12.200 si è rivelata un osso molto duro da superare. Graficamente rimane tutto come la scorsa settimana. Di contro l’area psicologica di 11000/10900 nonché ritracciamento del 27,2% dal minimo di marzo al massimo storico di settembre, rappresenta un forte baluardo dagli eventuali attacchi dei ribassisti. Il livello di RSI a 54 (neutro) permette ulteriori rialzi prima di entrare in area ipercomprato. La settimana si è chiusa a 11906.44 con una perdita del – 0,26% che porta il segno positivo da inizio 2020 al + 36,34%.

Ci ha provato, ad inizio settimana, l’indice S&P500 a far registrare un nuovo massimo storico dopo la notizia di Moderna, ma non ha avuto lo stesso effetto di due settimane orsono dopo quella di Pfizer, con le dinamiche abbastanza uguali, cioè “sell of the news”. Nulla di preoccupante anche perché parliamo di limature al ribasso ma tanto basta per dire che gli investitori si sono messi in modalità “stand by” in attesa di eventi positivi, ma di altra natura. L’ideale sarebbe una lieve correzione per caricare un pò la molla e non è detto che ciò non possa accadere entro la fine dell’anno. Graficamente ribadiamo che, al rialzo, il primo target è posto in area 3950/3960. Mentre l’area 3400 potrebbe essere un buon supporto anche se, l’area 3250 (ultimo swing e ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista 4-5 in giallo) rimane sicuramente un supporto molto valido. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3557.54 con una perdita del – 0,77% rispetto alla scorsa settimana e con un guadagno da inizio anno a + 10,11%.

Quello che non è riuscito in settimana ai precedenti due indici azionari è successo per l’indice DOW JONES che, seppur di poco, ha registrato un nuovo massimo storico per poi ripiegare nei giorni successivi. Rimane in essere la figura di “island reverse” con gap da richiudere. Su questo indice un forte supporto è visibile in area 26750 convergenza tra il ritracciamento del 27,2% con la media mobile semplice a 200 EXP. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 29263.48 il che porta ad una perdita del – 0,73%, che porta il guadagno da inizio anno al + 2,54%.

ORO INDEX

La settimana appena trascorsa sulla commodity non ha prodotto risultati soddisfacenti, anzi ha confermato l’attuale fase di debolezza dei valori andando a cozzare diverse volte sul supporto posto a 1850 $/oz. Ma vediamo come si sono mosse le tre categorie di investitori sul metallo giallo fino a martedì 17 novembre.

I grandi speculatori non commerciali (large speculator) di metalli preziosi hanno aumentato le loro posizioni nette rialziste nei mercati dei futures sull'oro questa settimana, secondo gli ultimi dati sul Commitment of Traders (COT) rilasciati venerdì dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC).

I contratti futures sull'oro, scambiati dai grandi speculatori e hedge fund, hanno totalizzato una posizione netta (tra futures acquistati e venduti) di 251.270 contratti nei dati riportati fino al 17 novembre. Si trattava di un guadagno settimanale di 11.534 contratti netti rispetto alla settimana precedente, per un totale di 239.736 contratti netti.

La posizione netta della settimana è stata il risultato della posizione rialzista lorda (lunghe o al rialzo) in aumento di 11.182 contratti (per un totale settimanale di 329.698 contratti) mentre la posizione ribassista lorda (corti o al ribasso) è diminuita di -352 contratti per la settimana (per un totale di 78.428 contratti).

I grandi speculatori non commerciali dell'oro hanno alzato bruscamente le loro scommesse rialziste questa settimana facendo registrare il maggior rialzo delle ultime sette settimane. In precedenza, le scommesse rialziste erano diminuite per tre settimane consecutive, ma l'inversione di tendenza di questa settimana ha spinto la posizione rialzista al livello più alto delle ultime diciassette settimane. Il sentiment dei “large speculator” continua ad essere fortemente rialzista in quanto le posizioni nette sono rimaste al di sopra del livello di + 200.000 contratti per settantacinque settimane consecutive, a partire da giugno 2019.

Il livello dell'indice di forza dei grandi speculatori non commerciali, mostra che le specifiche sono attualmente a un livello rialzista con un punteggio del 73,9%.

Mentre la posizione dei trader commerciali (commercial) è nettamente opposta, questa settimana è arrivata a una posizione netta (acquisti – vendite) totale di - 294.572 contratti. Si tratta di una variazione settimanale di -11.149 contratti rispetto al totale netto di -283.423 contratti segnalati la settimana precedente.

Il livello dell'indice di forza dei “commercial”, mostra che le specifiche sono attualmente a un livello ribassista con un punteggio del 22,1%.

La posizione dei piccoli commercianti (small speculator) questa settimana ha totalizzato una posizione netta di 43.302 contratti. Si tratta di una variazione settimanale di -385 contratti rispetto al totale netto di 43.687 contratti segnalati la settimana precedente.

Il livello dell'indice di forza dei piccoli commercianti mostra che i piccoli sono attualmente a un livello rialzista-estremo con un punteggio dell'88,9 percento. I piccoli trader sono meno importanti da guardare (nella maggior parte dei casi) poiché i loro numeri tendono ad essere solo una piccola parte dell'interesse totale di negoziazione.

Graficamente la settimana non hi detto molto se non che l’area di supporto 1850 $/oz. (ritracciamento del 38,2% dai massimi storici dell’ultima gamba di rialzo) ha tenuto molto bene configurando un quadruplo minimo settimanale il che non pone certo a favore di un rialzo, soprattutto per il fatto che al rialzo non si è neanche avvicinato alla resistenza dei 1915/1925 $/oz. Quindi, o inverte subito la rotta e consolida sopra detta area di resistenza o dovremmo attenderci una rottura del suddetto supporto con proiezione area 1770 $/oz., area nella quale valuteremo un acquisto con il secondo lotto per quanto riguarda il nostro investimento sull’ETF (PHAU) con la strategia “The Challenge”.

La settimana si è chiusa a 1872.40 $/oz. facendo registrare una perdita del – 0,73%, che porta ad un guadagno da inizio anno al + 22,93%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1870.32 $/oz. con un guadagno da inizio anno del 23,28%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Brutte notizie per il presidente uscente Donald J Trump; infatti sembra proprio che i suoi tentativi di rimanere l'inquilino numero 1 della Casa Bianca stiano definitivamente svanendo.

Georgia, Pennsylvania, Arizona e Michigan, gli stati a cui Trump aveva iniziato un'azione legale per invalidare la legittimità del risultato elettorale, con accuse più o meno colorite di frodi e manipolazioni, hanno rigettato senza possibilità di ritorno la probabilità che effettivamente delle manomissioni vi siano state, annunciando, dopo le dovute verifiche, la piena regolarità dei risultati finali a favore di Joe Biden.

Anche gli esponenti del suo stesso partito, esortano una rapida transizione per il bene del popolo americano; il governatore Repubblicano del Maryland nella giornata di venerdì ha definito oltraggiosa e ridicola una presa di posizione oltranzista da parte di Trump nel non voler rinunciare al suo ruolo di ormai ex presidente Usa. Non solo, anche Mitt Romney, senatore del partito Repubblicano e oppositore di Trump, ha definito questo comportamento una inutile caccia alle streghe che non tiene conto dei reali interessi del Paese, oltre che uno screditamento della democrazia americana davanti al mondo intero.

Persino l'amministratore delegato della Camera di Commercio degli Stati Uniti, Tom Donohue, rappresentate delle lobby che da sempre sostengono i presidenti Repubblicani, ritiene che Trump dovrebbe agevolare la transizione e cooperare per renderla più celere, non tardando un minuto di più. All'accorato appello si unisce anche il capo della National Associations of Manufacturers, Jay Timmons, che ritiene necessaria una collaborazione tra presidente uscente ed entrante per poter rispondere con celerità all'urgenza economica data dalla pandemia in corso.

Nel frattempo Joe Biden sta andando avanti con la transizione e congiuntamente con il Vice presidente Kamala Harris, nella giornata di lunedì ha tenuto un meeting virtuale con i principali sindacati Usa e gli amministratori delegati delle principali aziende, automobilistiche, di vendita al dettaglio e tecnologiche statunitensi. Dall'incontro è emerso che i sindacati avranno più potere sotto l'amministrazione Biden e che la ricostruzione economica dovrà essere sostenuta da un piano di aiuti consistente che sostenga e ripristini al meglio il tessuto economico americano.

Non solo, dall'incontro di mercoledì con il Business Roundtable, nel quale hanno preso parte importanti leader aziendali, è emerso che il focus dovrà essere anche sul sostegno alle piccole medie imprese, sulla rimozione delle tariffe commerciali introdotte da Trump sui beni stranieri per agevolare il flusso economico e sulle riforme riguardanti la polizia. Un'area di disaccordo sembra essere quella sull'aumento dell'aliquota per chi guadagna più di 400 mila dollari.

Per quanto concerne le trattative tra Democratici e Repubblicani sul nuovo piano di aiuti anti-covid 19, il Segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, ha fatto sapere che nelle prossime settimane cercherà di approntare un pacchetto di aiuti mirato, con gli alti legislatori del suo partito e con l'aiuto dei Democratici.

Sul fronte del vaccino invece, dopo la sperimentazione di fase 3, l'azienda farmaceutica statunitense PFIZER e quella tedesca BIONTECH, così come l’azienda MODERNA, chiederanno in via di estrema urgenza alla Food and Drug Administration americana di poter procedere alle prime somministrazioni del vaccino già dal mese prossimo; ovviamente la priorità sarà data ai soggetti che presentano caratteristiche di fragilità più marcate, i quali dovranno firmare un'informativa che li rende consapevoli degli eventuali rischi di somministrazione.

Ricordiamo che il vaccino messo a punto da PFIZER con BIONTECH e MODERNA hanno riportato risultati con un'efficacia del 95% e se la FDA statunitense dovesse approvarne la somministrazione per l'uso di emergenza non sarebbe un'approvazione completa e totale, ma sarebbe ancora ricondotta ad una fase cosiddetta sperimentale.

La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sta portando avanti un piano che minaccia di cacciare le società cinesi dalle borse statunitensi, creando uno scontro tardivo tra Washington e Pechino mentre l'amministrazione Trump termina.

Entro la fine di quest'anno, la SEC intende proporre un regolamento che porterebbe al delisting delle società per non aver rispettato le norme di revisione degli Stati Uniti. I funzionari dell'agenzia si sono mossi rapidamente su una normativa di agosto, quando il gruppo di lavoro del Presidente sui mercati finanziari - un consiglio di regolamentazione i cui membri includono il presidente della SEC Jay Clayton e il segretario al tesoro Steven Mnuchin - ha esortato il regolatore ad approvare le restrizioni che potrebbero avere effetto ad inizio 2022.

La mossa è insolita perché la maggior parte delle agenzie smette di emanare nuove importanti norme politiche dopo le elezioni presidenziali, specialmente quando un nuovo partito sta prendendo il potere. È improbabile che la normativa venga finalizzata prima che il mandato del presidente Donald Trump scada il 20 gennaio. Anche Clayton, che prevede di dimettersi entro la fine dell'anno, se ne andrà prima che qualsiasi regolamento sia finito. Ciò lascerebbe il completamento a un capo della SEC scelto dal presidente eletto Joe Biden.

LA CINA RISPONDE

In attesa dell’insediamento del neo Presidente Usa, Joe Biden, la CINA espande La lista degli accordi commerciali nel mondo. La firma del partenariato economico globale regionale da parte di Cina, Giappone, Corea del Sud e altri 12 stati dell'Asia del Pacifico nel fine settimana apre la strada a una riduzione delle barriere commerciali in un momento in cui il disaccoppiamento USA-Cina e la pandemia pongono sfide al commercio globale. L'accordo RCEP potrebbe supportare una ripresa relativamente più rapida per i suoi membri, in particolare per la CINA: l'accordo potrebbe sostenere il prodotto interno lordo cinese dello 0,5% all'anno, fino al 2030. La Corea del Sud potrebbe beneficiare di un aumento dell'1,4% e il Giappone dell'1,3%, supponendo che il 90% delle tariffe venga eliminato.

POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

Dopo le dichiarazioni di Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro americano, di non avere intenzione di continuare a finanziare alcuni programmi di supporto economico al Covid-19, non si sono fatte attendere le rimostranze da parte degli esponenti della Banca centrale USA.

Questa decisione è apparsa non del tutto ragionevole alla FED, la quale ha fatto sapere, tramite dichiarazioni dei suoi esponenti che il taglio ai finanziamenti potrebbe non essere una mossa sensata in tempi così bui, dove il contagio sembra correre senza sosta. In particolare, il governatore della FED di Chicago Chris Evans, ha affermato nella giornata di venerdì il suo disappunto e la sua delusione nell'apprendere lo stop a diversi programmi di prestito implementati durante la pandemia. Il taglio riguarderebbe i prestiti alle piccole medie imprese, ai governi statali e locali e le agevolazioni che includono l'acquisto di obbligazioni societarie da parte della FED. Il contrasto tra Dipartimento del Tesoro e Banca centrale sembra netto; la FED ha infatti affermato il proprio volere che le linee di prestito continuino senza interruzioni, poiché costituiscono un fondamentale supporto all'economia americana che versa in condizioni non ottimali.

Dal canto suo, Mnuchin, difende la propria posizione affermando che le strutture di prestito in questione sono state utilizzate a malapena ed è ora che i soldi tornino. Alcuni programmi in scadenza a dicembre saranno tagliati, altri mantenuti, mentre la FED grida a gran voce che l'intera linea di prestiti dovrebbe continuare ad essere garantita. Mnuchin ha concluso il suo intervento con l'affermare che la FED ha ancora moltissime risorse da utilizzare e che i soldi del Dipartimento del Tesoro non sono necessari per finanziare ancora alcune parti del programma di prestito. In realtà questa è una manovra politica di Mnuchin per avere le risorse necessarie al fine di trovare un accordo con la Pelosi per il “fiscal cliff” e cercando di non perdere il posto come capo del Dipartimento del Tesoro. La FED, tramite il suo presidente, Jerome Powell, ha fatto sapere che restituirà i soldi inutilizzati facenti parte del fondo istituito per i programmi di sussidio al Dipartimento del tesoro.

DATI MACROECONOMICI

Dopo il dato dell'Empire NY Fed Manufacturing e la University of Michigan Consumer Confidence di inizio settimana, anche le vendite al dettaglio di ottobre hanno deluso, pur mostrando la quinta salita di seguito. Le vendite al dettaglio su base mensile ad ottobre, registra un aumento del + 0,3%, ma un decremento rispetto al dato atteso del + 0,5% e al mese di settembre del + 1,6% (dato rivisto); il dato del “control group” (che rappresenta le vendite totali del settore utilizzate per preparare le stime del PCE per la maggior parte delle merci) invece fa registrare un aumento meno marcato del + 0,1%, ma minore rispetto al + 0,5% del consensus e nettamente meno del + 0,9% di settembre (dato rivisto). Parte del problema è che le vendite al dettaglio salgono del 5,7% anno su anno, ma ad un ritmo gonfiato da sussidi, assegni e lockdown, e comunque insostenibile nel futuro.

Cresce invece la produzione industriale statunitense nel mese di ottobre; il dato mensile registra un aumento del + 1,1%, dopo il dato di settembre di -0,4% (dato rivisto) e un'aspettativa di crescita del + 1%.

Nella giornata di giovedì ecco un altro indizio che il quadro macro inizia a deteriorarsi in USA. I sussidi di disoccupazione settimanali, che recentemente erano calati più delle attese, sono rimbalzati a 742.000 richieste dalle precedenti 711.000 (dato rivisto da 709mila) e contro stime per 700.000 registrando la prima salita in 5 settimane. Da notare bene che i contributi del Pandemic Emergency Unemployment Compensation (PEUC) e del Pandemic Unemployment Assistance (PAU) sono ancora distribuiti a circa 13 milioni di cittadini (rispettivamente 4,376,847 e 8,681,647). Questi programmi scadono a fine anno e se non li rinnovano saranno dolori.

Lo stato di salute della produzione manifatturiera prodotto dalla FED di Philadelphia, relativo alla medesima area, a novembre segna un'espansione di 26.3 punti, migliore del pronostico a 22 punti ma leggermente sotto tono rispetto al dato di ottobre di 32.3 punti.

Infine ottime, come di recente, le vendite di case (non di nuova costruzione) con + 4,3% da precedente + 9,9% e contro le stime degli analisti per – 1,1%. Il crollo dei tassi e la domanda di ricollocazione fuori dai centri città per il Covid, hanno fatto esplodere queste vendite sui livelli della bolla immobiliare nel 2006. Un forte supporto per il ciclo, ma non un fenomeno molto sano.

PORTAFOGLIO AZIONARIO

Nonostante la settimana relativamente piatta sugli indici azionari, anche questa volta siamo riusciti a portare a casa un bel tozzo di pane sul Portafoglio LombardReport con la strategia sulle azioni internazionali, andando a target sul titolo del Nyse, SORRENTO THERAPEUTICS, con metà della posizione al + 26,51% e lasciamo correre l’altra. Niente di fatto con i nuovi ordini sui titoli italiani. Il problema è che se i mercati non effettuano un pullback non è conveniente acquistare a questi prezzi. Il rischio è troppo alto.

Passiamo ora al Portafoglio “The Challenge” che, nonostante la strategia conservativa, incrementa le nostre soddisfazioni con il raggiungimento del Target sul titolo italiano TECHNOGYM (ed è la seconda tornata) con un guadagno del + 30,33%. Ma anche il resto del Portafoglio offre buone performance con un buon recupero su quelle due/tre posizioni in sofferenza, sulle quali siamo stati troppo conservativi non riuscendo ad acquistare i secondi lotti che oggi, con il senno di poi, avrebbero fruttato guadagni più che ottimi. Comunque non possiamo davvero lamentarci visto le performance registrate fino ad oggi sulle operazioni chiuse. A tal proposito, per la gioia degli abbonati che ne hanno fatto richiesta ma, valide soprattutto per i nuovi abbonati, abbiamo implementato Il Portafoglio con un disclaimer contenente il link che porta alla visione delle operazioni storiche fino ad oggi.

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

MODERNA INC. Lunedì scorso, la società biofarmaceutica ha affermato che il suo vaccino COVID-19 ha raggiunto il suo “endpoint” primario nell'analisi iniziale dei dati di uno studio di fase 3, dimostrando un'efficacia del 94,5%, un tasso molto più alto di quanto originariamente previsto, innescando acquisti sul titolo su vasta scala.

La notizia è stata condivisa in un comunicato e non è stata ancora pubblicata come prestampa o su riviste mediche. Inoltre l'azienda ha affermato che il vaccino può rimanere stabile da 2 gradi a 8 gradi Celsius, che è la temperatura di un frigorifero domestico standard, per 30 giorni, il che dovrebbe renderlo più facile da distribuire. Infine Moderna ha anche detto che prevede di presentare una domanda di autorizzazione all'uso di emergenza con la FDA statunitense per il vaccino, che si chiama mRNA-1273, nelle prossime settimane e si aspetta che si basi sull'analisi finale di 151 casi con una media di follow-up di oltre due mesi. La FDA richiede che un vaccino contro il Coronavirus sia efficace almeno al 50% per ottenere l'approvazione.

L'annuncio arriva una settimana dopo che Pfizer Inc. ed il partner BioNTech avevano detto che il loro vaccino COVID-19 aveva raggiunto un'efficacia del 90% in un simile studio in fase avanzata. I vaccini Moderna e Pfizer sono entrambi basati sulla tecnologia RNA messaggero, che utilizza la versione sintetica del virus per indurre le cellule umane a creare copie di una parte del virus e quindi indurre il sistema immunitario a reagire. Questa tecnologia è in fase di sviluppo per trattare altre malattie gravi, incluso il cancro, ma nessun vaccino a RNA è stato ancora approvato

Gli analisti di BofA hanno affermato che i risultati rappresentano lo scenario migliore. "Le notizie di oggi sono una chiara vittoria per la comunità globale. Tuttavia dati aggiuntivi come sicurezza estesa, durata, velocità di trasmissione e riduzione dei ricoveri sono punti di dati chiave ancora mancanti".

TESLA. A fine anno farà parte del grande indice S&P 500, forse in due tranche. Nel comunicato stampa S&P Dow Jones Indices ha dichiarato: "A causa delle grandi dimensioni della capitalizzazione, S&P Dow Jones Indices sta cercando un feedback attraverso una consultazione alla comunità degli investitori per determinare se TESLA dovrà essere aggiunta tutta in una volta alla data di efficacia del ribilanciamento del 21 dicembre p.v. o in due tranche separate entro la data di efficacia del ribilanciamento”.

Tesla ha ribadito che prevede di avviare la produzione di veicoli negli stabilimenti di Berlino e Austin il prossimo anno. Tuttavia, Musk ha anche avvertito che: “la produzione inizierà molto lentamente per andare a regime tra i 12 e i 24 mesi. Inoltre, se tutto andrà bene, saremo in grado di effettuare alcune consegne del Cybertruck verso la fine del prossimo anno".

Tesla prevede di iniziare a produrre le proprie batterie agli ioni di litio da utilizzare all'interno dei suoi prodotti, oltre a fare affidamento su fornitori di batterie di terze parti come Panasonic e LG Chem. L'azienda ha fissato gli obiettivi di avere 100 gigawattora (GWh) di capacità di produzione annuale entro il 2022 e ben 3 terawattora (TWh) di capacità entro il 2030.

Le entrate di Tesla nella generazione e nello stoccaggio di energia sono aumentate del 44% all'anno a 579 milioni di dollari. Le implementazioni di accumulo di energia sono aumentate del 59% a 759 MWh; le installazioni solari sono aumentate del 33% a 57 MWh, ma i margini rimangono molto bassi.

Questa società da 490 $/az. guadagna un misero 0,52 $/az., il P/E quindi è di 942 volte gli utili (??); eppure il New York Times pubblica che TESLA aderendo all'indice S&P potrebbe far sì che gli investitori si affrettino ad acquistare le sue azioni. Ma chi la pensa così??

APPLE. In concomitanza con l'uscita del nuovo Iphone 12, l'azienda di Cupertino ha dovuto affrontare la resa dei conti per il famoso “Battery gate”. Apple ha deciso di pagare 113 milioni di dollari per chiudere definitivamente la causa che era stata intentata da ben 34 Stati americani; i cittadini di questi stati, attraverso i loro legali, hanno denunciato la pratica sleale di Apple nell'attivare automaticamente nei suoi dispositivi un decadimento prestazionale dopo un certo periodo di tempo, che avrebbe portato i proprietari ad avere un'unica scelta: cambiare dispositivo con il conseguente acquisto di un nuovo modello. Così facendo Apple avrebbe incrementato il proprio fatturato esponenzialmente ai danni dei consumatori, ignori del meccanismo automatico di obsolescenza.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

INTUIT – 2,59%. La società che crea soluzioni di gestione aziendale e finanziaria che aiutano a semplificare l'attività della vita di piccole imprese, consumatori e professionisti della contabilità, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2021 pari a 0,94 $/az. su un fatturato di 1,32 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,37 $/az. su un fatturato pari a 1,21 mld $. I ricavi sono aumentati del 13,6% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2021 tra 1,31 e 1,34 $/az. su un fatturato tra 1,84 e 1,85 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,21 $/az. su un fatturato di 1,80 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2021 tra 8,40 e 8,55 $/az. per un fatturato tra 8,265 e 8,415 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2021 per gli utili è pari a 8,43 $/az. su ricavi pari a 8,29 mld $.

Sasan Goodarzi, A.D. di Intuit, ha affermato: "Abbiamo avuto un buon inizio d'anno mentre continuiamo ad accelerare l'innovazione sulla nostra piattaforma di esperti basata sull'intelligenza artificiale. Abbiamo registrato una crescita dei ricavi a due cifre nel trimestre e siamo entusiasti della velocità della nostra innovazione".

JD.COM – 4,71%.  E’ una società di vendita diretta online in Cina. La Società acquisisce prodotti dai fornitori e li vende direttamente ai propri clienti tramite il proprio sito Web e le applicazioni mobili, ha riportato utili nel terzo trimestre 2020 pari a 0,50 $/az. su un fatturato di 25,66 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,40 $/az. su un fatturato pari a 25,70 mld $. I ricavi sono aumentati del 36,0% su base annua.

Richard Liu, presidente e CEO di JD.com, ha dichiarato: "Oggi, mentre la Cina esce dalla pandemia, siamo lieti di vedere che i nostri partner commerciali si stanno riprendendo rapidamente con il supporto della nostra infrastruttura nella catena di fornitura online e offline. Le nostre offerte ai consumatori continuano ad espandersi con oltre 100 milioni di nuovi utenti attivi che si uniscono alla piattaforma rispetto a un anno fa. Al fine di garantire una migliore esperienza ai clienti e servire meglio i nostri partner commerciali, abbiamo continuato ad assumere personale nonostante le incertezze derivanti dal COVID. Non vediamo l'ora di sfruttare continuamente la tecnologia leader della catena di fornitura di JD e l'infrastruttura nazionale per il beneficio della società".

NETEASE + 5,94%. La società che gestisce una comunità online interattiva in Cina ed è un importante fornitore di contenuti e servizi in lingua cinese attraverso i suoi giochi online, portale Internet, posta elettronica e servizi wireless a valore aggiunto, ha riportato utili nel terzo trimestre 2020 pari a 0,64 $/az. su un fatturato di 2,75 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,39 $/az. su un fatturato pari a 2,77 mld $. I ricavi sono aumentati del 34,2% su base annua.

William Ding, CEO e direttore di NetEase, ha affermato: “La forza della nostra attività di videogiochi è sostenuta dal nostro portafoglio di giochi diversificato e in crescita con una longevità impressionante. Inoltre, la nostra solida pipeline di giochi pronti per il lancio è estremamente eccitante e non vediamo l'ora di svelare le nostre sensazioni dei giochi su più generi sia a livello nazionale che internazionale. Saremo attori globali nei prossimi trimestri".

NVIDIA – 1,57%. La società si occupa di tecnologie di processori grafici programmabili. I suoi principali segmenti di business sono le unità di elaborazione grafica, i processori per media e comunicazioni e l'elettronica palmare e di consumo, ha riportato utili nel terzo trimestre 2020 pari a 2,91 $/az. su un fatturato di 4,73 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,57 $/az. su un fatturato pari a 4,41 mld $. I ricavi sono aumentati del 56,8% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2020 tra 2,63 e 2,95 $/az. su un fatturato tra 4,704 a 4,896 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,54 $/az. su un fatturato di 4,42 mld $.

Jensen Huang, fondatore e CEO di Nvidia ha affermato: “NVIDIA sta puntando su tutti i settori, ottenendo ricavi record nel settore dei giochi, dei data center e in generale. La nuova GPU NVIDIA GeForce RTX offre il nostro più grande salto generazionale mai visto e la domanda è travolgente. Continuiamo ad alzare il livello con NVIDIA AI (intelligenza artificiale). La nostra piattaforma di elaborazione A100 sta crescendo rapidamente, con le principali società cloud che lo implementano a livello globale. Abbiamo superato il benchmark di inferenza AI del settore e i nostri clienti stanno trasferendo in produzione alcuni dei servizi AI più popolari al mondo, basati sulla tecnologia NVIDIA. Abbiamo annunciato il processore per data center programmabile NVIDIA DPU e l’acquisizione prevista della società Arm Limited, creatore della CPU più popolare al mondo.

ROSS STORES - INV. La società che gestisce due catene di negozi di abbigliamento ed accessori per la casa a prezzi scontati negli Stati Uniti, ha riportato utili nel terzo trimestre 2020 pari a 1,02 $/az. o 0,37 $/az. dopo un rifinanziamento di obbligazioni senior su un fatturato di 3,75 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,61 $/az. su un fatturato pari a 3,43 mld $. I ricavi sono diminuiti del 2,5% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Barbara Rentler, CEO, ha commentato: "Le tendenze delle vendite hanno subito un'accelerazione durante il terzo trimestre dopo un inizio lento in agosto, spinto da un miglioramento dei nostri assortimenti di merce, dalla stagione del rientro a scuola, da prestazioni migliori nei nostri mercati più grandi ed il ritorno a orari di apertura più normali. Il margine operativo del terzo trimestre del 4,4% è sceso dal 12,4% nel 2019 ed è stato influenzato negativamente dal rifinanziamento del debito una tantum, che era equivalente a 640 punti base. Inoltre, anno su anno il calo dei margini riflette i maggiori costi operativi legati alla pandemia nel 2020".

WORKDAY – 5,68%. La società è un fornitore di applicazioni aziendali basate su cloud per la gestione del capitale umano, buste paga, gestione, monitoraggio dei tempi, approvvigionamento e gestione delle spese dei dipendenti, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2021 pari a 0,86 $/az. su un fatturato di 1,11 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,67 $/az. su un fatturato pari a 1,09 mld $. I ricavi sono aumentati del 17,9% su base annua. La società ha detto di aspettarsi un fatturato per l’intero anno fiscale 2021 tra 3,77 e 3,78 $ mld in leggero aumento rispetto alla precedente previsione. L'attuale stima degli analisti per il 2021 sui ricavi è pari a 4,27 mld $.

Aneel Bhusri, cofondatore e co-CEO di Workday, ha dichiarato: “È stato un altro trimestre positivo per tutto il nostro portafoglio di prodotti con un continuo aumento nella gestione finanziaria, che ora ha raggiunto 1.000 clienti. Dal punto di vista tecnologico, un ingrediente indispensabile per le organizzazioni in futuro è avere una solida base digitale ed ora è il momento di accelerare questa transizione. Con questa maggiore attenzione all'accelerazione digitale, riteniamo che le basi e le soluzioni flessibili offerte da Workday siano particolarmente adatte alle esigenze delle aziende di questi tempi, costruite in modo nativo per il cloud e con le persone al centro di tutte le nostre soluzioni”.

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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO