L’Italia si è fermata…


Abbiamo volutamente atteso per scrivere queste righe, per evitare di cadere nelle tante trappole mentali che le situazioni di paura e pericolo portano con sé. Il virus è prepotentemente e forse inaspettatamente entrato nelle nostre vite e oggi facciamo i conti con un Paese quasi paralizzato. Paralisi che tuttavia non ha colpito i soliti strozzini profittatori che hanno speculato sulla pelle degli altri, rincarando follemente alcuni presidi medici e addirittura tentando truffe di ogni sorta e genere…

Al momento, con tutta la buona volontà, c’è poco da dire poiché la situazione è in continua evoluzione e il surplus di informazione stordisce e confonde più che aiutare a demarcare i veri confini di questa emergenza sanitaria. Noi dal canto nostro non abbiamo nessuna competenza in campo medico per cui ci concentriamo sugli effetti economico-finanziari che derivano e deriveranno da questa situazione.

Già l’Italia si stava avviando verso la recessione negli ultimi mesi dello scorso anno, ma questa emergenza sta amplificando, inevitabilmente, la contrazione del Pil. Il vero guaio è che non avremo effetti “one shot”, poiché se solo pensiamo al turismo, il danno d’immagine che ricaviamo come meta turistica durerà diversi mesi e ci priverà di una buona parte degli arrivi dall’estero.

Il turismo concorre almeno per il 13% al nostro Pil, per cui immediatamente si capisce che la botta non sarà leggera. A questo si aggiunga il fatto che, naturalmente, la socialità è ridotta al lumicino e quindi i locali come ristoranti, bar e via discorrendo, stanno accusando un duro colpo. Alcuni sostengono che sia solo una psicosi ingiustificata, altri invitano alla massima prudenza, altri ancora si dibattono tra pareri (talvolta anche scientifici) discordanti.

Il nostro portafoglio, ovviamente, patisce un po’ il riflesso nefasto sui mercati, ma regge bene la botta, se paragonato ai principali indici. Almeno qui, nulla di preoccupante, anche perché dopo una sfilza di sei massimi storici consecutivi che ha portato ad una crescita monstre dell’1,30% in un mese e mezzo, un assestamento ci sta, a prescindere dall’emergenza virus. Bene abbiamo fatto a tenerci ancora della liquidità da parte, perché è in momenti come questi che fa comodo avere risorse da poter eventualmente utilizzare.

Il nostro NAV vale oggi, ai prezzi correnti di mercato, 118,56 contro i 119,82 del precedente massimo storico registrato il 19 febbraio scorso. La performance cumulata è tornata in area 10%, considerando che a febbraio del 2016 il NAV iniziale del portafoglio valeva 107,99 e che contro i 118,56 attuali porta ad un risultato complessivo del 9,80%.

Attendiamo gli sviluppi di questa nuova emergenza e se del caso interverremo sul portafoglio. Per ora il rischio complessivo è assolutamente sotto controllo e l’asset è in equilibrio.

Portafoglio come di consueto aggiornato nell’apposita sezione.