Europa, ora o mai più!


Arriverà il momento in cui tutti i 27 membri dell'Ue si renderanno conto che nessuno può pensare di salvarsi da questa situazione storica e senza precedenti, andando da soli per la proprio strada, senza condividere  e mutualizzare i dolori di oggi.

Alla luce delle indecisioni della politica, emerse in questa settimana, ancor più valore ha il messaggio della Bce.

Avevamo affermato in precedenti articoli, quanto le politiche monetarie siano efficaci se supportate da adeguate politiche di bilancio.

Negli Usa, alle manovre espansive della Fed, è seguito quasi immediatamente un maxi piano di rilancio approvato dal Congresso in tempi record.

La Bce, questa volta, ha immediatamente chiarito che il passo successivo spettasse alla politica, nella fattispecie all'Eurogruppo e, la politica, come c'era da attendersi, sta cercando di guadagnare tempo in maniera ripugnante tanto da ridare vita a vecchi rancori.

C'è un momento per la mediazione, certamente, ma esistono situazioni in cui non si può perdere tempo o tutto quello che hai costruito con fatica rischia di sfaldarsi in pochissimi giorni.

E' il momento della scelta, ora o mai più.

A capeggiare il gruppetto di paesi europei che non vorrebbe mutualizzare i costi di questo shock simmetrico, ovvero che colpisce tutti nello stesso modo, troviamo l'Olanda, l'Austria, la Finlandia e, seppur in modo meno eclatante, la Germania.

Eppure, la stessa Germania, che annovera ben tre "default" accumulati gloriosamente durante il secolo scorso, ben dovrebbe conoscere questo tipo di evoluzioni, essendo stata capace di autodisintegrarsi varie volte nel corso della storia, proprio a causa del suo stesso modo, senza empatia per l'appunto, di concepire la società civile.

La stessa empatia che il mondo intero, pur senza merito, le aveva mostrato alla fine della seconda guerra mondiale, non richiedendo indietro per intero, i danni dei disastri creati e, quindi, dandole l'opportunità di rinascere.

Ci sono momenti nella storia in cui questi ricordi riaffiorano e tornano attuali quanto mai.

Con la pandemia che sta colpendo il mondo in maniera violentissima, tornare a parlare di questi argomenti ha il sapore della vergogna, quella che molti popoli del Nord Europa non sembrano avvertire.

Se la Bce e la Commissione Europea avevano segnato un punto a favore degli europeisti, la scorsa settimana, la politica ha, questa volta, concesso un grande punto ai nostalgici, a quelli che sostengono che l'Unione Europea non esista.

E come dargli torto dinanzi ai rischi che tutte le economie europee stanno rischiando?

In fin dei conti, siamo ottimisti, un accordo verrà raggiunto perchè abbiamo imparato bene che chi si emargina e si chiude in se stesso, nel contesto internazionale, finirà con il proprio tessuto economico, letteralmente spappolato; di questo ne sono ben consci anche i membri del gruppetto dei "rigoristi ad ogni costo".

E' solo questione di giorni, ovvero andrà a coincidere con l'innalzamento dei contagi anche dei "virtuosi" del Nord, fatto che confermerà purtroppo, la loro cecità e la loro anaffettività congenita.

Il senso di nausea che rimane, purtroppo, sarà difficile da lenire.

Esaurito questo argomento, su cui non potevo non esprimere il mio forte rammarico per questa ennesima pessima figura dell'Eurogruppo, andiamo ad analizzare quanto accaduto in settimana nei mercati mondiali.

Per quanto riguarda l'indice, il Nasdaq 100, che a mio modo di vedere , in questo momento guida il mondo intero, due sono gli scenari ipotizzabili.

Apertura di lunedi senza perdere i 7600 e rapido ritorno sui 7800 punti con possibile espansione sino all'area degli 8300 punti.

Secondo scenario, rottura dei 7600 e possibile ritorno ai 6600 punti.

Particolare attenzione, in caso di andamento fortemente negativo, ai supporti in area 5700 e 5400 punti.

In settimana abbiamo visto il "margin debt" prendere forma per dare spunto ad un rimbalzo importante ma che non dà affatto il senso della solidità, ma questa è una mia personale sensazione che spero venga smentita dai fatti.

RELATECH

In Italia, abbiamo visto Relatech, azione di cui avevamo parlato nei mesi scorsi, proseguire la sua corsa come se nulla stesse accadendo.

Una crescita così sostenuta, in un contesto come quello dei giorni nostri, suggerisce che qualche grande news stia per arrivare, di cui però, nessuno di noi è a conoscenza.

Tornando all'argomento principe, ovvero a questa Europa a 27, che già si era dimostrata debole e lenta nella risposta alla crisi dei subprime, ad oggi si trova dinanzi ad una scelta cruciale: la condivisione, e quindi la dimostrazione di essere "un'Unione di fatto", oppure la dissoluzione lenta e dolorosa.

Questa volta, e per alcuni versi, finalmente, non sarà la Bce a salvare l'Euro , bensì le scelte dell'Eurogruppo, che finora hanno dimostrato di saper giocare meravigliosamente allo scaricabarile a mezzo di infiniti tatticismi.

Nelle vostre mani, passa la scelta tra un decennio di rinascita o quella di un decennio di pene inenarrabili.

Questa volta, cari amici europei, farete comprendere al mondo intero se questa è un'unione o non lo è, non vi sono alternative.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)