Il cassettista globale è avvertito!


La settimana passata ho volutamente intitolato il mio articolo scrivendo che c'era "qualche buona notizia e qualche segnale anticipatore" (articolo: https://www.lombardreport.com/2020/3/22/come-quei-che-volentieri/). Avevo infatti segnalato la possibilità di un rimbalzo di breve (specialmente sul mio driver principale: il mercato americano) che si è puntualmente verificato nell'ottava appena terminata.

Dopo un breve tentativo di affondo nella seduta di lunedì abbiamo infatti avuto un indice Dow Jones che è passato da 19000 punti ad un massimo di 22500 (+18%) per poi terminare venerdì a 21600 punti circa. Idem per il Nasdaq (+13% a giovedì sera).

Stessa cosa, a rimorchio, dicasi per il nostro indice FTSEMIB40, passato da 15300 a 16820 on close di venerdì (+10% circa).

Come sempre fatto nelle ultime settimane, individuato come driver principale dei mercati la situazione relativa ai contagi della pandemia in corso, procediamo con l'analisi dei casi.

Per semplicità ho deciso di pubblicare solo gli istogrammi di tre nazioni: Italia, Germania e Stati Uniti.

La motivazione è semplice: se anche la Germania sperimentasse con decisione un'impennata dei contagi (pur avendo più posti disponibili nelle terapie intensive) sarebbe forse possibile sperare in un'apertura verso una mutualizzazione del debito post pandemia senza che se lo accollino le singole nazioni. Qui non si tratta di non pagare i debiti pregressi (dovuti anche a provvedimenti come il reddito di cittadinanza) ma di non accollarsene altri enormi rendendo il debito stesso non più (definitivamente) sostenibile. Debiti NON derivanti da errori del singolo STATO ma da uno shock simmetrico che ha colpito tutti. Capite bene che un' Europa che non fa della solidarietà il suo valore portante è un' Europa che a mio modo di vedere ha ben poco senso. E questo poco senso lo si è già sperimentato più volte nel recente passato (vedi gestione dei migranti ad esempio). La fine dell'Euro o di questo euro? Direi che è un evento da non escludere a priori. 

Veniamo ora all'analisi dell'incremento giornaliero dei casi ed andiamo per ordine.

Italia

Germania

Stati Uniti

A colpo d'occhio si vede che la curva italiana sta "flattando", quindi l'incremento dei casi giornalieri si sta stabilizzando senza rompere nuovi massimi storici. Considerate che in linea di massima l'appiattimento avviene dopo 30/40 giorni dai primi morti, quindi dovremmo esserci. Così non è per Germania e Stati Uniti (ometto altre nazioni come Spagna e UK) che sono all'inizio. Direi che per noi è un dato ESTREMAMENTE positivo e che già Vi avevo anticipato la settimana scorsa. Questo dato potrebbe infatti permettere al nostro mercato di stabilizzarsi nelle prossime sedute, senza segnare nuovi minimi (inferiori a quello toccato nella seduta del 16 Marzo a quota 14153). Naturalmente l'assestamento auspicato sarà funzionale anche al newsflow politico europeo. 

Un'evento shock che ha sconvolto i dati macroeconomici è stata la pubblicazione del dato sui jobless claims negli Stati Uniti, con uno spike a 3.28 milioni. Un dato MAI visto prima. Andando sul sito della Federal Reserve di St. Louis trovate il dato pubblicato dalla fine degli anni '70 con le relative recessioni evidenziate in grigio (ed i conseguenti interventi della FED per calmierare la situazione). Ora, l'aspetto che considero estremamente interessante e potenzialmente MOLTO profittevole è che tutte le volte che si è verificata una salita tra i 450 mila ed i 600 mila la FED è sempre intervenuta in modo MASSICCIO con stimoli monetari estremamente forti. Questo è avvenuto a ridosso o verso la fine delle recessioni e da lì in avanti il mercato è salito nel medio/lungo periodo. Certo, non mi rimangio quanto da me scritto recentemente, cioè che la pandemia non è un qualcosa che possa essere sconfitto SOLO con politiche monetarie ma anche e soprattutto con politiche economiche. Però capite bene che se in Svizzera ti accreditano il 10% del fatturato sul conto corrente senza grosse pratiche burocratiche (vado a memoria) o se negli Stati Uniti si iniettano "direttamente in endovena" 2000 miliardi di dollari, gli effetti nel lungo termine ci sono e ci saranno certamente. Tanto più che, come ho sempre scritto, questa pandemia NON E' e NON SARA' LA FINE DEL MONDO ECONOMICO. Ma visto che ho imparato che nella vita le cose negative racchiudono sempre delle positività (che magari non si vedono subito ma col tempo), rimango convinto che si stia creando anche una GRANDE opportunità. 

Tornando al chart dei jobless claims la recessione c'è e sarà forte, MA è un segnale ESTREMAMENTE BULLISH per il lungo termine ed in ottica GLOBALE.

Il grafico seguente, del modello della FED di St. Louis, mostra che in occasione di un repentino aumento dei jobless claims si sono verificate recessioni (evidenziate in grigio).

Visionando un grafico depurato dall'inflazione notiamo ad esempio che negli anni '70 il Dow ha avuto un rimbalzo consistente.

Stessa cosa dicasi per gli anni '80 quando le richieste passarono da 440 mila ad oltre 600 mila.

Un pò più sofferto è stato il periodo relativo al 2000/2001 (bolla internet e attacchi dell'11 Settembre se ben Vi ricordate)

E poi l'ultima GRANDE crisi del 2008 che però ha poi portato ad un bull market di 12 anni.

Il cassettista (GLOBALE) è avvertito!

Ad maiora !

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)