Lo short selling (o vendita allo scoperto)


Buongiorno a tutte le lettrici e lettori. Mercato abbastanza apatico nelle ultime sedute e con un calo drastico dei volumi. Questo è dovuto al blocco dello short selling (altresì noto come vendita allo scoperto) su Borsa Italiana (blocco che però non riguarda i market maker).  Pensate che alle ore 11.15 di oggi sono stati scambiati solamente 3400 contratti future sul FTSEMIB40 e circa 2000 contratti sul minifib.

In queste situazioni sarebbe forse più utile consentire l'attività short almeno in intraday, naturalmente assistita dalla disponibilità dei titoli,  o comunque anche a random su certe azioni, in modo da tutelare maggiormente gli operatori e gli investitori per permettere a chi volesse chiudere (o aprire) delle posizioni di trovare più liquidità e quindi un "cuscinetto" maggiore in modo da non "rompere" i book di negoziazione, sia al rialzo che al ribasso, come si è verificato poche sedute fa sul titolo ENI che è uno dei più rappresentativi e pesanti del nostro indice e le cui vendite hanno fatto sì che l'intera Borsa Italiana scendesse.

La mancanza dello short (ribadisco: non di quello multiday dei grossi istituzionali ma di quello intraday) porta inevitabilmente a minor liquidità e a movimenti caratterizzati da maggiori spike (al rialzo o al ribasso) e sicuramente anche a spread bid/ask decisamente più ampi, il che significa che se il piccolo risparmiatore o peggio un fondo devono vendere rischieranno di farlo ad un prezzo più basso e se dovranno acquistare rischieranno di farlo ad un prezzo più alto (come dimostrato dal book di ENI che pesa oltre il 10% sul nostro listino).

Lo short selling intraday assistito dalla disponibilità dei titoli fa sì che chi ha venduto dovrà comunque ricoprirsi alla fine della seduta o nel durante fornendo appunto liquidità all'intero sistema, rendendolo così maggiormente efficiente. 

A titolo puramente accademico la vendita allo scoperto è sempre molto più rischiosa del classico acquisto a mercato. In una lezione in università  ricordo infatti che si metteva in evidenza che lo short selling porta ad un potenziale utile finito (l'azione va a zero) a fronte di una perdita potenzialmente infinita (l'azione sale solo). Viceversa chi acquista una azione ha un potenziale guadagno infinito (l'azione sale solo) a fronte di una perdita limitata (l'azione va a zero).

Se si ha la febbre non è mai colpa del termometro. Quello è solo uno strumento che ci permette di misurarla.

Questo è il mio pensiero.

Un saluto a tutti

Ad maiora !

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)