Mercato obbligazionario: tassi “congelati”


La Commissione europea ha (finalmente…) concepito la sua proposta sul Recovery Fund, che rispetto a quella franco-tedesca aggiunge 250 Mld in più, portando così il totale a 750 Mld. Le risorse sarebbero destinate agli Stati richiedenti sino ad un massimo di 500 Mld a fondo perduto e per i restanti 250 Mld sotto forma di prestiti.

Chiaro che l’accesso ai fondi è vincolato: infatti, sarebbe condizionato all’adozione di riforme strutturali poiché i fondi ottenuti verrebbero vincolati all’impiego per la modernizzazione dell’economia. Secondo alcuna stampa specializzata, l’Italia risulterebbe la principale beneficiaria con 82 Mld di sovvenzioni e 91 Mld di prestiti massimi potenziali.

La caratteristica più interessante di questo fondo consisterebbe nel finanziamento totale tramite l’emissione di obbligazioni, cioè debito in comune tra gli Stati comunitari e con scadenze minime di 8 anni e massime di 38 anni. Viene quasi il dubbio che questa Europa non sia l’Europa di un mesa fa…

E infatti, poiché il diavolo sta nei dettagli, è sui tempi che la proposta (perché di questo si tratta…) lascia molto a desiderare, e come riporta alcuna stampa specializzata “quasi che sorge il dubbio che sia stata avanzata per essere respinta o per non essere mai messa realmente in atto”.

E certo, perché il fondo diventerebbe operativo con il nuovo bilancio comunitario (1.100 Mld) per il periodo 2021-2027; ovvero dopo aver eventualmente superato lo scoglio del vertice UE in programma il prossimo 18-19 giugno, al quale quasi certamente ne seguirebbe un altro a luglio, per poi passare la palla all’Europarlamento cui spetta la parola finale. Il tutto passando per l’opposizione annunciata di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia. Staremo a vedere…

Intanto i mercati obbligazionari sonnecchiano, con rendimenti che paiono congelati da qualche settimana a questa parte, con micro-aggiustamenti quasi impercettibili. Ottimo successo del nuovo Btp Italia che ha raccolto oltre 22 Mld Euro tra retail e istituzionali, viste le condizioni molto allettanti poste dal MEF. Prosegue anche il momento di tregua sul nostro debito pubblico, con lo spread che torna sotto i 200 bps, al momento certamente aiutato dalle prospettive della proposta della Commissione UE sul Recovery Fund.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve anche questa settimana evidenzia sostanziale stabilità dei rendimenti, come già osservato nelle settimane scorse su tutto il tratto di curva. Abbiamo rendimenti negativi ora sino alle scadenze 2033 e la parte a lunga riconquista marginalmente l’area positiva portandosi poco sopra a 0,02% sulle scadenze 2050. La scadenza a 10 anni rimane ferma in territorio negativo sempre in area -0,11%. La curva conserva ancora la sua forma a “schiena d’asino” confermando anche lo “shift-down” parallelo che vede infatti stabili in area -0,30% le scadenze 2022, per poi raggiungere il massimo in area 0,10% per la scadenza 2040. Leggera salita per i forward su Euribor 6 mesi sul tratto a lunga, ora verso area 0,30% mentre risultano in contrazione sul tratto a breve che rivede area -0,50%.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali osserviamo un quadro immutato rispetto alle scorse analisi, a conferma del momento di stabilità del quadro in ottica strategica. Trendycator rimane quindi lo SHORT sull’area UK, con rendimenti ora poco sotto area 0,20% in contrazione quasi impercettibile rispetto alla scorsa settimana. Il modello resta SHORT anche sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco sempre nei pressi di area -0,50%, di fatto laterale. Prosegue la distensione sul nostro debito pubblico a beneficio del nostro Btp, con Trendycator che rimane NEUTRAL e con il rendimento del decennale ora verso area 1,50%. Infine, sempre immobili i rendimenti USA, con Trendycator saldamente SHORT e con il benchmark decennale fermo sempre nei pressi di area 0,70% di rendimento.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Un rapido aggiornamento sui bond del Sud Africa, visto che ormai siamo praticamente al target indicato la scorsa settimana e considerando che il cambio si è mosso a favore della valuta sudafricana regalando un po’ di birra in più alla posizione.

Come si vede dal grafico qui sotto, la contrazione dei rendimenti è proseguita con un minimo la scorsa settimana verso 8,50% di rendimento, individuato come punto di “arrivo” del movimento iniziato dai massimi di fine marzo. Il modello Trendycator conferma lo stato NEUTRAL già osservato alcune settimane fa, e resta quindi fermo e valido il ragionamento della scorsa analisi, con 9,50% che è livello di resistenza (e quindi di allerta) e “target” area 8,50% di rendimento.

Il cambio EUR/ZAR si è mosso bene in settimana, con il Rand sudafricano che ha bucato con decisione 19,50 ed è ora diretto a 19, minimo già toccato nel corso della settimana prima di una piccola risalita. Trendycator sempre in stato LONG, ma il quadro pare essere in cambiamento e come già osservato una decisa accelerazione sotto 19 inizierebbe a cambiare gli equilibri.

Cambiano quindi i livelli di allerta per il cambio: ora attenzione sopra 19,50 con estensione sino a 20,00 circa.