Il volto nobile della speculazione


Il termine speculazione ha assunto nel corso del tempo una diversificazione di senso e di valore che ha poi finito per tradirne la visione più autentica.

Comunemente associata al profilo di un avido, grasso e sudaticcio operatore di borsa, intento, con le orbite fuori dagli occhi , ad osservare un monitor con il quale alimentare la propria sete di denaro, prenderemo in seria considerazione l'etimologia della parola "speculazione" con l'aiuto della Dottoressa Lara Giovannangelo, docente di filosofia ed esperta di processi formativi.

Quale è la vera accezione del termine, quindi?

La Dottoressa Giovannangelo ci lascia la sua preziosissima interpretazione.

" Per comprendere il significato del termine speculazione nel mondo dell’economia e della finanza, ancor più immersi nel vortice e nelle dinamiche della società liquida che tende spesso a privare le parole del valore più autentico, occorre conoscere e risalire all’etimo della parola.

“Speculazione” deriva infatti dal termine latino specula (vedetta), da speculari (indagare, esaminare), da specere (osservare, scrutare con attenzione) ed indicava anticamente la funzione tipica di guardia dei legionari che fondavano la loro attività e la loro azione, in altri termini le loro strategie, sulla capacità di guardare con circospezione per studiare la situazione e poi mettere in atto tutte le azioni profittevoli per il raggiungimento degli obiettivi. Questa capacità di voler ‘guardare oltre’, di ‘indagare con oculatezza e circospezione’, anche facendo leva sull’osservazione meticolosa e guardinga, fa comprendere meglio il significato del termine inteso anche come volizione di ‘guardare in profondità’, come attitudine a ‘scovare’ ciò che spesso è nascosto o si nasconde ai più che si fermano o si ostinano a leggere la realtà in modo superficiale e spersonalizzante.

La capacità di osservare, andando oltre la dimensione apparente, fonda poi il desiderio anche di squarciare il ‘velo di Maya’, per utilizzare un’espressione tipica della riflessione schopenhauriana, con l’intento di lasciar emergere la realtà autentica, il valore reale della vita, delle relazioni, del senso del mondo e degli accadimenti. Ed è proprio questa volizione tipica di chi osserva, andando oltre la dimensione fenomenica, che permette di comprendere anche il significato del termine speculazione inteso come capacità di guardarsi attraverso uno specchio, di saper veder riflettere la propria immagine e il pensiero su se stesso, comprendendo le logiche del suo ripiegamento per l’in-veramento del suo stesso essere e per l’acquisizione di una consapevolezza che si dipinge proprio nel suo naturale evolversi.

Questa considerazione induce poi, traendo spunto da un approccio filosofico, ad una più profonda intellezione del termine che richiede una riflessione di carattere teoretico - contemplativo, che si fonda su una comprensione più ampia, che sa guardare ad ampio spettro le situazioni, facendo leva su una visione sistemica tipica di chi ha la capacità di carpire con uno sguardo d’insieme e che diviene poi elemento strategico e programmatico per operare, per pianificare tutta una serie di azioni che conducono al raggiungimento di un risultato, al conseguimento di obiettivi auspicati e preventivati.

E’ evidente che poi l’attitudine ad osservare, in senso speculativo, si fondi e si integri anche sulla capacità di affinare l’ascolto, l’intelletto, l’intuizione che cerca e scova, a volte anche in modo inaspettato, modelli, procedure, soluzioni che sembravano impossibili o impraticabili; ciò proprio perché affinare lo sguardo implica saper guardare in modo ‘olistico’, facendo attenzione a tanti aspetti e dettagli che sembrerebbero irrilevanti, ma che si rivelano strutturali per procedere con successo.

La visione d’insieme, l’approccio a saper intendere la realtà in tutte le sue forme, a saper intuire il significato delle diverse variabili, quasi anticipando lo sviluppo degli accadimenti e delle situazioni, con ottica pre-view, pre-vidente e pre-veggente, fonda appunto il valore autentico della speculazione e permette di cogliere appieno il senso del suo stesso esprimersi. Resta facile carpire, tenendo conto di tutte le considerazioni precedenti, il significato autentico del termine speculazione.

Tuttavia, capita spesso, attanagliati dalle dinamiche della società globale e dal linguaggio che tradisce l’etimo, irretiti da facili giochi di seduzione protesi alla spersonalizzazione, all’acquisizione di schemi e modelli massificanti e omologanti, attribuire al predetto termine un significato spregiativo e degenere che rappresenta il suo stesso svilimento e diviene ragione del suo intrinseco depotenziamento.

La contemporaneità, nei tessuti dell’economia e di alta finanza, tende a percepire il termine speculazione in modo sprezzante, privandolo del suo autentico significato, ragion per cui spesso certe attività risultano mortificate in modo aprioristico. Secondo questa banale e svilente interpretazione, la speculazione è da considerarsi una pratica macchinosa, a volte artificiosa, orientata ad illudere o ancor più ad ingannare, con la finalità di produrre facili guadagni in preda a sogni famelici di avidità, alla sete di potere e di successo ostentato e a tutti i costi che trova nel "dio Plutone" dei nostri tempi la sua massima espressione.

Tale percezione induce spesso a tradire non solo il concetto di speculazione finanziaria, ma anche quella di tutte quelle attività che ruotano attorno al mondo della borsa e dei mercati azionari, inducendo common people a giudizi sterili che tendono a stereotipare in modo squalificante pratiche, azioni, strategie e azioni che descrivono il ‘nobile’ lavoro di un trader.

L’attività di trading si fonda infatti sulla capacità di esaminare i mercati finanziari mondiali, con ottica sistemica, cercando di intravedere oltre il punto dell’orizzonte, prefigurando scenari evolutivi che permettano di carpire con oculatezza successi futuri, come se quello sguardo aggiunto fosse ‘faro’ nella notte che illumina e fosse in grado di orientare (focus oriented), come stella polare, verso il conseguimento di risultati agognati e preventivati.

Su questa scia, il trader si orienta nel mare aperto delle diverse opportunità che gli scenari della borsa offrono per ideare strategie, per mettere a punto pratiche procedurali, per programmare azioni, utilizzando un approccio multi-sistemico, che sia anche in grado di orientare, ma anche di re-orientare la rotta qualora la ‘bussola’ del proprio io e le oscillazioni che si configurano sui mercati diventino foriere e premonitrici di nuove opportunità di scelta e di azione.

Secondo tale logica, il trader che si muove con circospezione ed oculatezza, mettendo a sistema skills cognitive, comportamentali, procedurali, operative, meta-cognitive, nonché emotivo - relazionali, facendo leva sulla propria particolare attitudine di preveggenza, esamina con cura - di qui il riflesso di un approccio teoretico e speculativo che in qualche modo assimila la professione del trader a quella del filosofo - il panorama e poi con la determinazione tipica di chi crede, poiché vede prefigurata l’evoluzione futura e non di meno si affida all’intuizione dello spirito intellettivo e creativo, sa agire e lo fa con passione e slancio, poiché forze più grandi di lui - grinta e motivazione- diventano trainanti e guidano in un processo decisionale che sa coniugare in modo nobile e sorprendente le doti dell’ingegno e dell’intelletto a quelle dell’emozione e della passione.

Niente di grande si può ideare e creare senza il lume della passione, e se questa considerazione è il fil rouge con il quale interpretare la vita, diviene, ancor più, nella pratica di un trader, l’essenza della sua professione".

Dopo questa bellissima analisi sul termine "speculazione" quindi, ci sarebbe da interrogarsi sul motivo per cui tale termine torni sulla bocca dei commentatori, in particolare, quando il mercato inizia a scendere.

Che venga utilizzato a sproposito per nascondere l'incapacità di analizzare a fondo il mercato e le sue movimentazioni è un fatto assodato e proprio per questo motivo ho pensato di rendergli giustizia in quanto, in realtà, contiene in sè tutt'altra accezione.

Ed è proprio a partire da questa rivalutazione del 'termine', superando le logiche della massificazione e anche dell'omologazione, alcune volte indotta anche dalle operazioni sui mercati, che si è cercato di restituire dignità alla professione troppo spesso fraintesa, anche per responsabilità degli stessi protagonisti, e ridotta a pratica 'mistificatoria' che illude e mortifica il senso più espressivo di quello che invece è il volto nobile del trading.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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