Talvolta anche l'uomo con un solo occhio è re nella terra dei ciechi


Si è conclusa la settimana di scadenze tecniche delle famose "tre (o quattro) streghe". E' stata certamente un'ottava estremamente delicata e ricca di volatilità, anche se non sempre facilmente sfruttabile. Come spesso accade laddove si corrono più rischi possono essere più alte le possibilità di guadagni o di perdite.

Partiamo dal mio veloce update di giovedì sul nuovo titolo quotato sul mercato Euronext Growth di Borsa Italiana: Sababa. Come anticipato nell'articolo (link: https://www.lombardreport.com/2021/12/16/una-nuova-ipo-nel-settore-della-cyber-security/) la società si occupa di cyber security ed è stata collocata al prezzo di 3.70 euro ad azione. Certamente il collocamento non è avvenuto nella giornata migliore visto il ribasso del giorno precedente sul Nasdaq ma ha ugualmente offerto la possibilità di un buon trade. Come ho sempre scritto su queste colonne, ciascun operatore decide in totale autonomia se e cosa fare o non fare sul mercato in base alla propria view ed alla sua propensione al rischio. Io mi limito a descrivere ciò che vedo (e che penso) del mercato e dei titoli che lo compongono in base alla mia sensibilità di trader indipendente, con la speranza che questo possa essere di aiuto e di supporto tanto ai neofiti quanto ai trader più "navigati". Per questo ho deciso di pubblicare un esempio di operatività "real time & real money". 

Tornando a Sababa, il prezzo di collocamento è stato a 3.70 euro ad azione, circa a metà della forchetta iniziale compresa tra un minimo di 3.20 ed un massimo di 4.10 euro. A causa della debolezza del mercato il titolo ha aperto a 3.56, quindi "sotto" del 3.7% per i sottoscrittori iniziali, alcuni dei quali si sono impanicati ed hanno venduto. Ed è proprio in questi frangenti che si possono creare delle opportunità operative. Nel caso specifico (per me e non necessariamente per altri operatori) questa opportunità si è verificata nelle primissime battute. I grafici pubblicati in seguito mostrano l'andamento del titolo ad un minuto e a 5 minuti. Consideriamo il primo chart (1 minuto). Abbiamo le prime due barre rosse e ribassiste dopo l'open che portano l'azione da 3.56 a 3.50 (-1.6% in due minuti), una prima barra verde che riporta il titolo dal minimo di 3.50 a 3.5385 ed una piccola barra di indecisione. Chiaramente abbiamo frazioni di secondo per decidere se operare oppure no a differenza di molti altri lavori concettuali in cui il processo decisionale è più meditato (penso ad un commercialista o forse ad un avvocato ad esempio). Noi non abbiamo tutto questo tempo a disposizione e quindi dobbiamo usare la testa senza pensare: un apparente paradosso. Tornando all'esempio avendo in quell'istante una view comunque rialzista sono entrato al breakout della barra di indecisione a 3.529 euro con 2400 pezzi (poco meno di 8500 euro di controvalore, quindi direi un trade alla portata di tutti). L'eseguito in acquisto è avvenuto alle ore 9.04 e 23 secondi. La rottura dei massimi dell'apertura a 3.56 euro ha permesso un discreto allungo fino al massimo a 3.6575 euro (che è poi stato il massimo di tutta la seduta come dimostra il grafico a 5 minuti). Il rialzo dal mio punto di ingresso è stato corposo: +3.3%. Una volta formatasi una nuova barra di indecisione ed invertitesi le macchinette ho proceduto a liquidare la posizione al prezzo di 3.6395 euro alle ore 9.09 ed 1 secondo con un utile di circa 260 euro. E' lapalissiano che una operatività estrema DEBBA necessariamente predisporre l'operatore all'assunzione di un rischio di perdita. Nel mio caso l'eventuale stop era posto a 3.50 euro. Il rapporto rischio/rendimento sarebbe quindi stato comunque a mio favore: sono diposto a rischiare di perdere circa 75 euro in una operazione che mi pare sensata? La risposta è stata affermativa ma il problema chiaramente è che spesso questi trades nascono e muoiono nel giro di frazioni di secondo e qui si torna al punto inziale: usare la testa senza pensare specialmente quando si tratta di "stoppare" il trade. L'aspetto positivo è che una buona uscita permette poi di evitare il movimento caotico di tutta la seduta senza perdere concentrazione su altre -eventuali- opportunità operative in un mercato che nel complesso è comunque molto difficile da decifrare come vedremo. Di seguito trovate i grafici di SABABA ed il relativo eseguito. Chiaramente continuerò a monitorare l'azione nelle prossime settimane.

Analizziamo ora il mercato. Nella passata ottava scrivevo: 

"Pensate che considerando gli ultimi 70 anni (quindi prendendo in esame gli anni dal 1950 al 2020) il mese di dicembre tende ad avere un andamento come quello riportato di seguito: debolezza iniziale ed una sorta di decollo in un intorno del quindicesimo giorno di contrattazione (nb: i dati si riferiscono al mercato americano). "

Il giorno 15 dicembre guardate quale è stato il comportamento del Dow (grafico a 5 minuti)

Chiaramente non siamo né maghi né stregoni ed il trading NON fornisce alcuna certezza. Semplicemente si cerca di avere una view su quello che potrà essere il comportamento di un indice o di una azione e sarà solo la price action a fornirci la trigger per l'eventuale operatività nel rispetto del proprio trading plan. Negli Stati Uniti però vale un detto:

L'uomo con un solo occhio è il re nella terra dei ciechi.

Questo sta a significare come sia importante avere sempre e comunque un'idea sul comportamento dei mercati e soprattutto avere un proprio trading plan, così come ogni pilota ha una checklist prima di ogni decollo. Chi piloterà un caccia l'avrà direttamente sul velcro della propria tuta (trading intraday estremo), chi piloterà un aereo di linea la terrà al proprio fianco durante il volo (trading di medio e lungo termine). 

In questo periodo si sente parlare spesso di rally natalizio. Sono così andato a cercare cosa è realmente successo negli ultimi 124 anni sul Dow Jones in un periodo di tempo compreso proprio tra il 15 dicembre e la prima decade di gennaio (scrivo decade perché la fine del test cade il 9 gennaio ma se questo giorno è sabato o domenica si deve andare necessariamente a lunedì 10 o 11 e capite bene che in 124 anni ogni tanto può essere capitato). Ebbene, in 124 anni ci sono state 96 salite e 28 discese. Il massimo profitto è stato del +21.58% nel periodo di tempo considerato (nel lontanissimo 1898 quando nessuno di noi era nato) mentre la massima perdita è stata del -6.43% (nel recente 2015). Mediamente il guadagno è stato del +2.34%, per un totale di +6607.58 punti. In altri termini questo range temporale di circa tre settimane (17 giorni a mercato) è certamente uno dei più profittevoli di ogni anno, fermo restando che ci sono anni in cui questo fenomeno stagionale non si è verificato. Di seguito trovate le 124 rilevazioni e si vede a vista d'occhio che quelle positive sono maggiori rispetto a quelle negative evidenziate in rosso.

Di seguito è invece indicata la curva cumulativa della strategia.

Se il fattore stagionale gioca a favore, quello che percepisco da trader che opera quotidianamente è l'impressione di trovarsi di fronte ad un mercato veramente molto stanco, anche se la quantità di liquidità a favore del sistema rimane estremamente elevata. Come ho già avuto modo di evidenziare nei miei precedenti studi anche in questa ottava è proseguito l'allargamento della divergenza tra indici "safe heaven" o comunque percepiti come sicuri (DOW ed S&P) rispetto a quelli più speculativi (Nasdaq), come se gli operatori propensi al rialzo non fossero disposti ad assumersi rischi ulteriori in questo periodo. Personalmente lo interpreto come un segno di poca convinzione sul versante long. Pronto naturalmente per essere smentito dai fatti.

Vediamo subito due grafici esemplificativi: l'S&P500 contro il Nasdaq. Il primo ha rotto i massimi storici in settimana, seppur per pochi minuti, salvo poi ritracciare clamorosamente. Il secondo invece è rimasto decisamente più debole senza nemmeno provare l'attacco a 15800 punti e si è riportato subito sui minimi. Per correttezza ricordo ai lettori che i primi cinque titoli del listino tecnologico pesano pesano moltissimo all'interno dell'indice (AMZN, GOOGL, FBK, AAPL, MFT). 

Come ho già avuto modo di evidenziare in un recente articolo abbiamo un CPI (Consumer Price Index) che è fuori controllo e che è balzato ben oltre la soglia del 5% e si sta dirigendo verso quella del 7%. Dalla fine degli anni '50 ad oggi quando questo si è verificato ci sono poi state delle recessioni evidenziate in grigio (Fonte dati: Fed di St. Louis). Il problema è che questo NON è un indicatore di timing ma rimane comunque un alert.  Altri indicatori rimangono molto positivi (mercato del lavoro e curva dei rendimenti in primis anche se si è appiattita nella parte over 20 years).

La Federal Reserve, così come altre Banche Centrali, ha però le spalle al muro e quindi è costretta ad agire. Nell'incredibile 2020 Vi avevo fatto vedere come l'espansione della massa monetaria statunitense avrebbe inevitabilmente avuto effetti (iper positivi) sui mercati. Chiaramente la positività è opinabile nel senso che possiamo disquisire sul fatto che sia una buona cosa dare sempre più droga (liquidità) ad un tossicodipendente (il mercato). In un mio video datato Giugno 2020 con grafici datati marzo e aprile (link: https://www.youtube.com/watch?v=9GoiWvHGRm4) avevo fatto vedere come mai il mercato si sarebbe "dovuto girare" nel pieno della crisi grazie all'esplosione del "balance sheet" (grafico di seguito).

Applicando un concetto analogo e partendo dal presupposto che la Federal Reserve debba intervenire attraverso politiche di tightening o di inasprimento in virtù dei dati sul mercato del lavoro e su quelli relativi all'inflazione, può essere interessante confrontare l'andamento dell'S&P500 contro i Fed Funds. Nel grafico successivo i fed funds sono indicati in arancione. Spesso si pensa che un rialzo degli stessi debba necessariamente coincidere con l'inizio di un mercato ribassista. Non è così: nel corso degli ultimi trent'anni ad esempio una veloce risalita sui Fed Funds non ha comunque impedito al mercato di continuare a salire o a stabilizzarsi (andamento laterale), ma questo non ha impedito il verificarsi di improvvise turbolenze o vuoti d'aria (penso ad esempio al 2015). Quindi l'inizio di politiche restrittive non necessariamente coincide con la fine di un mercato toro. Chiaramente questo NON significa e NON sto dicendo che il mercato possa salire all'infinito. Paradossalmente nel grafico successivo si vede che è proprio quando le politiche si fanno decisamente più accomodanti che il mercato si gira al ribasso: quando la curva arancione scende il mercato ha avuto periodi ribassisti accentuati. In altri termini i pompieri intervengono quando è iniziato l'incendio.

Il mercato è comunque molto "tirato" e fuori dalla sua deviazione standard come scrivevo sabato scorso e questo rimane un alert da non sottovalutare nel medio periodo. 

Buona serata e buon fine settimana a tutti.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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