Strategia Value: analisi dei primi nove mesi per KIMBERLY-CLARK


Il mercato azionario USA, dopo una fisiologica correzione, si è riportato nuovamente in prossimità dei massimi di mercato. Che cosa è cambiato rispetto a novembre? La figura che segue ci fornisce un’interessante chiave di lettura.

Il grafico proposto qui di seguito descrive nella parte alta l’andamento normalizzato di un campione di titoli che hanno sovraperformato il mercato in occasione del lockdown rispetto all’andamento dei titoli che hanno superato l’indice in occasione della riapertura (Re-Out).

La parte centrale del grafico è dedicata all’andamento dello S&P 500 mentre nella parte inferiore, in fucsia, è evidenziato l’andamento normalizzato dei titoli favoriti dalla riapertura mentre in verde è evidenziato il trend di quelli favoriti nella fase di lockdown.

La linea verticale rappresenta la data del precedente massimo di mercato (8 novembre 2021).

A partire dall’8/11, il rapporto tra i titoli “lockdown” rispetto a quelli “Re-Out” ha cambiato direzione. I massimi attuali hanno pertanto una configurazione diversa rispetto a quelli precedenti: i titoli “Re-Out”, dopo una profonda overperformance, stanno tirando il fiato (almeno in termini relativi).

Al momento, non è possibile sapere quanto possa essere duratura questa fase; è comunque utile prenderne atto.

Tra i titoli difensivi segnalati dalla strategia, spicca senza dubbio KIMBERLY-CLARK (cfr. articolo https://www.lombardreport.com/2021/7/3/la-forza-del-brand/).

Aggiorniamo un po’ l’analisi della società a fronte degli ultimi dati trimestrali riportati.

FATTURATO DI KIMBERLY-CLARK:

I primi nove mesi del 2021, nonostante un vivace III° trimestre (+7%), hanno registrato una sostanziale crescita piatta dei ricavi (+1,2%).

ANALISI DELLA MARGINALITA’ DI KIMBARLY-CLARK:

A fronte di una modesta crescita dei ricavi, sia la marginalità lorda % che quella Ebitda % hanno evidenziato una notevole contrazione passando rispettivamente da un 37,7% ad un 32,1% e da un 24,3% ad un 19,6%.

I motivi non sono certo misteriosi: la pandemia ha creato enormi criticità in ambito logistico. I trasporti internazionali delle merci sono stati molto difficoltosi e particolarmente onerosi. A tale fattore si è aggiunta anche l’inflazione che ha aumentato il costo di molti elementi alla base della supply chain.

KIMBARLY-CLARK, almeno in questa prima fase, ha deciso di non trasferire (integralmente) l’effetto inflattivo sui consumatori. Tale decisione ha impattato inevitabilmente sulla marginalità ma ha consentito di poter mantenere inalterate le proprie quote di mercato.

SEGMENTAZIONE DEI RICAVI DI KIMBERLY-CLARK:

La ripartizione dei ricavi è rimasta pressochè inalterata: il comparto PERSONAL CARE rappresenta da solo più della metà del volume d’affari. Tale segmento ha registrato un +3% di crescita nei primi nove mesi del 2021.

Il CONSUMER TISSUE realizza circa un terzo delle vendite ma ha riportato il decremento maggiore (-7%, in calo da quattro anni).

Il K-C PROFESSIONAL, categoria residuale, ha registrato l’aumento più sostenuto (+6%).

ANALISI DEI FLUSSI DI CASSA DI KIMBERLY-CLARK:

Il calo della marginalità sopra citato ha inevitabilmente impattato anche sui flussi di cassa. Malgrado la società abbia conservato intatta la sua capacità di generare cash flow positivi, a parità di CAPEX, l’effetto sul Free Cash Flow è stato notevole.

Il 2020 e il 2021, per motivi diversi, hanno però rappresentato due annate eccezionali.

DIVIDENDI DI KIMBERLY-CLARK:

La società appartiene da molto tempo alla ristretta cerchia dei titoli definiti “Dividend Aristocrats”. Come emerge dalla figura qui sotto, dal 1980 KIMBERLY-CLARK ha corrisposto agli azionisti dividendi crescenti.

La natura del business, l’ottimo posizionamento dei brand gestiti e la consolidata capacità di saper generare copiosi flussi di cassa consente di poter ipotizzare (ragionevolmente) che tale politica di dividendo possa essere proseguita anche nel futuro.

DICHIARAZIONI DEL CEO MIKE HSU:

"I risultati del terzo trimestre evidenziano un ambiente macro dinamico e stimolante. I ricavi sono stati soddisfacenti così come la crescita a due cifre in alcuni dei nostri mercati. Le quote di mercato sono rimaste forti. I nostri guadagni sono stati influenzati negativamente da una significativa inflazione e da alcune interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno aumentato i nostri costi oltre quanto previsto.

Al fine di poter contrastare l’aumento dei costi, stiamo intraprendendo ulteriori azioni che prevedono anche la possibilità di aumentare i prezzi”.

GRAFICO DI KIMBERLY-CLARK:

Escludendo alcune fasi estreme, negli ultimi tre anni, il titolo ha riportato un evidente andamento laterale (range $ 128 - $ 142).

Attualmente le quotazioni, dopo aver superato la media mobile a 200 giorni (linea verde) si sono ripresentate in prossimità della resistenza: sarà la volta buona?

OSSERVAZIONI:

KIMBERLY-CLARK ha indubbiamente sofferto la pressione sulla marginalità esercitata dai problemi logistici provocati dalla pandemia. I settori in cui opera l’azienda (beni di prima necessità) sono anticiclici, i brand sono noti e la diversificazione geografica è molto ampia.

E’ verosimile poter escludere notevoli tassi di crescita (il business è decisamente maturo).

KIMBERLY-CLARK vanta però notevoli vantaggi competitivi, presenta ottimi flussi di cassa e ha una politica di dividendi particolarmente generosa.

Un titolo così tende a non regalare forti emozioni ma può seriamente contribuire alla stabilità del portafoglio.

RIEPILOGO DELLE SEGNALAZIONI:

Nel corso dell'ultima settimana, tra le note positive, si rileva una gradita reazione di RATTI (+7,58%) ed un discreto andamento di KIMBERLY-CLARK (+2,48%).

Molto deboli WINMARK (-7,15%), ULTA BEAUTY (-5,59%) ed AMADEUS FIRE (-3,34%).