Comprare o no Coinbase, nuova regina del Nasdaq, dopo l’esordio boom di ieri?


Qualche consiglio utile per evitare errori nell’immediata fase post Ipo. Inevitabile la correlazione con le quotazioni del Bitcoin. Il ruolo anche degli istituzionali.

Hot markets

Attesissima al suo esordio a Wall Street, Coinbase (ticker COIN) – piattaforma leader nel mondo per acquistare le criptovalute a maggiore diffusione – ha certamente più che soddisfatto chi è riuscito ad aderire all’Opa lanciata con grande evidenza nei giorni scorsi. Rispetto al prezzo di collocamento di 250 $, il titolo ha aperto a 381 $ per poi chiudere la seduta a 328 $ (+31,3%). E pensare che a leggere certi forum l’ipotesi prevalente era quella di un flop! Gli scambi sono stati rilevantissimi, aprendo le porte a una nuova potenziale protagonista del trading d’oltre Oceano.

Di cose da dire in merito ce sarebbero davvero tante ma è il caso di dare qualche consiglio operativo sull’onda di un entusiasmo che appare giustificato ma da verificare con i numeri. Il valore di mercato di quasi 100 miliardi di $ fa sì che Coinbase – l’ha evidenziato ieri sera la BBC inglese – abbia superato giganti storici dell’economia mondiale: per esempio British Petroleum. La società vive di fatto delle commissioni di transazione e sono quindi lampanti due fattori:

● la forte correlazione con la quotazione del Bitcoin;

● la necessità che crescano altre monete digitali per svincolare il legame eccessivo con la loro regina.

Comprare adesso?

Dopo un simile successo probabilmente c’è chi vorrà incassare le forti plusvalenze del post Ipo, come giù successo ieri, mentre non si esclude l’entrata in scena degli shortisti. Sul “fair value” dell’azione ci sono valutazioni contraddittorie, il che è inevitabile, sebbene occorra tenere conto di due fattori:

● gli asset dei clienti detenuti si aggirerebbero su 220 miliardi di dollari, con una quota di mercato mondiale sull’11%;

● la piattaforma sta sempre più diventando il punto di riferimento anche degli istituzionali, celatamente o palesemente esposti sul nuovo business delle cripto.

Una valutazione mediata si aggira allora su un “fair value” di 320-360 $, quindi poco sopra la chiusura di ieri sera ma c’è chi ipotizza l’azione a 1000 $ entro alcuni anni, senza però il supporto di elementi suffragabili.

È consigliabile in ogni modo in una fase di estrema incertezza iniziale essere molto prudenti su questa azione, anche da parte di chi fa trading. Almeno per una ventina di sedute occorrerà seguirne le evoluzioni e disporre poi quanto meno di valori di minino e di massimo di breve periodo.

Una media mobile e Fibonacci

Solo dopo e disponendo di una media mobile per esempio a 20 sedute nonché tramite l’individuazione automatica dei livelli di ritracciamento di Fibonacci sarà possibile determinare livelli grafici che abbiano statisticamente maggiori probabilità di essere raggiunti in futuro, esprimendo di fatto supporti e resistenze in una fase di totale perplessità per un titolo così esplosivo e inedito anche in merito alle correlazioni con i mercati. Una domanda da porsi sta infatti nel fatto se Coinbase sarà più condizionata dai movimenti del Nasdaq o del Bitcoin? Al momento attuale la seconda ipotesi è prevalente ma di ipotesi si tratta appunto. Decisivo infine il delineare dei livelli di stop loss appropriati su un titolo che probabilmente sarà iper volatile.

Prudenza e poi a manetta

Una fase di attesa iniziale è quindi assolutamente preferibile (magari perdendo anche delle occasioni) per poi passare a inserire l’azione Coinbase nella “preferred list” di chi sta sui mercati Usa. Un suggerimento infine: evitate i forum. Hanno già preso delle cantonate enormi con una prevalenza di previsioni pessimistiche sulla quotazione di chiusura della prima seduta. Qualcuno nel frattempo ha fatto davvero tanti soldi!