Borse ancora positive, possibile rimbalzo del Treasury?


Treasury.  

I rendimenti dei governativi statunitensi stanno ancora calando lievemente (1,58% il decennale) senza riuscire però a distaccarsi molto dai massimi di periodo, in quella che sembra una semplice pausa di consolidamento all’interno del movimento di risalita dei rendimenti in essere da inizio 2021 (anzi, a ben guardare, si tratta di un movimento iniziato già nell’ultimo trimestre 2020). In ottica trading, tuttavia, lo spazio per un rimbalzo dei corsi sembra esserci. Nonostante il supporto della Fed, i rendimenti dei Treasury restano sotto pressione per i più che probabili focolai inflazionistici che seguiranno il piano fiscale aggressivo dell’amministrazione Biden, per di più in un contesto di politiche monetarie ancora ultra-espansive. 

Dollaro USA.

Contro euro il dollaro USA si è ancora indebolito (PC: 1,1993), riportandosi verso 1,2000, il cui superamento confermerebbe la rinnovata debolezza del biglietto verde. In ottica plurisettimanale occorre però il superamento della forte resistenza a 1,2200 per avere un nuovo segnale rialzista per l’euro (al momento prematuro).

Lato azionario, prosegue il movimento rialzista dominante che ha portato l’S&P500 (PC: 4172) a registrare ancora nuovi massimi storici. Come più volte evidenziato, “lo scollamento tra mercati finanziari sui massimi ed economia reale ancora alle prese con molte criticità non può che preoccupare: o parte l’economia con forza oppure scendono le Borse”. I rialzi azionari sono quindi da imputarsi alle politiche monetarie e fiscali ultra-espansive, non al buon andamento dell’economia, e ciò comporta un rischio legato alla fragilità delle cause all’origine della salita delle quotazioni. Si conferma quindi che in “termini di rischio-rendimento il focus deve rimanere sulla protezione dei portafogli”.

Preziosi: il comparto permane in un contesto laterale, “frenato dalla risalita dei rendimenti dei Treasury e dal rimbalzo del dollaro Usa in essere da inizio anno. Il permanere di un contesto tendenziale di rendimenti “reali” negativi (cioè “rendimenti nominali - tasso di inflazione”) mantiene comunque un contesto favorevole sul comparto in termini strategici, al di là dell’erraticità a livello più tattico”. 

L’Oro sta risalendo dopo una fase di accumulazione al di sopra di un supporto importante; l’Argento sta consolidando all’interno dell’ampio intervallo dell’ultimo semestre, mentre il Platino (che rimane il metallo prezioso più performante su orizzonti plurimensili, cfr. grafico) sta consolidando nel canale compreso tra i picchi di metà febbraio e i minimi di inizio marzo. Il Palladio ha proseguito nel rialzo, portandosi a ridosso dei picchi di un anno orsono.

Stante il quadro di fondo, confermiamo “l’opportunità di mantenere una quota importante del portafoglio allocata sul comparto dei preziosi, in prospettiva strategica”. Come veicoli, manteniamo i seguenti Etc quotati su Borsa italiana:

Oro, ticker PHAU: PC 140,52 (cfr. grafico); Argento, ticker PHAG: PC 20,305; Platino, ticker PHPT: PC 94,110. A parziale “copertura” della posizione lunga netta sul comparto manteniamo anche lo short sul Palladio, ticker 1PAS: PC 8,553.

Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 7,203).

Sul fronte commodities monitoriamo l’andamento di Mais future PC: 584) e di Grano (future PC: 650). Uno storno potrebbe essere un’occasione di ingresso. Le tensioni sui prezzi di diverse materie prime possono segnalare l’arrivo dell’inflazione nei mesi a venire: è certamente uno dei temi più dibattuti del momento.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)