Dopo le vacche grasse vengono sempre le vacche magre


Sto ristrutturando un negozio del mio patrimonio immobiliare familiare. Passato l’idraulico, passati i muratori, passato il serramentista, arriva l’elettricista e mi monta finalmente l’impianto elettrico. Mancano le placche copri-presa e l’elettricista, che è un piccolo imprenditore dal naso lungo, mi spiega: “Non ne ho in magazzino, le  ho già mandate a prendere dal grossista ma dicono che non sono disponibili e che comunque le hanno richieste all’azienda. Essendo un modello da poveretto (sic !) al fondo della gamma di questa azienda sicuramente non ne hanno più in circolazione e se sei fortunato ti arriveranno a settembre, se gli passa per la testa di produrle, ma siccome hanno finito anche i modelli top di gamma ti dovrai adattare se li vuoi a installare a modelli un po’ più costosi”. E mi spiega come ormai le materie prime stiano arrivando al fondo del barile e per la riapertura dei cantieri a settembre per lui sarà tutto da ridere.

Volevate l’inflazione ? Eccovela qui, con la spiegazione direttamente dal mio elettricista che non legge il Wall Street Journal ogni giorno come me ma che ha capito che “sono diventati tutti matti”.

Già, forse “noi tutti” siamo diventati matti.

E i due settori che stanno esplodendo sono gli immobili negli USA e poi le azioni USA (e anche in Italia anche se per il momento in minor misura). E se volete ulteriore conferma eccovi il grafico dei ritardi nella consegna di merci nei porti occidentali degli USA per le navi che provengono dall’Atlantico:

E ci aggiungo come ciliegina anche le vendite delle società di trasporti via camion che sono arrivate ad un picco storico. Navi e camion sono murati di merci e non ce la fanno a consegnarle, questa è la situazione degli USA e prima o poi gli schizzi di questa situazione arriveranno anche da noi.

Ovviamente vale il detto che se gli USA starnutiscono noi prendiamo il raffreddore e questo vale quando le cose vanno male ma vale anche quando le cose vanno bene. Nello scorso editoriale avevo messo in luce come i prezzi degli immobili in Italia si siano mossi poco, come quelli delle azioni (+4% circa su base annua ad aprile / maggio) mentre negli USA come mostro con l’indice dei prezzi in acquisto delle case qui sotto sono letteralmente volati facendo impallidire il boom del 2006 con un +14% e passa aprile 2021 su aprile 2020:

Allora ve lo ripeto: ricordate il 2006 e tutto quello che ha comportato ? Bene se guardate il grafico qui sotto vi dice che siamo già al di sopra di quel livello e siamo al di sopra di un quantum che è pari all’incremento di un lustro di storia del mercato immobiliare dal 1990 al 2000 cioè stiamo letteralmente volando.

Anche sulla stampa italiana qualcuno lassù in alto si sta accorgendo che siamo alla vigilia di un boom: l’Italia arriva sempre dopo ma arriva e quando arriva strappa. Un po’ come la Borsa …

La mia opinione è che davanti abbiamo un ritracciamento del 10-20% dei corsi azionari che non inficerà il rialzo di medio – lungo periodo che durerà ancora 1 o due anni. Quando ? Lo sapessi non lo scriverei sul giornale. Per questo prima di gridare “al lupo al lupo” è bene chiedersi quali sono stati i ritracciamenti nel corso degli ultimi rialzi. E di seguito una tabella che vi mostra le percentuali di ritracciamento prima che la tendenza sia proseguita (confermano quello che vi ho scritto io ovvero siamo dal 10 al 20% per stare larghi o meglio io ve lo ho scritto perché avevo letto la statistica):