NASDAQ100 WEEKLY - S&P500 e NASDAQ100: nuovi record....e si avvicina la stagione delle trimestrali economiche !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Oggi Wall Street chiusa per festività dell’Independence Day.

Altra settimana molto positiva per gli indici di Wall Street che, ad eccezione del Dow Jones, hanno fatto registrare nuovi massimi storici, praticamente ogni giorno. Gli acquisti sui titoli del big tech USA (FAANGM+) e sugli “stay at home business” hanno permesso il raggiungimento di nuovi record, non così i titoli ciclici (energia e finanziari) che hanno sottoperformato penalizzando il Dow Jones. Prendiamo ad esempio l’indice S&P500, l'impressione è che voglia proprio imitare il rally di fine marzo - inizio aprile, facendo marcare la settima salita di seguito, nona su dieci sedute, anche se ad un ritmo lento (meglio così) e fregandosene altamente della Variante "Delta" e delle voci sull’inflazione e conseguente “tapering”. Per non parlare, poi, della performance dell’indice NASDAQ100 che in un mese ha stracciato quella degli altri indici con un + 7,69%, segno di un “rebalancing” a favore dei titoli ad alta crescita in vista del secondo semestre dell’anno.

Sempre guardando l’indice S&P500, la stagione degli utili del primo trimestre è terminata con l′86% delle società che ha riportato risultati di utili migliori del previsto, il più alto in qualsiasi trimestre almeno dal 2008, quando FactSet ha iniziato ad osservare queste misure.

Ed il secondo trimestre si sta già preparando bene per gli analisti: ad oggi un numero record di società dell’S&P500, ben 66 hanno emesso una previsione positiva sugli utili per il secondo trimestre, che è ben al di sopra della media quinquennale di 37. Se 66 è il numero finale per il trimestre, esso segnerà il maggior numero di società dell’indice S&P500 che emettono una previsione sugli utili positiva per un trimestre, da quando FactSet ha iniziato a monitorare questa metrica nel 2006. Per quanto riguarda la stima media degli utili del secondo trimestre per tutte le società dell'indice, essa è aumentata del 7,3% (a 45,03 $ dai 41,97 $ precedenti) durante questo periodo. Ma gli analisti hanno aumentato le stime degli utili, non solo per il secondo trimestre, ma anche per l'intero anno. L’aggregazione delle stime medie degli utili per tutto il 2021 è aumentata dell'8,6% (a 191,31 $ dai 176,13 $ delle stime precedenti) durante il secondo trimestre (dal 31 marzo al 30 giugno). Infine i settori che maggiormente hanno registrato un aumento delle stime durante il trimestre sono quelli dell’Energia (+36,6%), Materiali (+16,8%), Finanziari (+9,3%), Informatica (+9,0%) e Servizi di comunicazione (+8,9%). Dall’altra parte, i settori dei servizi di pubblica utilità (-2,1%) e dei beni di prima necessità (-0,1%) sono stati gli unici due settori che hanno registrato un calo (v.grafico):

Passando ad altro argomento, dopo il via libera ai dividendi e ai piani di buyback da parte della FED, le principali banche USA si preparano a remunerare i propri azionisti. Da Morgan Stanley a Goldman Sachs e da JP Morgan a BoFA, le principali banche americane hanno aumentato le proprie politiche sui dividendi. Morgan Stanley ha raddoppiato i dividendi trimestrali e pianificato un piano di buyback da 12 miliardi $ entro giugno 2022. Discorso simile per JP Morgan, GS, BoFA e Wells Fargo.

Prosegue sempre la negoziazione per l’approvazione del piano infrastrutturale bipartisan da 579 miliardi $. Il leader repubblicano Mitch McConnell sta cercando di convincere Biden affinché faccia pressione sui senatori democratici perché separino il piano sulle infrastrutture da un disegno di legge più ampio sulla riforma fiscale e maggiore spese.

Altro aggiornamento circa la proposta di una tassazione globale sulle multinazionali, avanzata da Biden qualche mese fa, che ora sembra molto più vicina. In settimana infatti 130 paesi OCSE su 139 hanno siglato a Parigi un accordo per supportare il progetto di una tassa globale del 15% sulle multinazionali, destinato a generare circa 150 miliardi $ aggiuntivi di gettito fiscale su scala globale. Gli ostacoli da superare rimangono molti, a partire dal dissenso di alcuni membri tra cui figurano anche paesi europei quali Irlanda, Ungheria ed Estonia.

Diamo uno sguardo, ora, ai rendimenti dei titoli di stato USA, con il 10 anni Treasury tornato incredibilmente sotto 1.5% e precisamente all’1,43%, mentre il breakeven inflation a 10 anni segna un 2,33%, quindi i tassi reali USA non si schiodano da -0.85/0,90%, dove sembra volerli la FED (v. grafico rendimenti e breakeven inflation):

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. BOOM !!! Spettacolare chiusura di settimana per l’indice tecnologico che fa registrare un nuovo massimo storico a 14738.14, con tanto di gap up aperto, schiantando le due aree di resistenza poste a 14350 e 14500. Il prossimo target in area 14900/15000 è già alla portata, ma con un RSI a 75 è possibile raggiungerlo subito per poi riprendere fiato, consolidando o correggendo di poco da questi livelli. Ciò deve avvenire prima dell’uscita dei dati trimestrali economici a metà luglio, soluzione ideale per portare l’attacco al successivo target posto in area 15500/15550. Possibili correzioni prima in area 14350, poi in area 14050, supporto dato dal ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista d-e. La settimana si è chiusa a 14727.63 con un guadagno del + 2,67% che porta l’indice ad un guadagno del + 14,27% da inizio anno 2021.

Anche l’indice S&P500, fa registrare in settimana una spettacolare salita con tanto di nuovo record a 4355.43 frantumando la resistenza posta in area 4270 che aveva fermato il rialzo nel mese di giugno. La dinamica di questo rialzo ricalca quella fatta registrare dall’indice tra fine marzo e metà aprile scorso, con tanto di sforamento in area di ipercomprato. L’RSI a 70 indica che la fase di rialzo ha bisogno di un consolidamento dei livelli (o piccole correzioni) prima di tentare di raggiungere il prossimo target in area 4440/4450 e più, se i prossimi dati economici trimestrali, confermano di battere in larga percentuale le stime degli analisti. Eventuali correzioni potranno avvenire in area 4270 ed in seconda battuta con un re-test di area 4180. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4352.34, con un guadagno del + 1,67%, il che porta ad una performance del + 15,87% da inizio 2021.

Infine l’indice DOW JONES, il più debole rispetto agli altri due indici azionari, anche se ha recuperato bene dallo scivolone di metà giugno. Ora è ad un passo dalla forte resistenza in area 35000 e quindi da far registrare un nuovo record. L’importante, poi, sarà rimanere e consolidare sopra tale livello. Di contro eventuali correzioni prima in area 34250/34300 poi sul supporto in area 33350 (ritracciamento del 38,2% della gamba rialzista d-e). Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34786.35 con un guadagno del + 1,02% il che riporta ad una performance del + 13,66% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Le notizie sull’ORO, nella settimana appena trascorsa, sone le seguenti:

1) l’EBA (European Banking Authority) introdurrà requisiti più stringenti nel caso in cui per il metallo prezioso non si tratti del cosiddetto “allocated gold”.

2) La Bolivia si avvicina alla confisca dell'oro con l'ultima legge che blocca la vendita/esportazione di lingotti.

Nel 2018, la Banca centrale boliviana (BCB) ha adottato un provvedimento amministrativo per sospendere la vendita di dollari al fine di mantenere il suo ancoraggio al dollaro. E così facendo, la BCB è stata costretta a vomitare le sue riserve (ora al loro livello più basso) dal 2007. Ecco perché, come riporta Bloomberg, i legislatori boliviani stanno discutendo un di-segno di legge che richiederebbe tutto l'oro prodotto nel paese da offrire alla banca centrale mentre la nazione costruisce le sue riserve. Inoltre, la legge è uno sforzo per reprimere il commercio illegale di lingotti. I produttori locali avrebbero bisogno di una certificazione per vendere all'estero e dovrebbero prima offrire il loro oro alla banca centrale a prezzi interna-zionali in cambio di agevolazioni fiscali, secondo una copia del disegno di legge. Le esporta-zioni sarebbero consentite una volta che la banca soddisfa i suoi limiti di acquisto annuali. La Bolivia ha attualmente circa $2. 6 miliardi di riserve auree, che lo rendono il quarto de-tentore di lingotti tra le nazioni sudamericane.

In settimana ciò che la discesa del dollaro e dei tassi ha restituito agli indici azionari, non è avvenuto per l’ORO che non è riuscito a recuperare le perdite pregresse. Quindi tutto fermo come nella scorsa settimana con i prezzi che cincischiano intorno all’area di supporto 1770 $/oz. fino ad un nuovo minimo di 1750 e fino ad un massimo di ca. 1800, senza superare tale livello.

Per quanto riguarda le altre due commodities presenti nel nostro Portafoglio operativo, la settimana per l’Argento era partita male andando a far registrare un doppio minimo a 25,60 $/oz. per poi recuperare l’area 26 e chiudere a 26,50 con un massimo a 26,70 $/oz., mentre per il Platino la settimana non è stata così positiva come la precedente, con i prezzi che si sono riportati sotto l’area 1100 $/oz. con un minimo in area 1050 ed una chiusura a 1087,70 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1783.30 $/oz. facendo registrare un guadagno del + 0,31% che porta il deficit da inizio anno al – 5,90%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1787.30 $/oz. con un guadagno del + 0,39%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Gli ultimi dati sul lavoro fanno sorridere Joe Biden, che venerdì scorso ha detto che la forte crescita nell’occupazione riflette il successo dell’American Rescue Plan e della campagna vaccinale della sua amministrazione. Biden ha detto: “Più posti di lavoro, migliori stipendi – è una buona combinazione. Detto semplicemente, la nostra economia è in movimento e abbiamo il Covid-19 in fuga”.

Il report di giugno è stato il primo ad aver completamente reso conto dell’impatto dell’annuncio del 13 maggio da parte del Centers for Disease Control and Prevention inerente al fatto che gli adulti con il ciclo vaccinale completo non necessitano più di indossare le mascherine all’aperto tra la folla o nella maggior parte degli ambienti interni.

Con i dati che puntano ancora verso l’alto, gli economisti vedono una crescita del PIL che nel secondo trimestre si avvicina al 10%. Gli ultimi numeri portano il recupero totale dei posti di lavoro dalle perdite dovute alla pandemia a 15,6 milioni. Il livello di occupazione totale resta 7,13 milioni sotto il livello di febbraio 2020; oltre 22,3 milioni di americani sono stati licenziati a marzo ed aprile 2020.

Intanto è in dirittura d’arrivo la proposta di una tassa minima globale per le multinazionali. Giovedì, dopo due giorni di discussioni, l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha detto che 130 paesi, che rappresentano più del 90% del PIL mondiale, hanno appoggiato l’accordo che prevede un tasso d’imposta di almeno il 15%. L’OCSE ha dichiarato che un’imposta minima globale sul reddito delle società di almeno il 15% potrebbe produrre circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali globali aggiuntive all’anno. A giugno il G7 aveva già trovato un accordo sulla questione, l’accordo più largo sarà trattato in settimana al G20, a Venezia. I dettagli tecnici dovranno essere concordati entro ottobre, in modo che le nuove regole possano essere introdotte entro il 2023. Irlanda, Ungheria ed Estonia, paesi membri dell’Unione Europea, non hanno firmato l’accordo. Paschal Donohoe, ministro delle finanze irlandese, ha detto che non era “nella posizione di unirsi all’accordo”, ma che avrebbe provato a trovare un risultato che potesse sostenere.

Il presidente statunitense Biden ha detto: “Con una tassa minima globale in vigore, le aziende multinazionali non saranno più in grado di mettere i paesi l’uno contro l’altro nel tentativo di abbassare le aliquote fiscali”. “Non saranno più in grado di evitare di pagare la loro giusta parte nascondendo profitti generati negli Stati Uniti, o in qualsiasi altro paese, in giurisdizioni con tasse più basse”.

USA – CINA

Il presidente cinese Xi Jinping, in un discorso che celebrava il 100° anniversario del Partito Comunista al potere, ha avvisato che anonimi avversari stranieri che cercano di intimidire la CINA saranno “maltrattati e insanguinati” dopo aver affrontato il suo “grande muro d’acciaio”. La segretaria al commercio americana Gina Raimondo in un’intervista a CNBC ha detto che sarà fatto tutto il possibile per far sì che le aziende statunitensi vengano trattate correttamente e abbiano accesso al mercato cinese. Raimondo, riferendosi al discorso di Xi Jinping, ha detto che si tratta di spacconeria e retorica ed ha aggiunto: “Penso che le aziende statunitensi debbano concentrarsi sul proprio business”.

Sulla questione delle violazioni dei diritti umani contro minoranze etniche, Raimondo ha spiegato che gli USA continueranno a lavorare con gli alleati per opporsi alla CINA: “Ci vorrà non solo l’America, ma i paesi alleati che credono nella democrazia ed hanno valori condivisi per mettere abbastanza pressione su di loro per fermare queste azioni chiare, ingiuste e disumane”.

Capi di aziende americane, inclusi John Donahoe di Nike e Elon Musk di Tesla, hanno ricevuto qualche contraccolpo recentemente per commenti positivi espressi nei confronti della CINA. Donahoe ha dichiarato che Nike è “un brand della Cina e per la Cina”, mentre Musk in un tweet ha elogiato la CINA per la sua “prosperità economica”, in particolare nelle infrastrutture. Raimondo ha detto che non direbbe ad un dirigente come guidare un’azienda, anche se adotterebbe un approccio diverso: “Se fossi un dirigente, mi pronuncerei contro le violazioni di diritti umani e penso che dovremmo essere tutti d’accordo sul fatto che quando vediamo violazioni dei diritti umani, quando vediamo razzismo, quando vediamo questo tipo di comportamento, dovremmo alzare la voce e denunciare apertamente”.

LA POLITICA DELLA FED

Tra i temi da affrontare dalla Federal Reserve c’è anche quello che riguarda il dollaro digitale. In estate la banca centrale rilascerà un documento di ricerca per approfondire la questione. Lael Brainard, membro del consiglio dei governatori della FED, ha espresso sostegno alla valuta digitale della banca centrale, mentre in settimana Randal Quarles, vicepresidente responsabile delle attività di supervisione bancaria della FED, si è mostrato scettico nei confronti della maggior parte delle ragioni a favore della valuta digitale. “I vantaggi potenziali di una Federal Reserve CBDC (Central Bank Digital Currency, valuta digitale della banca centrale) sono poco chiari”, aggiungendo che invece la moneta digitale della FED potrebbe comportare rischi.

Tra gli aspetti negativi citati da Quarles, le sfide nel caso in cui il pubblico potesse bypassare le banche tradizionali ed andare direttamente alla FED per il denaro digitale; inoltre ha detto che i vantaggi che i consumatori ottengono attraverso la competizione bancaria potrebbero ridursi ed ha anche espresso timori circa potenziali attacchi informatici.

Dubbi sul dollaro digitale sono stati espressi anche da Thomas Barkin, presidente della FED di Richmond: “Abbiamo già una valuta digitale in questo paese, si chiama dollaro”. “Quindi se hai intenzione di migliorare la valuta digitale, devi decidere per quale motivo…Non ho ancora sentito una buona storia su ciò che stiamo provando a realizzare”.

Una valuta digitale della FED funzionerebbe come i dollari digitali che sono scambiati quotidianamente, a parte per il fatto che invece di essere garantita dalle banche sarebbe supportata dalla Federal Reserve. Coloro che non hanno conti in banca potrebbero usare il sistema della FED per trasferire denaro. Per Quarles il sistema potrebbe essere complicato e costoso da progettare e probabilmente necessiterebbe di un atto del Congresso e sarebbe ridondante per i sistemi che sono già in funzione.

I sostenitori della valuta digitale della banca centrale temono che la FED possa perdere la propria posizione nel sistema finanziario globale, con la possibile minaccia all’egemonia del dollaro statunitense come valuta di riserva mondiale; ma per Quarles sembra improbabile che possa emergere una vera minaccia alla valuta americana grazie al suo valore relativamente stabile, alla sua continua importanza nei mercati finanziari globali e alla profondità ed importanza sistemica dei Treasurys e della banconota. Quarles ha anche spiegato che non ritiene particolarmente minacciose le cryptovalute come il bitcoin.

Quarles ha detto: “Quando cominciamo la nostra analisi in FED di queste questioni, dovrò essere convinto che una CBDC sia uno strumento particolarmente buono per affrontare uno di questi problemi, su cui sono scettico, e specialmente dovrò essere convinto che i vantaggi potenziali dello sviluppo di una Federal Reserve CBDC superino i rischi potenziali”.

DATI MACROECONOMICI

Gli indici dei prezzi delle case restano surriscaldati. Ad aprile l’indice dei prezzi delle abitazioni cresce dell’1,8% rispetto a marzo; ma il dato anno su anno è quasi al 15%, massimo dal 2005. Chiaro che il prezzo sta diventando un problema per gli acquirenti. Il dato è rilasciato dalla Federal Housing Finance Agency

Il dato relativo alla fiducia dei consumatori, elaborato dalla Conference Board, a giugno ha spaccato, uscendo 8 punti sopra attese e ai massimi da pre pandemia, e con miglioramento equamente distribuito tra current situation ed expectations. La componente lavoro ha registrato il massimo dal 2000. Il dato tocca quota 127,3 andando ben oltre il consensus, a 119 punti. Il dato di maggio è stato rivisto a 120 punti (da 117,2 punti).

Il PMI di Chicago registra una contrazione: da 75,2 punti di maggio a 66,1 di giugno. Calo superiore rispetto a quanto indicato dal consensus (70 punti). Il dato è rilasciato dall’ISM-Chicago.

Il dato relativo ai contratti pendenti di vendita di abitazioni, indicatore basato su contratti immobiliari firmati per abitazioni già esistenti, dopo il -4,4% di aprile e con un consensus del -0,8%, a maggio segna un +8,0%. Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.

Il PMI manifatturiero elaborato da Markit Economics a giugno rimane in linea con i numeri di maggio: 62,1 punti. Un dato sotto il consensus, che prevedeva una crescita a 62,6 punti.

Il PMI manifatturiero elaborato da ISM è rimasto su livelli storicamente elevatissimi, cedendo marginalmente. Infatti passa dai 61,2 punti di maggio ai 60,6 di giugno; il consensus stimava un calo a 61 punti. Il dato relativo ai nuovi ordini manifatturieri scende dai 67 punti di maggio agli attuali 66. Crescita di 4,1 punti a giugno per i prezzi del settore manifatturiero, che si attestano a 92,1 punti. Contrazione per l’occupazione manifatturiera, con un calo dai 50,9 punti di maggio ai 49,9 di giugno.

Nella settimana terminata il 26 giugno il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione registra un calo importante; dal dato rivisto a 415 mila, riferito alla settimana terminata il 19 giugno, le richieste sono scese sotto quota 400 mila, per la precisione sono arrivate a 364 mila; numero più basso da marzo 2020 ad oggi. Ricordiamo che entro 1 mese la metà degli stati smette di pagare i sussidi straordinari, il che sarà un incentivo a tornare a lavorare. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

A giugno nel settore non-agricolo sono stati creati 850 mila posti di lavoro; un deciso rialzo rispetto al mese di maggio, che ha registrato un dato di 583 mila (dato rivisto da 559 mila). Il consensus prevedeva un rialzo a 700 mila. Nel settore non-agricolo privato i nuovi posti di lavoro di giugno sono 662 mila (contro un consensus di 600 mila); il dato rivisto di maggio è di 516 mila. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Deludente il dato sulla disoccupazione totale che aumenta, passando dal 5,8% di maggio al 5,9% di giugno, contro un consensus del 5.7%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’importo medio che i dipendenti guadagnano all’ora a giugno cresce dello 0,3%, dopo il rialzo dello 0,4% di maggio (rivisto da 0,5%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Gli ordini alle fabbriche a maggio sono cresciuti dell’1,7%, migliorando il dato di aprile, quando era stata registrata una contrazione dello 0,1% (rivista da -0,6%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

PORTAFOGLI AZIONARI

Dopo una settimana di riposo, riprendono le soddisfazioni sui Portafogli azionari del LombardReport. Come di consueto iniziamo dal Portafoglio LombardReport storico, sul quale abbiamo venduto a target il titolo tecnologico APPLE a 135,57 $ con la strategia “Nasdaq Weekly” portando a casa un buon +7%. Inoltre con la strategia FTSEMIB40 abbiamo guadagnato un +5,36% sul titolo italiano UNIPOL nel giro di soli 12 gg.

CAMPARI ci regala un nuovo massimo storico per poi consolidare sui livelli di 1130/11,40 €. Mentre COGNIZANT con la strategia “Nasdaq Weekly” rimane sempre critica anche se tra alti e bassi.

Passiamo ora al Portafoglio “The Challenge” nel quale i guadagni sono sempre più sostanziosi rispetto al Portafoglio storico anche perchè l’operatività si sviluppa su un arco temporale più ampio. Quindi ringraziamo l’ETF sui semiconduttori che ci ha regalato un bel +25% e comunque pronti a rientrare se il mercato ce ne darà l’occasione. Per il resto del Portafoglio tutto bene in attesa, forse, di acquistare il secondo lotto su NOVACYT se va sui nostri prezzi. Infine, nessun acquisto è entrato dalla lista della spesa. Attendiamo sempre senza fretta ed alle nostre condizioni.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

MICRON TECHNO – 2,07%. L'azienda è un produttore e distributore di DRAM, memorie NAND Flash, sensori di immagine CMOS e altri componenti a semiconduttore, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2021 pari a 1,88 $/az. su un fatturato di 7,42 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,71 $/az. su un fatturato pari a 7,23 mld $. I ricavi sono aumentati del 36,5% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2021 tra 2,20 e 2,40 $/az. su un fatturato tra 8,00 e 8,40 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,18 $/az. su un fatturato di 7,86 mld $.

Sanjay Mehrotra, presidente e CEO della società, ha dichiarato: "Micron ha stabilito un record di ricavi e di prodotti nel terzo trimestre ed ha ottenuto il più grande miglioramento sequenziale degli utili della nostra storia. La nostra DRAM 1alpha, leader del settore, e la NAND a 176 strati rappresentano ora una parte significativa della nostra produzione e Micron è nella posizione migliore, in assoluto, per capitalizzare le tendenze della domanda a lungo termine nei data center, nell'edge intelligente e nei dispositivi utente. Inoltre abbiamo stipulato un accordo definitivo per vendere la nostra fabbrica di Lehi, Utah, alla società Texas Instruments. Il valore economico della vendita è di 1,5 miliardi $, composto da 900 milioni $ in contanti dalla transazione di vendita e circa 600 milioni $ in valore da strumenti selezionati e altre risorse. Micron venderà alcune di queste attività e manterrà il resto per ridistribuirlo in altri suoi siti di produzione o venderlo ad altri acquirenti”.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (7/5/2021)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.