Aggiornamento portafoglio: sempre più in alto!


Carissimi lettori di Rischio Contenuto ben ritrovati dopo la pausa estiva. L’augurio è che abbiate trascorso una buona estate e che riposo e relax vi abbiano coccolati a dovere. E, non di meno, con un portafoglio che ha continuato a macinare utili anche nel mese per antonomasia “nemico” dei mercati. Siamo su un nuovo massimo storico (in realtà un susseguirsi di massimi storici…), ma di questo parliamo tra poco.

Prima è interessante analizzare l’esito del meeting a Jackson Hole di qualche giorno fa, dove Powell era probabilmente l’ospite n.1 e dalle cui labbra pendevano tutti i mercati. Infatti, l’attesa per il meeting non è stata priva di qualche apprensione, e le incognite sulle le parole di Powell in merito alla politica monetaria della FED ha tenuto per qualche seduta i mercati col fiato sospeso.

Alla fine, Powell si è pronunciato: l’inizio del tapering (riduzione dell’ammontare degli acquisti da parte della FED) è possibile entro fine anno, ma non è un segnale di un prossimo aumento dei tassi. Di fatto il Presidente della FED apre alla riduzione degli stimoli monetari entro il 2021 senza però fornire una data precisa, e anzi precisando che “la variante Delta causa preoccupazione”.

Powell ha anche asserito che un intervento troppo prematuro potrebbe rivelarsi molto dannoso, visto il clima di incertezza alimentato da debolezze nell’economia Usa e la proliferazione, appunto, della variante Delta. Non è stata dunque fornita una “tabella di marcia” precisa per l’allentamento degli acquisti della FED, che ricordiamo sono oggi pari a 120 miliardi di dollari mensili. Ciò che certamente ha rassicurato i mercati è stata la sottolineatura del fatto che il tapering non “è un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse”, anche perché in tema di inflazione Powell ha ammesso che la fiammata dei prezzi “causa preoccupazione”, pur rimanendo convinto che l’aumento sia provvisorio e si possa rientrare al target del 2%.

Come da copione, le azioni USA hanno reagito alle parole di Powell con una fiammata, spingendo lo S&P 500 su nuovi massimi che ha rasserenato e trascinato anche le Borse europee. La sintesi, stando alle parole della FED, è quindi quella di un’apertura prudente. L’economia USA, ha evidenziato il numero uno della FED, resta sulla “strada giusta” per riassestarsi dal tonfo pandemico, grazie alla combinazione di “alti livelli di occupazione e partecipazione, benefici salariali ampiamente condivisi e un’inflazione prossima al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”.

Tuttavia, è anche veri che sono ancora troppe le incognite da valutare prima di uno stop brusco agli stimoli della Banca Centrale americana. Powell ha da un lato rimarcato i progressi del mercato del lavoro, “migliorato più del previsto”, ma dall’altro ha ribadito che la “disoccupazione è ancora troppo elevata”. E a tutto questo, naturalmente, si aggiunge l’incognita Covid e della sua variante Delta, con rischi concreti nell’immediato per una ripresa a pieno ritmo. Infatti, Powell non ha esitato ad affermare che “la pandemia resta una minaccia alla crescita e la variante Delta crea rischi di breve termine”.

Come sempre, vedremo nel corso dei mesi cosa accadrà, ma per ora i mercati sono stati confortati e la marcia pare proseguire robusta sulla maggior parte dei listini.

Tornando al nostro portafoglio, come detto mettiamo a segno un altro record. Infatti, al close di venerdì, il nostro portafoglio valorizza un NAV a 106,66 nuovo massimo storico rispetto al precedente 105,88 registrato a fine luglio. Incredibile considerare che appena due mesi fa eravamo a 104,77: l’accelerazione è stata davvero importante e ben lo testimonia il grafico dell’equity line. La performance decolla e va al 4,77% su base annua rispetto al 4,55% della precedente rilevazione. Volatilità in lieve aumento all’1,25% ma con rapporto rischio/rendimento sempre ai massimi livelli di sicurezza.

Ora, finché l’impostazione dei mercati rimane questa c’è poco da dire e poco da fare, salvo godersi il viaggio. Naturalmente occhi sempre aperti, pronti ad intervenire in caso di situazioni di pericolo. Ci resta da utilizzare circa un 20% di liquidità residua che potrebbe essere utilizzata per andare “full invested” se i mercati vorranno darci la soddisfazione di proseguire la marcia al rialzo.

Portafoglio ed equity line aggiornati nell’apposita sezione.