Aggiornamento portafoglio: the big rush


Il caldo avanza e l’estate metereologica e borsistica entrano nel vivo. Poco movimento, poche notizie degne di vero interesse, salvo che gli USA corrono e anche belli robusti. La Borsa USA ha ritrovato una buona spinta e sia S&P500 sia Nasdaq regalano agli investitori nuovi massimi.

Ecco così che si materializza, forse anche un po’ a sorpresa, un big rush estivo che si riverbera molto positivamente sul nostro portafoglio che vola verso quota 105 di NAV, inarrestabile. E poi, in assenza di vere notizie ci si può deliziare con un po’ di gossip finanziario, in merito non al big rush ma al big crash.

Infatti, il noto investitore Michael Burry, gestore dell’Hedge Fund che ca capo a Scion Asset Management – balzato agli onori delle cronache per essere stato il primo investitore a prevedere e trarre profitto dalla crisi dei mutui subprime tra il 2007 e il 2010 e celebrato nel libro e nel film “La grande scommessa” – ha lanciato il suo pronostico sul prossimo crash della finanza.

Burry, di fatto ha messo in guardia gli investitori contro “la madre di tutti i crash”, puntando il dito contro il Bitcoin e le criptovalute in generale. Ma non basta, già nelle scorse settimane aveva annunciato un altro imminente big crush, rispondente al nome di Tesla.

Queste le sue parole: “Il grande problema con le criptovalute è la leva finanziaria”, aggiungendo che “in una crisi inflazionistica, i governi si sposteranno per schiacciare i concorrenti nell’arena valutaria”. Pertanto, Burry si dice preoccupato che i governi possano presto intervenire pesantemente nel regolamentare le criptovalute. E così, per il famoso investitore il futuro a lungo termine delle criptovalute non è per niente roseo, ma “Nel breve periodo tutto è possibile”.

Burry ha anche affermato di aver aperto una consistente operazione short contro il colosso delle auto elettriche Tesla. Stando a quanto reso noto dalla SEC, al 31 marzo 2021, Scion Asset Management deteneva oltre 8.000 opzioni put, con un valore di 534 milioni di dollari. L’organo di vigilanza però non ha dichiarato lo strike price e la scadenza di queste opzioni.

Come sempre staremo a vedere cosa accadrà e se davvero questa “profezia” di big crash si concretizzerà e con quale portata. Intanto, non avendo altri grandi spunti su cui ragionare, concentriamoci invece sul nostro portafoglio. Dalla correzione di metà maggio scorso è ripartito un impulso al rialzo che fa quasi spavento per quanto è verticale.

E’ vero che siamo abituati a questo comportamento dopo molto tempo in compagnia del nostro asset: una perfetta alternanza di fughe in avanti con conseguente consolidamento, leggera correzione e ripartenza. il tutto condito da una volatilità molto contenuta e da una regolarità di crescita decisamente confortevole, visto il “mandato” del portafoglio Rischio Contenuto.

Il portafoglio tocca così il suo nuovo massimo storico e, al close di ieri, valorizza un NAV a 104,77 rispetto ai 104,48 del massimo precedente toccato appena dieci giorni fa. Sale ancora la performance annualizzata, e ormai siamo ad un soffio da +4% su base annua, visto che oggi siamo al +3,93% rispetto al precedente +3,76% e soprattutto rispetto al +3,02% di fine maggio. Volatilità stabile all’1,00%.

Portafoglio ed equity line aggiornati nell’apposita sezione.