Strategia Value: l'effetto tempo nelle performance di lungo periodo


L’orizzonte temporale di lungo periodo rappresenta uno dei principi cardine del value investing. Il fattore tempo risulta essere decisivo per le buone sorti delle performance del portafoglio: ma come incide tale aspetto sulla resa degli investimenti? Vediamo qui di seguito un esempio concreto.

Saper individuare le buone opportunità di investimento rappresenta solamente un elemento necessario ma non sufficiente: occorre saper pazientare e tenere i nervi saldi.

Nella tabella sono indicati gli andamenti realizzati in ogni anno tra il 2007 ed il 2022. Su 195 “annualità” se ne registrano 118 positive (60,5%).

Mediamente, su 15 anni (escludendo il 2022), la performance media (trascurando gli effetti valutari) è stata negativa solamente in tre occasioni (2008, 2018, 2020).

Le maggiori frequenze le hanno riportate WINMARK, SWEDISH MATCH e FEVER TREE, i peggiori sono risultati arrivano da COVER50, BIC, RATTI e VALSOIA.

Nella tabella che segue si può apprezzare maggiormente quanto valga l’effetto temporale.

Per ogni titolo viene riportato la variazione di prezzo complessiva nell’ipotesi in cui l’investimento fosse iniziato nei vari anni precedenti fino ad oggi.

Quanto pesa, in termini di performance, l’aver riportato tra il 2007-22 il 40% delle annualità negative?

Se qualcuno avesse investito in tutti questi titoli a partire dal 1° gennaio 2007, resistendo alla paura dei crash del 2008-09 e del 2020, avrebbe portato a casa un +531% segnando un rendimento medio composto dell’11,77%.

Tutto ciò è realizzabile grazie al famoso effetto “compounding” (interesse composto) grazie al quale è possibile incrementare il capitale investito di più di sei volte.

Qual è il segreto? Il tasso di rendimento viene applicato implicitamente sull’intero montante: in questo modo, non si avrà un andamento lineare ma bensì esponenziale.

A tutto ciò, andrebbe aggiunto, per completezza un altro volano di rendimento; l’effetto dei dividendi.

Un investitore di lungo periodo, oltre a beneficiare di un rendimento in conto capitale (apprezzamento del titolo) può ambire legittimamente ad avere anche un flusso cedolare costante.

Per puro esercizio teorico, ipotizziamo di aver in portafoglio i titoli indicati dalla strategia ad un valore di carico corrispondente al più lontano prezzo disponibile a partire dal 1/01/2007. La tabella che segue riporta, per ogni anno, il flusso di dividendi corrispondente per ogni azione.

Nella terza colonna (evidenziato in verde) viene indicato il totale complessivo dei dividendi corrisposti agli azionisti nel periodo considerato. La quarta colonna (evidenziata in viola) riporta, a titolo puramente esemplificativo, il rendimento % del totale dei dividendi incassati rapportati al valore di carico.

La questione, nel lungo termine diventa interessante: ad esempio, nel caso di AMADEUS FIRE, con un valore di carico di € 17,29, incassare un dividendo di € 4,66 (ultimo pre-Covid) corrisponde ad un rendimento di 26,95%!

Si può obiettare sul fatto che la fiscalità sui dividendi esteri non sia particolarmente favorevole, ma dinanzi a questi rendimenti (possibili solo grazie al tempo), si può anche accettare la mannaia della doppia tassazione.

OSSERVAZIONI:

E’ chiaro che questa strategia non è adatta per tutti: come visto in precedenza, pur a fronte di risultati storici molto validi, possono capitare fasi particolarmente complesse (2008, 2020). Non tutti i profili di rischio possono accettare di subire (temporaneamente) perdite consistenti.

In questa modalità operativa, un titolo esce dal portafoglio solamente quando mutano in modo radicale alcuni aspetti fondamentali: in assenza di tali eventi non ha senso vendere.

La fase attuale rimane abbastanza complessa, sul quadro macro stanno cambiando alcune variabili (inflazione, tassi, ecc..) che potrebbero avere impatti sul mercato.

Sotto il profilo fondamentale non si registrano particolari novità sui titoli segnalati e pertanto, si procede dritti. Massimo rispetto però per chi non è pronto a tollerare fasi turbolente: esca serenamente dove guadagna ed attenda altre occasioni.

Sotto l'aspetto delle nuove opportunità, vista la particolarità del momento, l’idea è quella di operare come con riportato la scorsa settimana, ovvero creando una “WATCH LIST” di titoli pronti ad essere inseriti nella strategia al momento opportuno. Nelle prossime settimane la lista potrebbe allungarsi.

Tornando a NATIONAL RESEARCH (titolo analizzato nell'articolo https://www.lombardreport.com/2022/1/9/come-si-fa-a-misurare-la-qualit/) si registra la rottura del supporto situato a quota $ 40: il titolo potrebbe tornare a testare i minimi riportati nel marzo 2020 ($ 34): questo scenario non sarebbe negativo perché consentirebbe di acquistare il titolo ad un prezzo inferiore (e a multipli più contenuti).

La rubrica seguirà gli sviluppi.

RIEPILOGO DELLE SEGNALAZIONI: