NASDAQ100 WEEKLY - Rimbalzi da "fiato corto" per gli indici azionari USA.


GRANDE CONFUSIONE SUI MERCATI AZIONARI USA ! RECUPERI PRODIGIOSI SU DATI MACRO DELUDENTI ED AFFOSSAMENTI ALTRETTANTO CORPOSI SENZA MOTIVAZIONI RILEVANTI. DI CERTO ABBIAMO CHE OGNI TENTATIVO DI (PSEUDO) RIMBALZO HA IL FIATO CORTO. RICORDIAMO CHE E’ INIZIATA LA STAGIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SOCIETARIE.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Come riportato su queste colonne lunedì scorso, graficamente la “reversal island” si è confermata una figura altamente potente di inversione. L’illusoria giornata di giovedì scorso ha prodotto una bella suonata per gli speculatori ribassisti che, dopo l’uscita del pessimo dato sull’inflazione facevano aprire le contrattazioni del cash in calo di oltre il – 2% generando graficamente un gap down, ma nel corso della seduta sorprendentemente i rialzisti sono riusciti a prendere il sopravvento e grazie anche alle forsennate ricoperture dei ribassisti (short squeeze), l’indice riusciva a recuperare tutta la perdita iniziale ed a chiudere la sessione con oltre il + 2% di guadagno. Ma poi, nella giornata di venerdì, complici le dichiarazioni sempre più aggressive dei membri della FED (probabilmente impauriti dal rialzo dei mercati del giorno precedente si ostinano a reprimere nel sangue ogni tentativo del mercato di mostrare un sollievo) una nuova ondata di vendite ha preso il sopravvento.

Il forte supporto del minimo di metà giugno scorso in area 11000 ha fatto il suo dovere ed una volta rotto, nella giornata di lunedì scorso, è diventata una resistenza valida visto che ha fermato il tentativo di rimbalzo nelle giornate di giovedì e venerdì scorso. Nel frattempo i prezzi hanno registrato un nuovo minimo a 10440, avvicinandosi ai successivi supporti posti in area 10300 e 10000, fermo restando che l’area 9500 rimane l’ultimo baluardo prima di entrare negli inferi, che ci costringerà a riformulare un nuovo conteggio delle onde che non potrà che essere molto (speriamo di no) più penalizzante dell’attuale. Come detto in precedenza, il dato inflattivo superiore alle attese del CPI di settembre convincerà ancor più la FED ad alzare i tassi a novembre di un ulteriore 0,75% continuando nella politica ultra restrittiva con le attese del mercato che prezzano una probabilità del 75% che, anche nella riunione del FOMC del 14 dicembre, i tassi vengano rialzati di 75 bps con un tasso finale del 2022 pari al 4,5%. Livelli di resistenza, ma solo per dovere di cronaca, li troviamo in area 11000 a seguire aree 11600 e 12000. La settimana si è chiusa a 10692.06 con una perdita del – 3,15% che porta ad un deficit da inizio anno del – 34,49%.

Stessa situazione dell’indice tech anche per l’S&P500 anche se le perdite settimanali sono state più contenute. Graficamente la figura di “reversal island” ha prodotto una continuazione della fase ribassista, con i prezzi che hanno fatto registrare un nuovo minimo a 3491 seguito dal rimbalzo da “fiato corto” sopra i minimi di metà giugno scorso, per poi chiudere la settimana ben sotto tale livello. Nella prosecuzione della fase ribassista, troviamo i supporti relativi alle aree 3450 e 3375, prima dell’ultimo baluardo in area 3325 che ci costringerà a modificare il conteggio attuale. Anche su questo indice, giusto per commentare il grafico, troviamo la prima resistenza in area 3636, quindi la successiva in area 3785. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 3583.07 con una perdita del – 1,55% che porta a segnare un – 24,82% da inizio anno.

Infine, riguardo all’indice DOW JONES, troviamo una situazione grafica differente dagli altri due indici maggiori in quanto la figura di “reversal island”, è stata richiusa da una prodigiosa giornata di contrattazioni di giovedì scorso nella quale in apertura l’indice ha fatto registrare anche un nuovo minimo a 28660, sfiorando pericolosamente l’area 28500 che rappresenta l’ultimo baluardo prima di essere costretti a modificare il conteggio attuale delle onde. La settimana si è chiusa esattamente sui livelli del minimo del giugno scorso, pertanto in questa settimana troviamo due supporti in area 29650 ed a seguire appunto il fatidico 28500. Resistenze in area 30500 e 31000. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 29634.83 con un guadagno del + 1,15% che porta a segnare un – 18,45% da inizio anno.

ORO INDEX 

Anche sull’Oro abbiamo visto due settimane fa il rimbalzo dal “fiato corto”, con i prezzi che si erano riportati sopra l’area 1680 $/oz., arrivando a toccare l’area 1740 $/oz., per poi ripiegare nel fine settimana. Ovviamente il pessimo dato sull’inflazione USA di giovedì scorso ha riportato il Dollar Index sui massimi ed i rendimenti sui titoli di stato a nuovi massimi, con il decennale al 4,022%, pertanto i prezzi dell’Oro non potevano fare altro che scendere, anche se ci saremmo aspettati una discesa maggiore. Le prospettive sono per una continuazione della fase ribassista con il test del supporto in area 1622 $/oz. (minimo di fine settembre scorso) quindi l’importante area dei 1600 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, graficamente il Platino è lontano dai suoi minimi fatti registrare il primo settembre scorso ma i prezzi non riescono a perforare la M.M. a 200 venendone ricacciati sempre indietro. La settimana si è chiusa appena sotto l’area dei 900 $/oz. Bruttissima, invece, la situazione per l’Argento, che dopo aver testato la M.M. a 200 periodi ha intrapreso una fase discendente pari ad 8 giornate consecutive che hanno portato i prezzi dall’area 21 $/oz. a chiudere la settimana appena sopra i 18 $/oz. Ricordiamo che il minimo di periodo è a 17,40 $/oz. ed il successivo supporto si trova in area 17 $/oz. visti a maggio/giugno 2020.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1648.90 $/oz., con una perdita del – 3,53% che porta ad una perdita del – 9,83% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1643.78 $/oz. con una perdita del – 2,95%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2022:

DATI MACROECONOMICI

Speranza vana. I numeri sull'inflazione USA hanno sorpreso ancora al rialzo:

L’indice dei prezzi al consumo a livello mensile a settembre registra un + 0,4%. Si tratta di una rilevazione superiore al consensus al + 0,2%, e nettamente superiore al dato di agosto del + 0,1%.

Mentre il dato annualizzato a settembre registra un + 8,2%. Si tratta di una rilevazione superiore al consensus al + 8,1%, ma inferiore al dato di agosto del + 8,3%.

Il dato core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) a livello mensile a settembre cresce dello 0,6%, contro una previsione del + 0,5% ed un dato di agosto proprio del + 0,6%.

Mentre a livello annualizzato si registra un + 6,6% massimo da 40 anni ad oggi, contro un consensus del + 6,5% ed un dato di agosto del + 6,3%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L'aspetto sostanziale di questo report è la salita dei costi dei servizi (+0.8) trainata dalla categoria degli alloggi, ma anche dai trasporti, mentre i prezzi dei beni iniziano a scendere.

PORTAFOGLI AZIONARI

Nulla da segnalare per quanto riguarda l’operatività sui nostri Portafogli azionari nella settimana appena trascorsa. Questo mercato continua a massacrare chi si fa trascinare dall'emotività e noi siamo felicissimi di non partecipare, almeno fino a quando la situazione non diverrà più chiara ma, soprattutto, più coerente.

FOCUS SU IDROGENO

PROGRAMMA DOE HYDROGEN HUB: QUALI STATI SONO I PROSSIMI?

L'Office of Clean Energy Demonstrations ha annunciato un programma per stanziare 8 miliardi di dollari per finanziare dimostrazioni di hub per l'idrogeno pulito negli Stati Uniti come parte del disegno di legge sulle infrastrutture approvato alla fine dello scorso anno. Il denaro viene messo da parte per creare da sei a dieci hub regionali per l'idrogeno pulito. Secondo il sito web del Dipartimento dell'Energia (DOE), i progetti ammissibili includono quelli che "dimostrano la produzione, la lavorazione, la consegna, lo stoccaggio e l'uso finale di idrogeno pulito". Recentemente, una coalizione di sette stati del Midwest (IL, IN, KY, MI, MN, OH e WI), soprannominata Midwest Hydrogen Coalition (M-H2), ha annunciato l'intenzione di ottenere una quota del finanziamento per anticipare quattro idrogeno hub che risiederebbero da qualche parte all'interno degli stati del gruppo.

Mentre il potenziale utilizzo dell'idrogeno come combustibile per trasporti su larga scala è ancora oggetto di dibattito, l'idrogeno è attualmente utilizzato nei processi industriali negli Stati Uniti oggi. La domanda di idrogeno si aggira intorno ai 10 Mt/anno negli Stati Uniti, con il 55% utilizzato nei processi di raffinazione e un altro 35% utilizzato nella produzione di ammoniaca e metanolo. Ciò significa che le regioni in cui l'idrogeno è attualmente utilizzato negli impianti e nelle raffinerie di ammoniaca sono i candidati principali a ridurre la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio al fine di avviare la decarbonizzazione di tali industrie. In combinazione con il fatto che potrebbero essere utilizzate le infrastrutture midstream esistenti, diventa facile vedere come gli stati in M-H2 siano in una buona posizione per iniziare a costruire hub di idrogeno a basse emissioni di carbonio. La mappa sottostante lo evidenzia mostrando le regioni in cui l'idrogeno è attualmente utilizzato per la produzione di ammoniaca e nelle raffinerie.

La visualizzazione di questi dati su una mappa rivela come il Midwest sia in una posizione di forza per utilizzare le infrastrutture esistenti per creare hub di idrogeno. Evidenzia anche come altri stati, come il Texas, l'Oklahoma e persino il Kansas, abbiano le infrastrutture per renderli buoni candidati anche per i soldi della sovvenzione.

Oltre ad avere esistenti fonti di produzione e domanda di idrogeno, il programma di sovvenzioni rientra anche nell'iniziativa Justice40. In breve, questa è una clausola che richiede che almeno il 40% della sovvenzione per i programmi di "energia pulita" nell'ambito dell'Infrastructure Bill, così come l'Inflation Reduction Act e l'American Rescue Plan, debba andare a una comunità svantaggiata (DAC). Il DOE definisce un DAC come un censimento che soddisfa 36 disposizioni specifiche, alcune delle quali legate al reddito e all'occupazione. Utilizzando i dati DOE, possiamo aggiungere i tratti del censimento DAC, il che aiuta a evidenziare un altro input che potrebbe influenzare il flusso di denaro delle sovvenzioni. Si noti che questi DAC sono diversi dalle comunità energetiche definite per i crediti d'imposta sugli investimenti e sulla produzione, di cui ha recentemente scritto BTU Analytics.

La mappa sopra rivela ancora di più che l'opportunità di ottenere finanziamenti non risiede solo nel Midwest, ma anche nelle parti orientali dell'Oklahoma e del Kansas e si estende persino fino alla costa del Golfo. Questi altri stati dovrebbero anche essere considerati probabili candidati per richiedere la sovvenzione concessa dal programma Hydrogen Hub.

L'idrogeno giocherà sicuramente un ruolo nei futuri piani di decarbonizzazione e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio è un'opportunità per spostare circa 90 Mt/a di emissioni, escluso il suo potenziale utilizzo nella produzione di energia o addirittura come combustibile per i trasporti. Esistono ostacoli significativi per tali usi, inclusa una griglia che è ancora lontana dall'essere decarbonizzata. Tuttavia, l'infrastruttura dell'idrogeno esistente renderà il programma M-H2 un valido candidato per l'Hydrogen Hub.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

Le società che hanno pubblicato i propri report economici nella settimana appena trascorsa, verranno inserite insieme a quelle di questa settimana.

===============================================================

SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (17/10/2022)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di SANDRO MANCINI