Aggiornamento portafoglio: S&P conferma il rating dell’Italia


Il primo appuntamento del nostro debito pubblico con le agenzie di rating è andato bene, con Standard&Poor’s che ha confermato il rating italico a BBB, ovvero due gradini sopra il livello investment grade.

Si proseguirà tuttavia per tutto l’autunno, con Dbrs che si pronuncerà il 27 ottobre, per proseguire il 10 novembre con Fitch e per finire il 17 novembre con Moody’s.

Venerdì scorso, come dicevamo, S&P ha confermato il nostro rating oltre ad aver mantenuto stabili anche le valutazioni sulle prospettive del nostro Paese.

Nella sua nota l’agenzia di rating riporta come “le prospettive stabili bilanciano la nostra visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sull’ampio debito pubblico;inoltre, tengono conto del significativo stimolo economico che i fondi Ue dovrebbero fornire”.

Nonostante le previsioni di crescita del nostro Paese siano viste in rallentamento, S&P non ha cambiato il voto sulla capacità dell’Italia di gestire il proprio debito nei confronti del mercato. Così, in scia a questa notizia lo spread Btp/Bund si è portato sotto quota 200 basis points, dopo che nelle settimane passate era arrivato a superare i 210 punti.

I prossimi appuntamenti con le altre agenzie di rating, per ora non destano preoccupazioni. Ricordiamo che Dbrs a fine aprile scorso aveva confermato il rating BBB High con outlook stabile, sottolineando che i “rischi bilanciati” del nostro debito e “l'impegno del governo per una politica di bilancio prudente” facevano ben sperare.

Per ciò che riguarda Fitch, a maggio scorso ha confermato all'Italia il rating BBB con trend stabile. La decisine era stata presa visto che la crescita italiana aveva “superato le nostre attese nel primo trimestre del 2023”.

Solo Moody’s, da sempre l'agenzia più severa con l’Italia, potrebbe creare un po’ di tensione, vista la sua posizione che che già ci colloca sull'ultimo gradino prima del livello “spazzatura”.

E intanto su alcuna stampa specializzata si iniziano a leggere articoli dalla dubbia onestà intellettuale sul potenziale rischio Italia dopo il successo dei due Btp Valore. Guarda caso però gli articoli sono interviste pretestuose ad esponenti di SIM o di reti di “consulenza”, i quali si dimenticano di dire che il nostro record di rendimento al 4,90% sul decennale fa terno con il record degli Usa e anche della Germania con il suo Bund che non toccava il 3% di rendimento da ben 13 anni…

Tornando al nostro portafoglio, all’ultimo close disponibile valorizziamo un NAV a 104,88 in crescita rispetto all’ultima valorizzazione di 104,77. La performance storica su base annua si attesta in area +1,38%, portando quella cumulata al +4,89%. Ancora in lieve diminuzione la volatilità totale, ora all’1,91%, mentre è stabile quella negativa che resta all’1,31%.

Portafoglio aggiornato nella sezione consueta.