Numeri e notizie sui dividendi azionari, dall’Italia e dal mondo


Cedole & dividendi

C’è movimento sul fronte della distribuzione dei profitti sia in Italia sia su altre grandi Borse. Sta per iniziare la stagione della mietitura, ma finora si ha solo una prima indicazione di quanto fissato da alcune società, le cui relative assemblee dei soci dovranno ufficializzare gli importi in pagamento.

Cnh Industrial ha deluso con un annuncio di dividendo 2016/pagamento 2017 di 0,11 euro, in calo rispetto agli anni precedenti: nel 2016 era stato versato 0,13 euro, nel 2015 0,20 euro e nel 2014 pure 0,20 euro. Lo stacco è previsto il 24/4 e il pagamento il 26/4. Il gruppo industriale italo-statunitense, quotato anche a Milano, ha archiviato l’esercizio 2016 con i seguenti risultati economici e finanziari: il fatturato si è attestato sui 24,9 miliardi di dollari a fronte di un utile netto adjusted di 482 milioni di dollari, una perdita netta di 249 milioni di dollari e un indebitamento a 1,6 miliardi di dollari. Il “dividend yield” lordo a oggi è dell’1,24%, decisamente deludente. La concorrente Caterpillar garantisce un 3,3%, però in dollari, con pagamento trimestrale ormai fisso da metà 2015 di 0,77 $. La volatilità del titolo Cnh è stata del 28% nelle ultime 180 sedute, contro il 21,3% di Caterpillar.

Ferrari all’opposto ha sorpreso positivamente, alzando il suo dividendo da 0,46 euro del 2015/pagamento 2016 a 0,635 euro del 2016/pagamento 2017. I dati della società sono positivi anche perché nell'anno l'indebitamento netto industriale è sceso da 797 a 653 milioni di euro e si prevede che decresca altrettanto nei prossimi 12 mesi, fino ad arrivare a 500 milioni. Il “dividend yield” lordo è oggi dell’1,05%, ma per chi fosse entrato sul titolo in fase di collocamento risulterebbe dell’1,45%. Considerando il settore, il risultato appare comunque insoddisfacente. La tedesca Porsche, per esempio, paga l’1,93%, sebbene non brilli da questo punto di vista, ma occorre considerare che il settore automobilistico è piuttosto avaro, con una media stimata a livello mondiale di solo l’1,34%. L’unica eccezione è rappresentata da Daimler (Mercedes-Benz), che a fine marzo pagherà 3,25 euro, confermando l’importo del 2015/pagamento 2016, contro i precedenti 2,45 euro (2014/pagamento 2015). Il “pay out” ratio” è del 41%, costantemente in crescita dal 2013 (35%).

Intesa Sanpaolo è certamente diventata un’ottima erogatrice di dividendi, emergendo dal resto del settore bancario. Quest’anno verserà 0,178 euro contro gli 0,14 del 2015/pagamento 2016, mentre per la risparmio si sale a 0,189 euro. Lo stacco avverrà il 22/5 e il pagamento il 24/5. Il “dividend yield” si colloca all’8%, considerando l’importo unitario al prezzo di riferimento dell’azione di ieri, risultato eccellente, se si valuta anche che si tratta di una banca italiana. L’utile netto è cresciuto a oltre 3,1 miliardi di euro e si è avuta una flessione del 10% dei crediti deteriorati, il cui ammontare a fine anno era pari a 30 miliardi di euro. Il titolo è vicino a supporti tecnici interessanti. Su debolezze rilevanti diventerebbe ancor più preda di primo piano per chi punta ai dividendi.

Etf high dividend in euro: piacciono molto ai nostri lettori ed è quindi il caso di dedicare loro un po’ di spazio. Relativamente ai vari prodotti quotati su Borsa Italiana occorre considerare che gli indici di riferimento sono numerosi e che quindi un confronto puntuale non è facile. Cerchiamo tuttavia – fatta salva tale precisazione  - di fornire qualche dato utile a raffrontare cloni apparentemente simili.

In termini di performance a un anno (calcolate a fine gennaio) il migliore è risultato (+15,8%) il WisdomTree Europe Equity Usd Hedged – Isin IE00BVXBH163. Perché un Etf con sottostante il mercato europeo ma hedgiato sul dollaro? E’ stato pensato per offrire un’esposizione estesa all’azionario dell’Eurozona, offrendo al contempo copertura sulle fluttuazioni valutarie tra euro e dollaro Usa, considerando che parte del business delle maggiori corporate europee è comunque condizionato dal fattore valutario sul biglietto verde. Questo fondo è poi basato sullo stesso indice WisdomTree European Hedged Equity dell’Etf “flagship” della società, quotato negli Stati Uniti. Ecco il motivo di una copertura apparentemente anomala.

In termini di dimensioni del fondo, non sempre presa in considerazione, il migliore risulta l’SPDR S&P Euro Dividend Aristocrats – Isin IE00B5M1WJ87. L’indice di riferimento replica le 40 società dell’eurozona con il più elevato rendimento da dividendi. La sua entità è di 1,1 miliardi di euro, la maggiore in assoluto dell’intero panorama.

In termini di costo di gestione del fondo (Ter), considerando che la forchetta annua si amplia dallo 0,28% allo 0,58%, con una media fra lo 0,30 e lo 0,35%, il migliore risulta l’Ubs Factor Msci Emu Total Shareholder Yield (Eur) A-dis – Isin LU1215455947 - con un Ter dello 0,28%. L’indice di riferimento replica i titoli azionari dei Paesi dell’Unione europea il cui rendimento viene erogato tramite riacquisto di azioni proprie o pagamento di dividendi. L’Etf distribuisce dividendi ogni sei mesi (0,46 euro totali nel 2016, con la quota più rilevante pagata a luglio).

Questa nostra analisi vuole evidenziare come non sia facile confrontare gli Etf azionari ad alto dividendo in euro, perché spesso hanno sottostanti dalle caratteristiche diverse, fra le quali non è agevole muoversi.

Bnp Paribas ha registrato oggi un forte calo in apertura alla Borsa di Parigi, sebbene i numeri annunciati per l’esercizio 2016 non siano stati per nulla negativi: il risultato 2016 è aumentato del 15,1%, ma – contemplando alcuni fattori eccezionali – il progresso si è limitato al 6,3%. Il Common Equity Tier 1 è salito all’11,5%, il che testimonia la generazione di capitale. E ora il dividendo: quello 2016/pagamento 2017 ammonterà a 2,70 euro, con tasso di distribuzione al 45%, conforme al piano attivato nel 2014. Le prospettive per il futuro parlano di un aumento medio del risultato netto della banca del 6,5% per anno fino al 2020. Il “dividend yield” lordo si colloca al 4,7%, considerando l’importo unitario rapportato al prezzo di riferimento dell’azione di oggi. Le prospettive sono interessanti, ma in questo caso c’è il freno della doppia tassazione sui dividendi, come per la maggior parte delle azioni straniere.