Tradare il bitcoin, un successo incredibile, con una quotazione però quasi in bolla


Come farlo? Con quali rischi? Con quali strumenti? Con che intermediari? A queste e ad altre domande rispondiamo in un primo approfondimento della criptovaluta per eccellenza.

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Per ammissione degli stessi gestori di piattaforme specializzate il numero delle transazioni riferite a strumenti relativi al bitcoin sta crescendo con un successo clamoroso, che porta però a chiedersi se non ci sia un’euforia esagerata, quasi da bolla speculativa. Le critptovalute sono strumenti molto complessi, non sempre facili da capire, poiché crocevia di crittografia, sistemi distributivi, teoria dei giochi e scienze economiche. Di fatto si tratta di beni di tipo digitale utilizzati come modalità di scambio attraverso la crittografia per rendere sicure le transazioni e regolare appunto la creazione di nuove valute, alternative a quelle fisiche. Lasciamo ora nell’angolo la dottrina e passiamo alla pratica utile a chi voglia tradare il bitcoin, che – come noto – delle criptovalute è la regina.

Le diverse modalità operative

Finora la maggior parte di chi ha deciso di tradare il bitcoin ha utilizzato i Cfd, cioè contratti per differenza, sebbene logicamente la prima soluzione (almeno in teoria) consista nell’intervenire direttamente sul mercato degli stessi bitcoin procurandoseli con il ruolo di clienti attivi, il che è molto complesso, visto che richiede una cosiddetta potenza computazionale di tutto rilievo da parte dei super elaboratori elettronici utilizzati. Ciò esige poi capacità e conoscenze specifiche. In altre parole si tratta di crearli, senza comprarli, ma è un processo possibile solo per una ristretta cerchia di specialisti. Con mille problemi fra l’altro per chi è italiano, a cominciare dal costo dell’energia, fattore primario nella competitività del sistema.

La seconda soluzione è la più semplice: comprare i bitcoin sul mercato utilizzando specifici marketplace: per esempio Biftinex e altri ancora. Per chi volesse informazioni più specifiche su questo scambio consigliamo di leggere il sito https://it.insider.pro/tutorials/2017-09-08/come-comprare-bitcoin/ in cui si possono ottenere tutte le informazioni utili al caso.

Nelle due prime ipotesi si va però in una sola direzione, puntando al rialzo. Ma quali certezze ci sono che le quotazioni crescano ancora, in presenza di una volatilità esponenziale? La risposta porta al motivo per cui conviene valutare delle alternative. Di natura diversa.

La terza soluzione consiste nel tradare i bitcoin con strumenti finanziari, cioè farlo alla stessa maniera delle azioni, il che richiede identico specifico know-how. Utilizzando dei derivati – soprattutto Cfd – si opera sull’abbinata dollaro/bitcoin potendo andare al rialzo o al ribasso, riducendo fortemente la rischiosità di uno strumento comunque ultra spericolato. Per quanto riguarda i broker di intermediazione, sono i soliti nomi del mondo dei Cfd, ma bisogna sempre verificare che si tratti di piattaforme autorizzate Consob.

Una quarta soluzione (in prospettiva) consiste nell’operare con il nuovo future, forse lo strumento più idoneo per tradare i bitcoin. Il suo avvio operativo è avvenuto martedì 14 al Chicago Mercantile Exchange, con un contratto liquidato in contanti e basato sul Cme CF Bitcoin Reference Rate (BRR).Nel caso se ne voglia seguire la quotazione il sito Internet da cui ottenere i dati è il seguente: http://www.cmegroup.com/trading/cf-bitcoin-reference-rate.html. La prima vera forma di regolamentazione potrebbe anticiparne altre, perché il sistema finanziario non può trovarsi spiazzato di fronte a questa specie di nuova corsa all’oro in chiave informatica, semplicemente impensabile soltanto dieci anni fa.

Infine una quinta soluzione: riguarda l’Etn (Exchange Traded Note), strumento finanziario emesso a fronte dell'investimento diretto dell'emittente nel sottostante o in contratti derivati sul medesimo. Il prezzo dell’Etn è pertanto legato nel caso specifico all'andamento del bitcoin. Alla stessa maniera degli Etf, gli Etn sono negoziati in Borsa e replicano passivamente la performance del sottostante. I due già disponibili sulla piazza di Stoccolma riflettono il movimento del bitcoin (Isin SE0007126024) e del “collega” ethereum (Isin SE0010296574) contro il dollaro (Usd). Entrambi possono essere negoziati con la piattaforma di Binck Bank. La banca ricorda al proposito che “trattando con Binck tali strumenti si rispettano tutte le normative fiscali in tema di capitali all’estero e capital gain, in quanto offriamo un conto corrente in Italia, completamente regolare dal punto di vista fiscale riguardo la normativa del capital gain sui prodotti finanziari”. Un aspetto importante, poiché altri intermediari non sono logicamente sostituti di imposta.

Decisiva l’esortazione di comportarsi in maniera molto prudente nella scelta del canale utilizzato per tradare il bitcoin. Essendo una valuta estranea ai mercati regolamentati, il rischio di truffe è elevato, come dimostra l’esperienza degli ultimi due anni. Un caso è quello dei cosiddetti “bot” (abbreviazione di robot”), software automatici proposti da aziende non autorizzate rivelatesi talvolta solo mangiasoldi anche nel caso dei bitcoin.

Ma la quotazione è in bolla?

Il grafico dell’andamento di quotazione del bitcoin è semplicemente incredibile: l’1/1/2017 si collocava a 966,2 $ e ieri sera a 7.669 $. Chi ci ha creduto ha fatto bingo, ma occorre tenere presente che buona parte della volata deriva proprio da una rincorsa agli acquisti da parte degli investitori privati di tutto il mondo, che per primi hanno deciso di tradare il bitcoin. L’analisi tecnica utile per definire i trend serve poco in questo caso, sebbene sia identica a quella utilizzata per gli altri strumenti finanziari. Dove potrebbe allora arrivare il bitcoin nei prossimi mesi? Alla domanda qualche risposta - pur con tutte le cautele del caso - è venuta in occasione del 1° Convegno nazionale sulle Criptovalute organizzato da Trading Library a Milano. L’opinione più diffusa è che ci sia ancora margini di crescita (fino a 9000 o 9500 $), ma che nel frattempo si stia determinando una figura grafica da bolla, quasi una cometa destinata inevitabilmente a esplodere con violenza. Ciò non impedisce che – come accaduto in altri settori soprattutto della tecnologia – dopo il deflagrare della stessa si registrerà una crescita più regolare e progressiva, poiché il fenomeno delle criptovalute non è una moda ma una rivoluzione inarrestabile, collegata ad altre svolte epocali della società e dell’economia del prossimo decennio. Un’annotazione importante riguarda il fatto che le criptovalute sono operative 24 ore al giorno sette giorni su sette.

Tanti motivi portano a credere che non è un “bluff”

Torneremo sull’argomento nelle prossime settimane, ma occorrono due precisazioni: La prima è inevitabile: qualsiasi previsione su quest'argomento rischia di essere del tutto priva di fondamento e quindi occorre diffidare di chi fa congetture sui mercati del futuro. Altrettanto categorica è la seconda: sbaglierebbe chi pensasse che si tratti di una montatura destinata a durare il tempo di un sogno. Ve lo ricordare Internet a fine anni 1990? Non pochi sostenevano: “Dura minga, non può durare”, per riprendere uno slogan pubblicitario del defunto Carosello. Abbiamo visto cosa è successo nell’arco di poco più di un decennio!