Analisi tecnica o analisi fondamentale per i bitcoin? Che confusione! Ma noi ci proviamo


Esiste un modo per determinare la correttezza delle quotazioni? E con quali strumenti valutarne i trend? Un breve manuale di approfondimento.

Hot markets

La domanda è inevitabile. Quanto costa produrre un bitcoin? Ci sono delle stime, ma variano in funzione dei fattori che incidono sul “mining”, cioè sull’estrazione di ogni moneta virtuale: dipendono infatti dalla potenza dei computer utilizzati e dal consumo di energia elettrica. La domanda ha comunque senso, perché si potrebbe così stabilire un livello di riferimento, una specie di prezzo di emissione. C’è chi stima che il costo in Cina sia di 2.000 dollari e nei Paesi occidentali di circa 10.000 dollari. E’ quindi evidente come il tentativo di fissare un target sopra o sotto il quale definire sottostimato o sovrastimato il bitcoin appaia irrealistico. Un’opinione diffusa è che la quotazione varierà in futuro in rapporto all’andamento dell’utilizzo di questa criptovaluta da parte dei clienti per esempio di Amazon, decisa ad accettare i pagamenti digitali. Una tesi fra le tante in un mercato che non ha punti di orientamento sicuri. Qualcuno ricorda giustamente che un bitcoin vale un bitcoin, ovvero che non deve essere parametrato alle valute tradizionali.

Quale analisi utilizzare?

Dato ormai il dilagante successo del tradare il bitcoin (con tutte le cautele del caso!!!) come si può realizzare uno studio dell'andamento dei suoi prezzi nel tempo, allo scopo di prevederne le tendenze future, mediante metodi grafici e statistici? Di fatto con gli stessi “arnesi” impiegati per gli altri asset finanziari.

L’analisi tecnica corrisponde infatti al 100% con quella tradizionale, sebbene la tendenza super rialzista degli ultimi mesi abbia stravolto ogni riferimento. Medie mobili, Rsi e stocastico sono gli strumenti consigliabili, soprattutto per definire con maggiore precisione i punti di uscita, ovvero le protezioni, oggi ossessione di chiunque sia investito sulle criptovalute.

L’analisi fondamentale si basa invece (il che è assolutamente originale) sul riconoscimento o meno dei bitcoin da parte di vari Paesi. Il Giappone ne ha autorizzato l’utilizzo già da aprile, mentre in Svizzera il Cantone di Zugo ha deciso di sperimentarne l’impiego. La Gran Bretagna valuta l’ipotesi e perfino qualche Paese africano sarebbe prossimo a legittimarne l’adozione. Il giorno in cui una o più Banche centrali decideranno di proporre una propria moneta virtuale il meccanismo di valutazione potrà passare a studiare i fondamentali, con metodologie oggi impossibili da prevedere. C’è poi da prendere in considerazione un aspetto decisivo: la produzione di bitcoin è limitata. Il protocollo, che ne regola la generazione, permetterà di coniare solo 21 milioni di “monete”, divisibili però in parti più piccole fino alla centomilionesima parte del bitcoin, chiamata “Satoshi” in onore del suo fantomatico inventore.

In conclusione una delle poche certezze sta nel fatto che il prezzo è basato solo su domanda e offerta e quindi esposto a qualsiasi variabile di mercato. Se ne tenga conto e non si dica poi – nel caso la sua quotazione crollasse – che è il frutto della speculazione. Lasciamolo sostenere alle massaie (con tutto il rispetto per la categoria, che fra l’altro è in estinzione)!

Cosa dicono i numeri

E adesso passiamo agli aspetti pratici, riferiti alle ore 9.00 di sabato 9 dicembre. Alle ore 18.00 tutto potrebbe già essere diverso. Occorre ricordare infatti – cosa che non tutti sanno – come la quotazione delle criptovalute sia ininterrotta, 24 ore su 24 sette giorni su sette.

L’analisi grafica del bitcoin evidenzia che nell’ultima settimana la sua quotazione sia salita del 43,3%, superando quota 16.000 $. Le medie mobili su base “daily” dicono tutte “buy”, ma alcuni oscillatori – Rsi, Adx e vari altri – inevitabilmente segnalano ipercomprato. Fin qui niente di nuovo. Passiamo allora alla periodicità “weekly”, forse un po’ più stabile. Il quadro diventa all’opposto più problematico, con molti indicatori propensi di nuovo all’ipercomprato e all’eccesso di volatilità. Lo stocastico, uno degli strumenti di analisi algoritmica più utilizzato dai trader, dà addirittura l’indicazione “sell”. Se vogliamo stabilire dei livelli di protezione si evidenzia subito come negli ultimi giorni le quotazioni abbiano talmente accelerato da allontanarsi perfino dalle medie mobili corte: su base “daily” la 10 si colloca a 12.734 $ e su base “weekly” a 7.842 $. Pure follie!

Ecco allora dei possibili livelli di “stop loss”:

Pivot point supporto 1 base “daily”

14.042 $

Pivot point supporto 2 base “daily”

12.215 $

Pivot point supporto 3 base “daily”

10.656 $

Pivot point supporto 1 base “weekly”

9.291 $

Pivot point supporto 2 base “weekly”

7.701 $

Pivot point supporto 3 base “weekly”

6.633 $

L’analisi fondamentale rileva come alcune Compagnie aeree – soprattutto “low cost” – stiano studiando il riconoscimento dei pagamenti attraverso bitcoin e colleghi. In particolare se ne è avuta l’ufficializzazione da parte del vettore californiano Surf Air per gli abbonamenti mensili. Il piano prevede che la società permetterà ai suoi clienti di pagare i loro posti usando la moneta virtuale attraverso un’applicazione mobile.

L’unico suggerimento possibile – in sintesi - è di estrema prudenza. Il mercato ha esagerato in previsione dell’entrata in scena di Future e vari prodotti finanziari collegati. Le quotazioni sono iperboliche, di là da ogni fondamentale. Ciò non esclude che le criptovalute vadano seguite, ma solo quando analisi tecnica e analisi fondamentale si baseranno su riferimenti più realistici.

P.S.) A livello di pura informazione pubblichiamo questo lancio di agenzia dell’Ansa:

"Anche se in tempi recenti abbiamo assistito a un notevole incremento del valore di alcune valute virtuali, che partivano da livelli modesti, non dovremmo perdere di vista che il loro utilizzo come attività di regolamento è marginale e il loro grado complessivo di accettazione fra gli utenti quale mezzo di pagamento è trascurabile". L’ha detto il membro del board della Bce Yves Mersch, che ha aggiunto: "Dato il carattere speculativo del contesto di mercato delle valute virtuali e di altre tipologie di attività finanziarie virtuali, va tenuto presente che, essendo appunto per definizione virtuali, queste non rappresentano un credito nei confronti di un'emittente e non si qualificano formalmente come valuta".

Questo report non costituisce sollecitazione all’investimento e contiene informazioni giornalistiche a puro scopo divulgativo.

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