Investire in Borsa – azioni dell’auto: tanta speculazione sulle quattro ruote


Prima puntata di un’analisi dei maggiori costruttori del settore. Sotto la lente Fca, Volkswagen, Daimler (Mercedes-Benz) e Bmw.

Hot markets

Non si sono mai prodotte così tante automobili al mondo come negli ultimi tempi, ma il settore vive una fase di assoluta instabilità, dovuta a: ● margini in riduzione ● effetti dello scandalo “dieselgate” ● conseguente necessità di sostituire i motori diesel con propulsori non inquinanti ● entrata in scena di nuovi protagonisti (vedi Tesla e cinesi) ● proseguimento di fusione e accordi fra i big dell’industria. Ne scaturisce una fase di instabilità, nella quale le azioni del comparto si stanno trasformando da solidi riferimenti in più altalenanti protagoniste dei listini. Il caso Fca ne è una conferma.

Che il mondo delle azioni dell’auto stia cambiando lo dimostra il Dax. Fino al 2016 il settore ha sempre sovraperformato l’indice; dallo scorso anno succede l’opposto. Ciò non esclude che siano possibili improvvisi rimbalzi, dovuti a news inattese, sempre più frequenti nei prossimi anni. Ne deriva una valutazione di fondo: sulle fasi di debolezza le azioni dell’auto vanno acquistate, ma ora in un’ottica puramente speculativa. Addio alla logica dei dividendi e delle performance di medio periodo. Ormai si deve attendere il “breakout” imprevisto.

Quattro protagoniste a confronto (la prossima settimana altre quattro)

Fra le azioni dell’auto meglio concentrarsi in questa fase sull’industria europea, perché è qui che avverranno i maggiori terremoti, oltre che sulla regina delle performance, ovvero la statunitense Tesla. Oggi analizziamo quattro leader del settore, ma l’esame proseguirà la prossima settimana con altri quattro marchi assai trattati in Borsa.

Ecco in sintesi il giudizio prevalente dei mercati. Di seguito delle valutazioni più analitiche.

Fiat Chrysler Automobiles

Buy in chiave puramente speculativa!

Volkswagen

Hold aspettando varie cessioni

Daimler (Mercedes Benz)

Buy ma dubbi sulla redditività negli anni

BMW

Hold, pur con numerosi “strong buy”

Fca senza target!

Il gruppo di Marchionne riscuote valutazioni sempre più contradditorie: si va dai 13 ai 26 euro! Ecco il perché del senza target. Il motivo è presto spiegato: sta proprio in Marchionne. La sua uscita di scena nel 2019 avverrà dopo inevitabili schioppetti di mortaretti: con la quotazione del brand del lusso Alfa più Maserati? Con qualche cessione di rilievo? Con un “merger” imprevedibile? O più semplicemente con un dividendo super? Impossibile dirlo. Analizzando i numeri, le quotazioni sono oggi nettamente superiori al “fair value”, stimato in 13,4 euro. Eppure il rating degli analisti specializzati in azioni dell’auto si indirizza prevalentemente sullo “strong buy” (10, contro 1 “buy”, 9 “hold” e 6 fra “sell” e “strong sell”). E’ il risultato delle contraddittorietà di una pentola ancora da scoperchiare.

Quotazione

Volatilità

Eps

P/E

Dividend yield

10,05 €

36,1%

2,1 € (stima 17)

6,7 (stima 17)

0%

Eps = Utili per azione - P/E = Rapporto prezzo/utili

Range 52 settimane: 5,27 – 15,19 €

Volkswagen: i numeri le danno ragione

Venti miliardi di euro destinati all’elettromobilità, con 300 nuovi specifici modelli entro il 2030: bisognerà finanziarli dopo le scoppole del “dieselgate”, probabilmente con cessioni di attività secondarie. Poi progetti per la guida autonoma, in cui la Casa di Wolfsburg vuole primeggiare, e una necessaria trasformazione della sua presenza in Cina (dopo il richiamo di 1,82 milioni di auto) e negli Usa: non c’è pace nella sede del gruppo tedesco, per il cui titolo gli analisti sono prudenti, in attesa anche degli esiti delle cause sul non rispetto dei limiti di inquinamento dei motori diesel. Eppure - analizzando tutti gli studi degli specialisti di azioni dell’auto - si verifica un prevalere di “strong buy” di lungo periodo, perché i numeri del gruppo - malgrado tutto - danno ancora ragione a chi è ottimista. Sul breve e medio prevale invece un “hold”.

Quotazione

Volatilità

Eps

P/E

Dividend yield

143,8 €

15,9%

24 € (stima 17)

5,7 (stima 17)

1,4%

Eps = Utili per azione - P/E = Rapporto prezzo/utili

Range 52 settimane: 122,5 – 157,4 €

Daimler (Mercedes-Benz): situazione più incerta

Com'è tradizione di questa specialista del lusso, i programmi puntano in ogni direzione, sebbene si avvertano incertezze sul successo delle auto elettriche. Certo è che solo la piccola Smart diventerà totalmente “green” entro qualche anno. Per le berline medie e grandi bisognerà attendere. Intanto si fanno avanti progetti di ristrutturazione del gruppo, con una possibile separazione delle unità di Mercedes-Benz, forse in chiave di distinti “merger”. I “target price” degli analisti di azioni dell’auto tendono verso un rialzo del titolo, con addirittura un traguardo sugli 85 euro, ma non poche incertezze riguardano la redditività di medio termine, considerata a rischio. Per esempio Ebit e cash flow potrebbero iniziare a calare dal 2018. E si teme qualche effetto anche sul dividendo (3,25 euro quello del 2016 pagato nel 2017), finora generoso.

Quotazione

Volatilità

Eps

P/E

Dividend yield

66,6 €

12,8%

9 € (stima 17)

7,44 (stima 17)

4,88%

Eps = Utili per azione - P/E = Rapporto prezzo/utili

Range 52 settimane: 59 – 73,2 €

BMW: punta su una crescita progressiva

Intelligenza artificiale, big data, guida autonoma ed elettricità sono quattro temi su cui i progettisti della Casa bavarese lavorano con grande impegno. Intanto c’è chi mormora che nel futuro del gruppo potrebbe esserci un accordo o addirittura una fusione con Fca, ma qui si entra nell’ambito delle indiscrezioni pure. Nel frattempo i numeri danno ragione a Bmw, che si rivela la più agile e ben gestita società del settore, con una progressiva crescita negli anni. L’Ebit continuerà a migliorare, così come l’utile per azione. In questo caso gli analisti propendono per uno “strong buy”, sebbene la variabile dollaro abbia condizionato le performance degli ultimi mesi, con il titolo sceso non di poco dai picchi del 2015. Nel breve quindi si preferisce un “hold”. Il dividendo potrebbe essere assicurato ai livelli attuali (3,5 euro quello del 2016 pagato nel 2017) anche nei prossimi anni.

Quotazione

Volatilità

Eps

P/E

Dividend yield

85,1 €

14,8%

11 € (stima 17)

7,7 (stima 17)

4,1%

Eps = Utili per azione - P/E = Rapporto prezzo/utili

Range 52 settimane: 72 – 91,7 €

(1° puntata – segue)

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