Liquidità in conto, gli errori da evitare


Un tema delicato che interessa tutti. E lo dimostra un’indagine di BlackRock. Tanti consigli su come muoversi.

Cedole & dividendi

Oggi non vi scriviamo né di obbligazioni né di azioni, ma di un aspetto fondamentale nella gestione di qualsiasi patrimonio, sia esso di 20.000, di 200.000 o di 2 milioni di euro. Riguarda l’eccessiva liquidità in conto, ossessione degli italiani e in generale degli europei, evidentemente incerti sul proprio futuro. Per capire quale risposta dare occorre comprendere le ragioni che portano in tale direzione. BlackRock, uno dei maggiori protagonisti dell’asset management a livello mondiale, realizza una ricerca continua sulle motivazioni degli investitori e nell’ultima ha dedicato particolare attenzione proprio al tema liquidità in conto corrente.

Perché si tiene la liquidità in conto?

Per affrontare spese mensili

27%

Per affrontare spese future

26%

Come risparmio di lungo termine

13%

Per opportunità di investimento

10%

Nessuno scopo

24%

Cerchiamo di sintetizzare queste giustificazioni

Legittime scelte di pianificazione spese

53%

Motivazioni di ordine finanziario

23%

Nessuno scopo

24%

La liquidità in conto assume quindi un connotato più razionale di quanto spesso lo stesso mondo finanziario non reputi. Dato per inconfutabile il primo livello di giustificazioni (che rientra nelle insindacabili preferenze di ciascuno) e considerata logica la scelta di tenere un airbag per opportunità di investimento, diventa più criticabile l’opzione della liquidità in conto in una visione di risparmio di lungo termine, che comporta inevitabilmente solo perdite di valore reale a causa di un’inflazione comunque costantemente presente. E’ evidente poi che “il nessuno scopo” appare come il risultato di incapacità o impreparazione a investire. Quindi un buon 37% degli intervistati, nell’ambito del focus di BlackRock, sbaglia nella propria valutazione.

Ciò deriva però – secondo un altro e successivo punto dell’indagine – da un fattore decisivo. Una delle cause identificative che portano a eccessiva liquidità in conto consiste nella criticabile pianificazione degli investimenti, i cui obiettivi temporali sono mediamente corti. I dati, che ne emergono, risultano infatti i seguenti:

La durata media

Fino a 6 mesi

3%

Da 6 a 12 mesi

11%

Da 1 a 2 anni

16%

Da 3 a 5 anni

32%

Da 6 a 12 anni

12%

Da 11 a 20 anni

5%

Da 21 a 30 anni

1%

Più di 31 anni

1%

Nessun periodo particolare

17%

Verrebbe quasi voglia di dire che sgarrano tutti. Un obiettivo corretto si colloca sui 5 anni, ma in Italia la quota riferita a tale durata risulta indicativamente bassa, stimabile in non più di un 10-15% degli intervistati.

L’abbinata fra eccessiva detenzione di liquidità in conto e traguardi mediamente corti non consente certamente efficienza e redditività soddisfacenti.

A questo punto lasciamo il focus di BlackRock e formuliamo alcuni consigli su come rendere proficuo l’utilizzo della liquidità.

Bene se viene utilizzata per costruire piani di acquisto di lungo termine. In questo modo si risolve anche l'aspetto di una durata media degli investimenti spesso limitata.

Male se non si tiene conto del rischio inflazione, che sta riemergendo, ma che l’opinione pubblica non avverte ancora in maniera sufficiente.

Bene se è comunque parcheggiata su qualche strumento finanziario quotato, che comporti un rendimento minimo: per esempio obbligazioni a 1-2 anni (rendono poco ma meglio di niente) o Etf particolarmente protettivi.

Male se la si affida alla banca che propone propri prodotti non quotati, alternativi alla semplice liquidità in conto: per esempio speciali certificati o linee di gestione. Ci si accolla in tal caso un rischio incompatibile con gli scopi prima dichiarati. O si utilizza come liquidità o si investe.

Bene se si corre di banca in banca all’inseguimento delle offerte speciali riservate alla nuova clientela: per esempio tassi minimi garantiti per un certo periodo o altro.

Male se si scelgono strumenti non coperti dalla garanzia prevista dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, che assicura il capitale fino a 100.000 euro.

Bene se si fanno frequenti controlli della liquidità in conto e delle possibili forme di investimento a basso rischio, sempre presenti sul mercato. Dimenticarla e non occuparsene sono invece errori gravi.

Male se è eccessiva. Si calcola che in media vada individuato un importo massimo della liquidità in conto di tre/quattro volte il proprio reddito mensile per chi è più giovane e di otto/dodici volte per chi è più anziano.

Bene se si utilizza per ridurre debiti, quali mutui o prestiti. Non ha senso perdere sia sul fronte degli interessi da pagare sia su quello dell’inflazione, che corrode qualunque capitale.

Male infine se si pensa di essere così protetti da rischi futuri. L’asset storicamente più facile da aggredire è proprio quello della liquidità in conto.