Due nuovi buy per il nostro portafoglio


Come da segnale operativo di stamani via sms, e come già preannunciato nello scorso aggiornamento, siamo entrati stamattina su due nuovi titoli, attingendo alla liquidità che ancora avevamo disponibile. Innanzitutto, per un refuso di cui ci scusiamo, su uno degli ETF suggeriti nei buy non è comparso il codice ISIN nel messaggio sms che riportiamo comunque qui.

Come già detto, siamo dell’idea che l’inflazione sarà una delle chiavi di volta per questo 2018 e da più parti giungono indicazioni di una ripresa della pressione sui prezzi, soprattutto in USA dove la riforma fiscale di Trump ha, sotto questo aspetto, un ruolo determinante. Infatti le aziende, già solo per il fatto di pagare meno imposte, avranno maggiori margini sugli utili, con una prosecuzione quindi del buon momento macro che sta vivendo l’economia. Questa ulteriore crescita è ragionevole supporre che si trasferirà (o almeno questo è l’auspicio di molti operatori) sui prezzi.

Per queste ragioni abbiamo inserito due ETF proprio legati all’inflazione: uno specifico sugli USA, a rischio cambio coperto e uno sull’inflazione globale dei Paesi sviluppati. Siamo quindi entrati in acquisto su:

  • Db X-tra Ii Gl Inf-link Ucits Etf (LU0290357929), inflazione globale Paesi sviluppati
  • Ubs Bl Bar Tips 1-10  Etf Eur Hed (LU1459801780), inflazione USA a cambio coperto

Anestetizzando il cambio EUR/USD limitiamo fortemente il movimento di rafforzamento dell’Euro contro Dollaro, che diversamente inciderebbe negativamente sulle quotazioni dell’ETF Db, essendo denominato in Dollari USA. L’altro ETF è stato invece scelto poiché a livello di inflazione europea ed anche italiana siamo già ben coperti dai Btp-i e dai Btp Italia, mentre mancava un asset che coprisse anche altri Paesi sviluppati in ottica globale.

Aggiorniamo anche il nostro portafoglio, ai prezzi correnti di mercato, evidenziando una lievissima contrazione rispetto all’ultima valorizzazione. Il nostro NAV vale oggi 112,86 contro i 112,93 della scorsa rilevazione e sempre molto prossimo al massimo storico di fine 2017 a 113. La volatilità sul comparto obbligazionario prosegue nel suo “range” e il portafoglio reagisce bene non cedendo mai più che qualche manciata di decimali; si osserva tuttavia sulla curva dei rendimenti area Euro una tendenza verso rendimenti in leggera salita, o meglio, con la conformazione della curva che nelle ultime settimane ha modificato la sua conformazione diventando più ripida e con rendimenti quasi “linearmente” in crescita su tutte le scadenze.

Sempre molto forti i mercati azionari, su cui come detto, stiamo valutando se entrare con una quota modesta, viste le prospettive ancora positive, seppur i massimi via via raggiunti invitano alla prudenza, a maggior ragione per questa rubrica che ha la vocazione del massimo contenimento del rischio. Ad ogni buon conto, è chiaro che se questa forza non mostra segni di cedimento non possiamo esimerci dall’assumere un piccolo rischio per provare a beneficiare del rialzo.

Chiaramente la liquidità ormai residua è insufficiente ad accogliere una seppur piccola percentuale di un nuovo titolo, per cui sarà necessario vendere qualcosa di quanto oggi in portafoglio. Ne consegue che la scelta deve essere ben oculata e meditata, poiché dismettere uno dei nostri titoli che bene hanno fatto nel corso di questo tempo per passare ad un asset a maggior rischio significa potenzialmente mettere in squilibrio il portafoglio. Pertanto in questi prossimi giorni valuteremo bene alcune alternative che già abbiamo individuato, sia lato eventuale vendita sia lato eventuale acquisto. L’ingresso sarà certamente rappresentato da un ETF, il più diversificato possibile, salvo che un tema in particolare dimostri di essere preferibile.

Portafoglio aggiornato nell’apposita sezione e grafico del NAV come di consueto anche qui sotto.