Fake news vs real news – Tassa sul cash? Super imposta sui c/c? I big vendono l’Europa?


Questo torrido (dal punto di vista politico finanziario) mese di giugno vede circolare voci di ogni tipo: in parte false e in parte vere. Quasi un gioco senza fine.

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Dietro i desk operativi c’è chi ride e chi piange. Notizie incontrollate o tragicomiche cominciano a circolare ad arte su presunte novità fiscali che potrebbero essere introdotte nei prossimi mesi e su scelte di mercato dei grandi gestori internazionali. Le riportiamo così come raccolte. Senza nessun commento ma semplicemente identificandole come “fake news” o “real news”, sulla base della corrispondenza o meno a voci certificabili.

Una tassa sul cash in estate? Alcuni istituzionali italiani sosterrebbero che esiste un progetto governativo per introdurre nel corso dei prossimi mesi un’imposta (non si sa se straordinaria) sulla liquidità detenuta nei conti correnti, forse sopra certi importi. Nessun dettaglio in più è stato possibile ottenerlo dalle stesse fonti, preoccupate del “rumour” e come tali alla ricerca di alternative. Tutto è possibile a questo mondo ma la news appare più fake rispetto a ogni altra presunta o possibile decisione futura da parte del Governo, che dopo solo qualche mese dall’insediamento non potrebbe colpire così pesantemente le tasche degli italiani. Noi la giudichiamo quindi del tutto falsa.

Super imposta sui conti correnti? Il bollo introdotto con il Decreto Salva Italia e dovuto per le giacenze superiori a 5.000 euro su conti correnti bancari e postali, il cui importo è di 34,2 euro per le persone fisiche di 100 euro per le aziende, potrebbe essere aumentato nei prossimi mesi. In realtà se ne parla da tempo ma ciò non ha mai trovato riscontro in dichiarazioni nemmeno ufficiose da parte degli ultimi Governi. L’ipotesi è plausibile ma al momento attuale va considerata come una fake news.

Sta per arrivare una nuova Voluntary, già definita 3? La notizia è parzialmente vera. Ma va precisata. Non si tratta di una voluntary generale per il rientro dei capitali ma di un provvedimento riservato solo ai contribuenti residenti fiscalmente in Italia (o loro eredi), tornati dopo aver svolto in via continuativa un’attività di lavoro dipendente o autonomo all’estero, in quanto precedentemente iscritti all’Aire o frontalieri. La procedura consente di regolarizzare le attività depositate e le somme detenute fuori dai nostri confini in violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale, derivanti esclusivamente dalla citata attività lavorativa. Una messa a punto e niente più. Lo dimostra il fatto che sia stata introdotta da una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 13 giugno scorso.

L’azionario euro scaricato dai big? Alcuni importanti gestori di fondi avrebbero deciso di alleggerire le proprie posizioni riferite all’azionario euro. Ciò è vero: Pimco ha annunciato di aver fortemente ridotto l’esposizione sui mercati europei, mentre Credit Suisse ha deciso un “underweight” per il comparto. Il motivo? La nostra economia dà segnali di rallentamento e le previsioni per i profitti sono in calo. Alla faccia di Draghi che continua a sostenere i profittevoli effetti di un Qe ormai decotto. Intanto aumentano le posizioni short, che interessano soprattutto il nostro indice oltre a quello spagnolo e francese.

Deutsche Bank passa al Qatar? La lista dei potenziali, presunti o immaginati candidati all’acquisizione della tedesca DB è lunga quanto quella dei possibili partner futuri di Fca, sempre che la leader bancaria tedesca sia potenzialmente sul mercato, ipotesi poco probabile. Le ultime voci parlano del fondo sovrano qatariota, che ne detiene già il 6% del capitale. Al momento attuale è una fake news. Possibile invece un aumento della sua compartecipazione.

S&P oltre 3.000? Da qualche settimana si è ritrovata fiducia relativamente a Wall Street e i documenti che circolano fra gli operatori puntano su un S&P 500 oltre i 3.000 punti. Qui non si tratta di fare alcuna previsione ma di certificare se la maggioranza o meno degli analisti delle grandi banche segua questa direzione. Si tratta di una fake news, visto che nessuno dei maggiori strategist Usa ipotizza la rottura dei 3.000, salvo Tony Dwyer, che lo vede a 3.100. Tutti gli altri o pongono il limite appunto sui 3.000 o sono nettamente meno euforici, con obiettivi fra i 2.750 e i 2.900 punti. Oggi l’S&P si muove sui 2.783. Quindi ancora prospettive di crescita ma contenute!

Franco svizzero per salvarci? Si sono diffuse voci di propagati consigli da parte di alcuni primari private di trasferire parte della liquidità disponibile sui conti correnti in posizioni riferite a titoli di Stato svizzeri. Perché il franco sarebbe visto tornare sotto gli 1,05 contro gli attuali 1,16. Fake news totale. L’ipotesi è tanto più irrealistica se si considera che il decennale di Berna oggi rende lo 0% e che per ottenere il segno più occorre spostarsi sul trentennale o sul cinquantennale, con un rapporto rischio-rendimento semplicemente inaccettabile.