Orso o toro: 25 indicatori fotografano una minore propensione al rischio


Lo confermano la compressione degli yield di Bund e Treasuries e la corsa a dollaro e franco svizzero. Solo Wall Street resta all’insegna dell’ottimismo. Attenzione all’esplosione dell’inflazione!

Cedole & dividendi

Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili per gli abbonati.

Le tensioni sui mercati sono evidenti ma fino a che punto possono spingersi? Una fotografia della situazione dalla tradizionale ricerca di Lombard Report, basata su differenti indicatori riferiti non solo alla finanza ma anche all’economia.

Indicatore/parametro

Valore

Segnale rischiosità

Responso

S&P Vix

12,6

Basso

Molto volatile fra minimi su 12 e massimi su 18

Dax Vix

17,9

Medio

Sta cercando di salire oltre quota 20, sebbene non ci riesca

S&P 500 vs media 200

(distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

+4,9%

Basso

Il divario resta elevato, con l’impressione però che l’indice Usa sia ora realmente tirato

S&P 500 Earnings Yield

(media degli utili delle società quotate rispetto a valore indice borsistico – in termini più semplici indica la percentuale di ciascun dollaro investito su un titolo trasformata in profitti dalla società – al 4% scatta di solito un segnale di allarme)

4,05%

Medio

Si è quasi al 4%, dove scatterebbe un’avvisaglia di tensione. Lo si dice da tanto tempo ma questo indicatore va interpretato come segnalatore di tensioni future

Nasdaq vs media 200

(distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

+7,2%

Basso

Il distacco si è un po’ ridotto rispetto a un mese fa; rimane comunque sempre cospicuo

Dax vs media 200

(distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

-4,1%

Elevato

Accelera il calo dell’indice tedesco, che si caratterizza fra l’altro per tutte le medie mobili in rosso e per molti indicatori posti sul “sell”

Ftse Mib vs media 200

(distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

-9,5%

Elevato

Il gap cresce e la valutazione complessiva per il nostro indice è quella di “strong sell”

Nikkei vs media 200

(distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

-0,6%

Medio

Anche l’indice giapponese passa sul negativo, sebbene in realtà si stia muovendo da alcune settimane in un trend laterale

Shanghai vs media 200

 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile)

-15,8%

Alto

Tutti attendono un rimbalzo dell’indice cinese, che però non si manifesta. Anzi il quadro continua a peggiorare

Investor Us sentiment

 (riportiamo il dato riferito ai “bullish”, cioè ai rialzisti)

36,2%

Medio

Gli ottimisti scendono un po’ ma restano in testa alla classifica rispetto a neutrali e ribassisti

Yield Us Treasury 10 anni

2,86%

Alto

La contraddizione fra una politica monetaria della Fed ancora più restrittiva e un rendimento del decennale Usa che scende conferma come il mercato punti a proteggersi da una correzione dei mercati azionari comprando - malgrado tutto - Treasuries

Us Treasury 10-2 years yield spread

0,24%

Alto

Il segnale peggiora ma gli analisti lo minimizzano, ritenendolo conseguenza del post tapering. Crederci? Forse è meglio di no

Yield Us High Y. Bond

6,24%

Medio

Lentamente risale e ciò è un fatto positivo, perché testimonia di una graduale correzione delle obbligazioni più rischiose

Yield Bund 10 anni

0,31%

Alto

Gli investitori vogliono ancora titoli tedeschi in portafoglio. Che tornano verso i minimi di rendimento dell’anno

Yield Btp 10 anni

3,13%

Alto

L’accelerazione delle ultime settimane preoccupa. Solo colpa della politica?

$ Index

96

Medio

Sale di nuovo verso quota 100, il che per i mercati è motivo di tensione; ciò nonostante risulta un netto vantaggio per noi detentori di euro

€ Index

95,27

Basso

Debole. La nostra economia necessita che sia ancor più fiacco

Cambio €/Yuan

7,86

Alto

Giunto quasi a 8 ha poi corretto. La valuta cinese è pilotata nel suo indebolimento dalla volontà di Pechino di combattere i dazi Usa

Inflazione Usa

2,87%

Alto

Sempre molto alta su base annua, il che comporterà ulteriori incrementi dei tassi da parte della Fed

Inflazione Ue

2,1%

Alto

E’ l’aspetto più preoccupante perché le tensioni si manifestano nel più assoluto mutismo della Bce. Tutti in ferie?

Inflazione Italia

1,5%

Alto

Continua a lievitare sul traino della crescita dei prezzi dell’energia. Nessuno lo dice però perché ai “padroni del vapore” non conviene

Ifo Germania

(indice fiducia delle aziende)

101,7

Medio

Dopo il calo primaverile si è stabilizzato

Fiducia imprese Italia

105,4

Basso

Il dato a luglio resta immutato

Prezzi case Italia

-0,4%

Medio/basso

Non ci sono novità. Il mercato è stabile

Quotazione oro

1.191 $

Basso

C’è da chiedersi se una fase così depressiva non stia diventando un segnale negativo

Regge l’azionario Usa rispetto sia a quello europeo sia a quello asiatico: le ricette di Trump (a dispetto dell’uomo) tengono bene. Molti indicatori sono però rivolti verso una propensione al rischio in calo da parte degli investitori e la conferma viene dai rendimenti in compressione di Bund e Treasuries e dal ritorno in voga del dollaro. Segnaliamo fra l’altro che anche il franco svizzero si sta rafforzando, malgrado gli sforzi opposti della Banca centrale di Berna. A nostro giudizio c’è poi il fattore inflazione in crescita che deve preoccupare, soprattutto per il silenzio della Bce, sempre più condizionata da astruse valutazioni teoriche e lontana dalla realtà dei mercati (non quelli finanziari ma quelli dove si vendono patate e carote!). I prezzi reali infatti sono in accelerazione e alla grande industria e distribuzione una simile perdita di contatto dalla verità fa solo bene. Uno dei motivi della forte debolezza dei Btp – oltre all’attesa per la Legge di Bilancio 2019 – sta anche in questo: inflazione in “upside” vorrà dire prima o poi tassi più alti e quindi costo del nostro debito in aumento…Quando ci sveglieremo?

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