Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Azione IWB


Assemblea tranquilla e velocissima per Italian Wine Brands, Il Presidente Mutinelli ha ricordato che il 2018 è stato un "anno sfidante" per l'aumento straordinario dei costi della materia prima dovuta alla scarsissima produzione della vendemmia 2017, entrata in commercio nel 2018.

Ma grazie ad una attenta opera di contenimento dei costi il fatturato è salito da 149.736 euro a 149.863 euro.

L'utile è praticamente passato indenne da questa sfortunata annata scendendo solo da 6.734 a 6.350 euro e il dividendo viene confermato a 0,40 euro per azione,

Un rendimento del 3,7% per una azione che quota poco sopra 11 euro mentre primarie SIN hanno target fino a 19 euro. Azione IWB ha aumentato le esportazionni che ora rappresentano il 77,4% del fatturato.

La società è una vera public company con un flottante eccezionale dell'80% suddiviso tra  primari operatori finanziari nazionali e internazionali e diverse centinaia di azionisti privati.

Quotata su AIM, come ci hanno successivamente confermato Presidente e Vicepreisidente ha la documentaziome praticamente pronta per quel passaggio sullo STAR giustificato da flottante e redditività, ma attende, nell'interesse dei soci, il momento migliore per fare tale operazione. Per evitare cioè di "bruciare" un passaggio importante nel disinteresse, come recentemente accaduto per parecchie matricole passate da AIM a MTA.

Il Gruppo distribuisce i suoi prodotti (tra l'altro circa 60 milioni di bottiglie di pregiato vino) agli operatori del settore come "canale wholesale" mentre il secondo canale è quello della divisione distance selling, con esiti meno esaltanti per la scarsa ricettività alla vendita telefonica.

L'estero nel canale wholesale vede come mercati più importanti Svizzera, Austria e Germania.

Un titolo perciò dimenticato da molti gestori, ma non dai fondi anche internazionali che ne posseggono parte del capitale, che meriterebbe maggiore attenzione considerando i target e il buon dividendo. Oltre al fatto che opera in uno dei pochissimi settori dell'economia italiana in continua crescita: il vinicolo in.

Guido Bellosta è un trader privato e potrebbe detenere gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi risultando così in conflitto di interesse con i lettori.
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