NASDAQ100 - Settimana sugli scudi per gli indici azionari USA. Gran belle soddisfazioni per il nostro Portafoglio


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.

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Indici azionari USA sugli scudi questa settimana. Con l’S&P500 che nella giornata di giovedì scorso rompe al rialzo il precedente massimo storico ed il giorno dopo ritocca ancora il nuovo livello prima delle prevedibili, anche se non scontate, prese di beneficio di fine settimana che riporta l’indice in chiusura sotto il livello di rottura Anche il DOW JONES mette a segno un buon recupero sugli altri omologhi andando a sfiorare il precedente massimo storico registrato, però, ben un anno fa. Infine il NASDAQ100 che a forza di gap up si posiziona anch’esso ai limiti dei massimi di Aprile scorso. Tecnicamente dobbiamo rilevare che l’ultima sessione di contrattazioni era un “quadruple witching day”, le cui chiusure e/o compensazioni portano ad un elevatissimo volume di scambio. Lunedì avremo la controprova se si è trattato di una falsa rottura o meno.

In generale si nota una forte volontà politica (di Trump) nel far proseguire il movimento rialzista borsistico alla quale si è aggiunta la situazione del rallentamento economico negli States che ha portato il Presidente della FED, Powell, a rivedere la politica monetaria che è passata da un pronosticato multi rialzo dei tassi, ad un sicuro ribasso a breve con probabilissime estensioni se il quadro economico non dovesse riprendersi. Tutto ciò con grande gioia del Presidente Trump che a più riprese ha criticato, anche aspramente, l’operato della FED degli ultimi periodi. Ma di questo parleremo ampiamente in seguito.

Le schermaglie politiche, ad iniziare dalla guerra commerciale CINA-USA passando per il Messico e non ultimo l’attacco all’IRAN, non hanno minimamente intaccato la fiducia degli investitori i quali, con forza, stanno riposizionandosi sui mercati azionari. Proprio in questa settimana i fondi su equity hanno avuto sottoscrizioni da record (sempre meglio tardi che mai).

Anzi il fatto stesso che i dati macroeconomici usciti nelle ultime settimane hanno evidenziato un rallentamento dell’economia a stelle e strisce, viene nuovamente percepito come il detto: “tanto peggio, tanto meglio” inteso come “male minore” tale da poter apportare subito le modifiche necessarie per un cambiamento soprattutto per arrivare a scongiurare il “male peggiore”.

Due venerdì fa l'economia statunitense ha prodotto un numero significativamente inferiore di posti di lavoro del previsto. E tutti i mercati esultarono con gli spread del credito in contrazione ed i prezzi delle obbligazioni in salita. Quindi il ragionamento è che dati economici peggiori rendono con maggior sicurezza che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse alimentando la scommessa sul quantum. I mercati obbligazionari ora si aspettano che la Fed tagli i tassi di 86 punti base nei prossimi 12 mesi.

La tesi ricorrente dei mercati è questa, anche se in Europa le manovre non hanno dati i frutti sperati in considerazione anche degli anni passati a questo regime e quindi diversi economisti non sono d’accordo con queste manovre correttive adducendo, in primo luogo, sul fatto che la politica monetaria funziona con un ritardo, forse fino a 12 mesi o più. In tal caso, abbassare i tassi oggi potrebbe non avere un impatto sui dati economici fino a metà del 2020. Allo stesso modo, il rialzo della Fed a dicembre (sette mesi fa) potrebbe ancora farsi strada attraverso il sistema. E non dimenticare che il bilancio della Fed è ancora destinato a ridursi a settembre, un'altra forma di restrizione (modesta).
Ed in secondo luogo, i dati economici più deboli hanno un forte impatto sulla fiducia, causando ulteriore sofferenza quando le imprese e i consumatori si ritirano, rendendo gli investitori meno inclini a pagare per le promesse di crescita futura. Chiaramente nessun economista, o almeno la maggior parte, vi dirà che la politica della banca centrale è volta a eliminare le oscillazioni del ciclo economico ma, piuttosto, che mira a smorzarli.

La situazione migliore è quella con dati macro forti e tassi d’interesse in aumento fino a tenere sotto controllo l’inflazione. Ci hanno provato nell’ultimo anno ma anche negli USA la manovra non ha dato i risultati sperati tanto da essere costretti, non solo a fare marcia indietro, ma addirittura fare una conversione ad U.

Ma andiamo a dare un po' di numeri sugli indici azionari USA ad iniziare dalla performance migliore settimanale ad opera del nostro NASDAQ100 che chiudendo a 7728,78 ha guadagnato il + 3,35%, seguito dal DOW JONES che ha chiuso a 26719 con un guadagno del + 2,4% ed infine l’S&P500 che ha chiuso a 2950,5 con un guadagno del + 2,2%. A seguire i relativi grafici:

Prima di passare all’evento “clou” della settimana riguardo alle dichiarazioni del Presidente della FED, Powell, a margine della riunione di politica monetaria, cui aggiungiamo anche qualche spaccato delle dichiarazioni di Draghi per quanto riguarda la politica monetaria EU, evidenziamo alcune dichiarazioni uscite dai tweet di Trump e da esponenti del governo statunitense ad iniziare dalla conferma dell’incontro tra Donald Trump e Xi Jinping al G20 in Giappone. Le rispettive squadre di negoziatori avrebbero ripreso i colloqui, dopo una lunga pausa, per preparare un incontro al vertice a fine mese. Tuttavia, da parte cinese per ora non è arrivata alcuna conferma dell'incontro. Ha detto: "Abbiamo avuto un'ottima telefonata io e il presidente della Cina Xi Jinping" ed ha precisato che: "avremo un lungo incontro la prossima settimana al G20 in Giappone e i nostri rispettivi team inizieranno i colloqui prima del nostro incontro". Mentre per quanto riguarda l’aggressione da parte dell’IRAN con riferimento all’abbattimento di un drone da 220 milioni di Euro del quale sono stati trovati i resti in mare, ha prima scritto un tweet incendiario:  “Iran made a very big mistake!”. Dopo la prima reazione aggressiva, Trump ha abbassato i toni definendo "enorme errore" l'accaduto. Teheran, dopo le indiscrezioni del New York Times su un’azione militare sul suolo iraniano approvata e poi fermata dallo stesso Trump, ha avvertito che difenderà il suo territorio contro le aggressioni.

Al momento l’unica nota negativa della vicenda è stato il brusco rialzo del prezzo del Petrolio che è salito di ben 6 $/b in una settimana guadagnando il + 9,7%.

Diamo ora uno sguardo ai (pochi) principali dati macroeconomici usciti in settimana con l'Indice Fed di Filadelfia sulla fiducia delle aziende del mese di giugno che si è attestato a 0.3, molto sotto le aspettative che erano pari a 11.0 e al dato precedente pari a 16,6.  Stessa situazione con perdita di momentum per il secondo trimestre consecutivo del dato preliminare relativo al mese di giugno per quanto riguarda il PMI manifatturierio a cura di Markit uscito a 50,1 (soglia limite tra espansione e contrazione) contro attese per 50,4 dal precedente 50,5 ed il PMI servizi uscito a 50,7 contro attese per 51,0 dal precedente 50,9.

Terminiamo con le dichiarazioni del Presidente FED, Powell, a margine della riunione di mercoledì scorso, che molta sorpresa ha portato tra gli investitori. Sostanzialmente ha toccato 3 punti salienti:

  1. L’attività economica è stata definita in crescita a ritmo, non più solido, ma “moderato”. La spesa per i consumi si è rafforzata ma gli investimenti sono stati “deboli”. L’inflazione è sotto il target, e le misure di mercato si sono deteriorate, pertanto l’incertezza sulle prospettive è aumentata, e per questo motivo il Comitato monitorerà attentamente le informazioni e agirà in maniera appropriata per supportare l’espansione. Da segnalare che un membro della Commissione (Bullard) aveva votato per un taglio immediato dei tassi.
  2. 8 membri del Consiglio in previsione futura optano per un taglio dei tassi già da quest’anno, di cui ben 7 lo vedono di 50 bp complessivi, mentre la maggioranza dei membri vede un taglio dei tassi nel 2020.
  3. Infine, sottolineando le “significative modifiche nello statement", ha dichiarato che anche chi ha indicato tassi stabili ammette che la ratio per dei tagli si è rafforzata. E ad una domanda specifica, Powell, ha risposto affermativamente al fatto di muoversi più aggressivamente quando si ha uno scarso margine di manovra, il che segnala la disponibilità a tagli di 50 bps all’occorrenza.

La reazione dei mercati non si è fatta attendere con i futures sui FED FUNDS che prezzavano un 100% di probabilità ad un taglio dei tassi il 31 luglio (e un 35% all’eventualità che il taglio sia di 50 Bps) e l’ammontare di riduzione dei tassi scontato entro fine anno è salito a oltre 70 bps, mentre per l'intero programma (fino al 2020) veniva prezzato dalla curva sui 100 bps (una serie di 4 tagli da 25 bps) con il 10 anni terminato sotto, il 2%.

attribuiscono un 100% di probabilità ad un taglio dei tassi il 31 luglio (e un 35% all’eventualità che il taglio sia di 50 Bps) e l’ammontare di riduzione dei tassi scontato entro fine anno è salito a oltre 70 bps, mentre l'intero easing prezzato dalla curva supera i 100 bps (una serie di 4 tagli da 25 bps). E gli effetti sono riverberati per tutta la curva dei tassi USA, con il 10 anni terminato sotto, il 2%. A beneficiare di queste dichiarazioni è stato il valore dell’ORO che ha chiuso la settimana a 1398,60 con un guadagno del + 4,2% segnando i massimi dal 2014.

Per presentare un quadro più omogeneo di politica monetaria internazionale, anche se non prettamente attinente alla rubrica in questione, riportiamo anche le dichiarazioni del Presidente della BCE, Mario Draghi, a margine del consiglio direttivo tenutosi a Sintra (Portogallo):

"In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un'inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo", inoltre c’è stata anche un’allusione chiara ad un nuovo QE: "il programma di acquisto di asset ha ancora uno spazio considerevole". Infine Draghi ha avvertito che tutte le armi sono operative, pronte all’uso: “Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione”. Fonti di agenzia riportano come, almeno sei membri del Consiglio, siano rimasti notevolmente sorpresi da codeste dichiarazioni riguardante soprattutto gli stimoli. Pare (a noi un po' strano) che il presidente si sia spinto avanti in autonomia, dando per scontate, cose che non sono mai state discusse in modo ufficiale negli organismi direttivi della banca centrale.

Diamo ora uno sguardo al nostro Portafoglio azionario nel quale stiamo raccogliendo soddisfazioni su soddisfazioni. Anche questa settimana abbiamo portato a casa ben più di un tozzo di pane con 4 titoli venduti a target 100%, INTUITIVE SURGIVAL, NVIDIA, VERTEX PHARMA e buon ultimo PACCAR. Ci auguriamo che ben presto li raggiunga anche GILEAD ad un soffio dal livello di target, mentre ancora in modesta sofferenza i titoli del comparto farmaceutico MYLAN e REGENERON……..ma tutto non si può avere, anche se noi ci speriamo ardentemente.

Titoli sotto la lente nella settimana precedente:

ADOBE SYSTEMS + 9,1%. La Società che offre una linea di software e servizi per professionisti sviluppatori, ecc. ha riportato utili del 2 ° trimestre 2019 pari a 1,84 $/az. su un fatturato di $ 2,7 miliardi. La stima degli utili era di 1,78 $/az. su un fatturato di $ 2,7 miliardi. I ricavi sono cresciuti del 25,0% su base annua. Inoltre la Società ha detto di aspettarsi guadagni non-GAAP del terzo trimestre di circa 1,95 $/az. su un fatturato di circa $ 2,80 miliardi. L'attuale consensus è di 2,05 $/az. su ricavi di $ 2,82 miliardi per il trimestre che termina il 31 agosto 2019.

ANALOG DEVICES + 9,2%. Le aspettative per i prossimi dati economici societari sono per una prosecuzione del trend positivo anche se la Società prevede una piccola contrazione sia per i ricavi a 1,45mld. $ che per il dividendo non GAAP a 1,22 $/az. Il mercato sembra apprezzare.

FACEBOOK + 5,4%. La società ha annunciato che il lancio della sua criptovaluta, dal nome "Libra", avverrà l’anno prossimo. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di estenderne l’utilizzo a livello globale.

AMGEN + 6,2%, ALEXION PHARMA + 12,3%, BIOMARIN + 8,8%, VERTEX PHARMA + 8,1%, tutte Società che hanno sovraperformato i guadagni dei rispettivi settori delle biotecnologie e della farmaceutica per malattie gravi.

PAYPAL a pareggio. Guadagnava il + 3%  in settimana, ma poi Bill Ready, direttore operativo, ha annunciato di voler abbandonare la carica quest'anno ed il titolo si è subito sgonfiato. 

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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.