Aggiornamento portafoglio: come da segnali operativi…


Abbiamo liquidato, come da segnali operativi di stamattina, le due posizioni in debito sovrano italiano, vendendo la totalità del Btp Futura e del Btp Italia 2025. Appena la settimana scorsa commentavamo il buon momento del nostro debito pubblico, ma la recrudescenza del maledetto Covid-19 non lascia tregue lunghe più di tanto e le tensioni stanno montando.

I soldi del Recovery Fund tardano ad arrivare e la pandemia ha ripreso a correre. Tanto basta per vedere lo spread che riprende a salire, anche se in modo composto e abbastanza contenuto. Per carità, non è che il resto dell’Europa sia messa meglio di noi, ma lo sappiamo, noi dobbiamo avere sempre la guardia alta, poiché a torto o a ragione siamo sempre sorvegliati speciali.

E allora, visto che non ci piace rischiare oltremodo e preferiamo prevenire piuttosto che curare, vista la situazione contingente e considerando che di fatto i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono nei pressi dei minimi, preferiamo incassare due buone plusvalenze e non farci trovare in mezzo ad una eventuale bufera.

Ecco quindi spiegata la ratio delle due vendite di oggi, dalle quali incassiamo comunque oltre il +3% dal Btp Futura e oltre il +5% dal Btp Italia. Entrambi presi in sottoscrizione a 100 e senza pagare commissioni, siamo andati ben al di là delle previsioni dei rispettivi “fair price” che ci avevano convinti ad entrare. Due ottime operazioni, tra le migliori di questo 2020 per il nostro portafoglio.

Rimanendo in tema Europa, pare che la BCE mediti di rivedere la strategia sugli acquisti di corporate bond, con la Lagarde che fa un altro passo “green” riguardo al QE. La nuova possibile svolta “green” è giunta qualche giorno fa proprio per bocca del governatore della Banca Centrale, la quale ha fatto presente che potrebbe rivedere la sua strategia sugli acquisti dei corporate bond sotto gli attuali programmi monetari. In particolare, potrebbe essere accantonata la regola che lega questi acquisti agli importi di ciascuna emissione.

Come sappiamo, a differenza dei titoli di Stato, i corporate bond possono essere acquistati dalla BCE sia sul mercato primario, sia su quello secondario. Stando ai dati ufficiali, al 30 settembre scorso, l’istituto aveva in portafoglio 20,4 Mld euro di obbligazioni private con il PEPP, mentre al 9 ottobre scorso, possedeva anche 237,2 Mld euro di obbligazioni acquistate attraverso il QE. In totale, rebus sic stantibus, la BVCE ha a bilancio poco più di 257 Mld euro.

E se da un lato queste cifre rappresentano appena il 7,5% del budget sin qui impiegato per i due programmi, tali somme equivalgono a una quota molto rilevante del mercato corporate nell’Eurozona, che rispetto a quello USA è molto meno sviluppato. E non va inoltre dimenticato che a settembre, l’Eurotower aveva annunciato sia che avrebbe iniziato a comprare i green bond sotto i suoi programmi monetari, sia che li avrebbe accettati come collaterale di garanzia dalle banche.

Ma tradotto in pratica, questa potenziale svolta “green” cosa comporterebbe? DI fatto, la BCE avrebbe mani libere nell’acquistare i bond sulla base anche dei criteri ambientali e quindi non solo più riguardo all’importo delle singole emissioni. Praticamente, potrebbe prediligere le emissioni di “green bond”, inserendole in portafoglio per una quantità più che proporzionale. E ben si comprende come il solo annuncio sia un potente market mover.

Questo perché ovviamente i “green bond” sarebbero premiati, a discapito delle obbligazioni ordinarie. E non a caso, la mossa potrebbe servire a sostenere le prossime emissioni di “green bond” da parte della Commissione UE, che dei 750 Mld stanziati per il “Recovery Fund” prevede di finanziarsi per il 30% attraverso obbligazioni verdi.

Tema interessante e spinoso allo stesso tempo, come è ovvio immaginare. Le ripercussioni sul comparto corporate potrebbero essere rilevanti, con la BCE che dovrebbe destreggiarsi su un crinale molto insidioso che potrebbe farla apparire come un “arbitro” di mercato. Come sempre, staremo a vedere.

Nel frattempo, tornando al nostro portafoglio, non possiamo far altro che considerare con piacere di aver toccato un nuovo massimo storico. Infatti, al close di ieri il nostro portafoglio raggiunge il nuovo massimo storico per un NAV pari a 101,80 rispetto al precedente 101,72 toccato solo una settimana fa. Continua a migliorare anche la performance su base annua, ora attestata ad un 3,45% e con una volatilità (rischio) sempre fermo allo 0,38%.

Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiunta la sintesi del rendimento del “vecchio” portafoglio Rischio Contenuto.