Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Aggiornamento portafoglio: alleggerita una posizione


Come da segnale operativo di ieri, abbiamo liquidato la posizione sull’ETFs Gold Bullion Securities che ci ha dato una buona soddisfazione con un +6% di gain. Di fatto il metallo giallo sembra stanco, la stagionalità positiva è passata e le attese sul fronte macro e di politica monetaria pare non spingano troppo su questo asset.

Infatti, si avvicinano a grandi passi gli appuntamenti con le riunioni delle Banche Centrali e domani tocca alla BCE, dalla quale ci si aspetta una posizione decisamente “dovish”, per tutte le ragioni che abbiamo già analizzato nello scorso articolo. Non di meno, non sono pochi gli analisti e i gestori che in questi giorni hanno considerato come sia per FED sia per BCE l’impostazione debba rimanere accomodante.

Il focus del ragionamento è centrato sui livelli di inflazione che le Banche Centrali hanno come obiettivo, e ci si domanda se possano muoversi con delle politiche in grado di generare i livelli di inflazione desiderati. Secondo alcuni, gli ostacoli strutturali alla crescita, uniti all’elevato eccesso di debito, rendono sempre più difficile fare pressione sui prezzi e aumentare le aspettative di inflazione.

In particolare, per la BCE, l’obiettivo di inflazione è sempre stato lontanissimo dall’essere centrato e anche gli ultimi dati di agosto mostrano un HICP sceso allo 0,7% annuo (minimo storico); non va poi dimenticato che la BCE prevede che il “core inflation” rimanga addirittura sotto l’1% nei prossimi anni, rispettivamente allo 0,8% nel 2020, 0,7% nel 2021 e 0,9% nel 2022.

Ce n’è quindi abbastanza per aspettarsi un meeting del tutto accomodante, dove non necessariamente si passi dalle parole ai fatti: sarebbe infatti già sufficiente preparare il terreno per poi portare a termine ulteriori interventi nei prossimi mesi. Tra le opzioni principali ci sono l’ampliamento del QE (attraverso i programmi PEPP o APP), ulteriore ammorbidimento dei termini del TLTRO-III e, opzione meno probabile, riduzione dei tassi in territorio ancor più negativo.

Il tutto, poi, in qualche modo condizionato dall’apprezzamento dell’euro contro il dollaro USA, che seppur stia dando segnali di stanchezza non ha ancora invertito la tendenza di breve termine. E quindi la BCE domani potrebbe tranquillamente limitarsi ad una sorta di “verbal intervention”, riservandosi quindi di intervenire con più decisione in futuro qualora l’euro continuasse ad apprezzarsi.

Tornando al nostro portafoglio, con la vendita di ieri aumenta un po’ la nostra liquidità disponibile e prima di fare la spesa vediamo l’esito della riunione BCE e la conseguente risposta dei mercati. Visto che l’equilibrio del portafoglio è decisamente buono, non c’è ragione per metterlo a rischio per la fretta di comprare qualcosa a tutti i costi.

A inizio mese abbiamo toccato un nuovo massimo storico a 101,40 di NAV in progresso rispetto al precedente registrato ad agosto a 101,36. Con costanza, quindi, prosegue la marcia al rialzo del nostro portafoglio, ora in lieve correzione di assestamento dopo il nuovo massimo. Al close di ieri il NAV del nostro portafoglio è pari a 101,27 proseguendo a disegnare un equity line caratterizzata da massimi e minimi crescenti.

Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiunta la sintesi del rendimento del “vecchio” portafoglio Rischio Contenuto.