La domanda può anche essere trasformata in “Ho un po’ di soldi per il mio futuro. Che faccio?”. Soluzioni di investimento per chi fatica ad arrivare a fine mese ed è preoccupato per un lontano dopodomani.
Cedole & dividendi
Le continue richieste da parte dei lettori di LombardReport di trattare temi che stanno loro a cuore portano a una classifica fra argomenti più o meno popolari. In testa ai primi c’è una sollecitazione. “Scrivete anche per chi ha pochi soldi e fatica ad arrivare a fine mese”, che si esprime pure in “Ho qualche risparmio per i miei figli. Che ne faccio?” oppure “Devo muovermi per integrare la mia pensione fra dieci o vent’anni”. Oggi allora – assicurando i tanti lettori che progressivamente li soddisferemo tutti e in particolare chi chiede approfondimenti di natura fiscale, confronti fra prodotti, analisi di bond specifici e altro ancora – affrontiamo una questione certamente sentita nella fase in corso, quella dell’ottimizzazione di un piccolissimo patrimonio in ottica di lungo termine. L’industria finanziaria si è quasi completamente dimenticata di un segmento tutt’altro che marginale della popolazione, affidandolo solo agli sportelli bancari, che propongono prodotti tradizionali e standardizzati. Cerchiamo allora di offrire dei percorsi diversi ipotizzabili per importi sui 10.000/15.000 euro, nonché naturalmente a crescere.
Strumento |
Caratteristiche |
Efficienza |
Tre Etf con una buona distribuzione di cedole/dividendi |
Il nostro portafoglio “Obiettivo reddito” è ricco di proposte di questo tipo. Si comprano per esempio un Etf azionario Usa (con cambio coperto), un azionario euro e un obbligazionario sulle società (corporate), tutti del tipo a distribuzione. Si incassano i proventi che devono poi essere reinvestiti sul prodotto che di anno in anno ha reso meglio |
Elevata |
Tre Etf per proiettarsi sul futuro |
Ce ne sono vari quotati a Borsa Italiana: i settori da preferire nella fase in corso risultano la “digital economy” (e-commerce, social media e sicurezza informatica), la “disruptive technology” (robotica e intelligenza artificiale, scoperte in campo biotecnologico ecc.) e nelle “smart cities”(tecnologie interconnesse per lo sviluppo di città più pulite e sicure). Si entra in presenza di correzioni dei mercati e poi li si lascia correre, sebbene siano molto volatili, rischio di cui occorre tenere conto |
Elevata |
Tre Etf del futuro ma con una strategia attiva |
Come sopra ma con una gestione di entrate e uscite sulla base dell’andamento delle quotazioni, per esempio utilizzando una media mobile a 100 sedute. Anche chi non sappia fare trading si può impossessare di questa tecnica operativa con poche ore di studio. Il resto poi verrà da solo |
Ancor più elevata |
Un piano di acquisto di Etf molto diluito nel tempo (per esempio ogni sei mesi) |
Si presta a chi oltre a un mini capitale iniziale può anche accumulare qualche risparmio con il passare degli anni. In una visione di lunghissimo termine è un’opzione interessante |
Elevata |
L’algoritmo fa tutto lui |
Moneyfarm è la leader in Italia delle gestioni mediante robo advisor: con bassi importi minimi si costruiscono portafogli automatizzati basati sugli Etf. Il tutto in funzione di specifici obiettivi temporali anche lunghi. I costi sono molto competitivi |
Elevata |
Con la “app” si investe da 5 euro al mese sui fondi |
L’iniziativa è di AcomeA, che gestisce fondi comuni d'investimento: una specie di salvadanaio digitale (Gimme5) consente di accumulare piccoli importi – a cominciare da 5 euro – ogni mese e di destinarli a diverse forme di risparmio gestito, in funzione dell’obiettivo dell’investitore. Non ci sono commissioni o altri costi. Ora lo si attua anche per i Pir – piani individuali di risparmio – con i vantaggi fiscali che questi comportano |
Elevata |
Il gestore fa lo switch quando i mercati convengono |
Eccola un’altra strategia di investimento finalizzata ai tempi lunghi. La propone per esempio Mediolanum. Consiste nel trasferimento - attivato da un gestore automatizzato - del capitale investito da fondi monetari o obbligazionari a basso rischio in fondi azionari e viceversa quando i mercati lo rendono conveniente. Di fatto se le quotazioni azionarie sono giù si passa sul capitale di rischio; se sono su sull’obbligazionario. L’importo minimo chiesto da Mediolanum è però di 30.000 euro |
Mediamente elevata |
Fondi di fondi strutturati dall’industria finanziaria con sottostanti prodotti che puntano all’evoluzione dell’economia |
Sono una relativa novità. Si affidano a portafogli tematici di lungo termine più ampi rispetto alla sola opzione di tre Etf, come proposto sopra. Vanno molto bene purché ci sia una gestione attiva da parte di chi li struttura e commissioni nel tempo accettabili |
Mediamente elevata |
Nuovi Pir (Piani individuali di risparmio) |
Rappresentano l’evoluzione dei vecchi Pir, forma d’investimento italiana incentivata fiscalmente. L’inedita versione – appena annunciata – prevede che l’investimento possa rivolgersi sia al capitale di rischio (azioni) che al capitale di debito (bond), per oltre il 70% del valore complessivo del piano. Vi sono incluse anche fonti di finanziamento alternative, quali concessioni di prestiti e acquisizione di crediti dalle imprese. I rendimenti sono esentasse ma l’orizzonte minimo di investimento è di almeno cinque anni. Naturalmente sono prodotti su cui si punta mediante specifici fondi di investimento. Attenzione ai costi occulti |
Mediamente elevata (ma occorre che gli emittenti si attrezzino a proporli su larga scala) |
Etf immobiliari |
Tutto quanto si è detto nelle opzioni precedenti relativamente agli Etf può essere realizzato anche con i 18 cloni riferiti al “real-estate” quotati su Borsa Italiana. Consentono un’elevata diversificazione dei mercati (Europa, Usa, Asia) e in alcuni casi distribuiscono dividendi interessanti: per esempio l’iShares US Property ha uno yield attuale del 4,7% e il VanEck Vectors Global Real Estate del 4,4%. Attenzione però alla liquidità e alla volatilità degli strumenti. La soluzione è interessante in chiave di protezione inflattiva |
Media |
Bond zero coupon |
Si tratta di obbligazioni senza cedole, cioè titoli che non pagano interessi nel corso della loro vita ma solo a scadenza, la quale può essere lontana da pochi anni a oltre vent’anni. Il capitale rimborsato è infatti maggiore di quello di emissione. Ve ne sono che quotano sui 20 o 30 rispetto ai 100 di fine vita, soprattutto in valute emergenti. Comportano il vantaggio di bassi investimenti iniziali con forti rivalutazioni finali. Vanno privilegiati solo emittenti sovranazionali ad altissimo rating. Comportano logicamente il rischio cambio, che però può andare a favore. Sono inoltre esposti all’andamento dei tassi come nel caso dei bond a cedola fissa |
Media |
Bond ad alto rating molto lunghi |
Di cosiddetti perpetual ce ne sono tanti anche nell’ambito dei governativi: uno per tutti l’Austria 1,5% in euro 2086 (Isin AT0000A1PEF7). Rendono poco e saranno soggetti a forti variazioni delle quotazioni nel lungo termine. L’unico vantaggio: si comprano e si tengono fino a scadenza, impostando magari dei piani di acquisto con rate lunghe (semestrali o annuali) |
Bassa |