Prove tecniche di bull trap sull’azionario


Dopo una lunga tenzone l’S&P 500 (PC: 3035, cfr. grafico) era riuscito la scorsa ottava  ad infrangere la resistenza chiave a quota 3.000, accelerando al rialzo verso 3230. Contestualmente, e specularmente, il Vix (PC: 38,40) aveva rotto con decisione il supporto chiave a quota 30 spingendosi verso 25. Il forte rally messo a segno dai minimi di metà marzo aveva consentito di riportare l’azionario Usa ad un contenuto -5% rispetto ai picchi di fine febbraio, dopo avere registrato addirittura un -35% sui minimi di metà marzo.

Come ricordavamo lo scorso venerdì, da un punto di vista squisitamente tecnico, il segnale era indubbiamente rialzista e smentiva, almeno per il momento, l’ipotesi avanzata che quello in corso fosse solamente un bear market rally. Ma, come dicevamo, <<tuttavia, qualcosa non torna...>>. Il brusco scivolone nella seduta dì giovedì ha riportato l’S&P500 a ritestare dall’alto quota 3000, ora divenuto un supporto, col Vix che è balzato per un attimo oltre quota 40. Perché tanto nervosismo sui livelli correnti? Forse che qualcuno inizia davvero a temere che il rally si stia esaurendo e che si rischino quindi delle bull-trap?

È a tutti evidente il forte e crescente disallineamento tra il marcato recupero dei mercati azionari, da un lato, e dall’altro le incerte prospettive di miglioramento dell’economia reale - dove sembra di potere escludere un recupero a “V” - nonché la persistente fragilità di fondo dei mercati finanziari - pensiamo anche solo all’enorme mole di debito pubblico e privato (oltre 250 trilioni di dollari USA) accumulatasi negli ultimi anni grazie a tassi artificialmente compressi verso e sotto lo zero dalle politiche monetarie ultraespansive della Fed e delle altre banche centrali mondiali.

La liquidità sembra - sembrava? - tutto curare, ancora una volta. Il fiume di denaro creato ex-nihilo dalle autorità monetarie post Grande Crisi Finanziaria del 2008-2009 aveva prodotto una vera e propria asset inflationovvero un rialzo generalizzato di quotazioni azionarie e obbligazionarie. Ebbene, post Covid abbiamo assistito ad un’ulteriore accelerazione nei flussi di liquidità immessi nei mercati, nel tentativo di stabilizzarli e di rigonfiare quelle bolle che l’ago del Covid aveva improvvisamente fatto scoppiare: da metà marzo la liquidità globale è balzata da 80 a 86 trilioni di dollari USA. Questi 6 trilioni di nuova liquidità hanno rigonfiato la bolla finanziaria fatta scoppiare dal Covid, ritirando su azioni, obbligazioni e petrolio. 

E ancora <<Le Banche Centrali stanno vincendo la loro battaglia per stabilizzare il sistema finanziario, ma a quale prezzo? E’ possibile che le dinamiche finanziarie diventino del tutto scollate rispetto alle dinamiche dell’economia reale? La liquidità può essere la panacea universale? Fino a quando? A queste domande nessuno sa rispondere, né i governi (il cui debito - come anche il debito privato corporate dall’Investment grade all’high yield - è ampiamente sostenuto dagli acquisti sul mercato secondario delle Banche Centrali) né le stesse Banche Centrali che si ritrovano prigioniere degli schemi che hanno implementato a partire dalla Grande Crisi Finanziaria post 2008-2009. Operativamente non sembra opportuno tentare di andare corti - don’t fight the Fed - ma rimane valido il consiglio di continuare ad alleggerire i portafogli. In una prospettiva di risk-reward e visto che non si possono escludere delle bull trap pare inopportuno correre dietro al mercato. Probabilmente perderemo delle occasioni ma la prudenza diviene essenziale in presenza di un’euforia giustificata solo dalla droga monetaria>>.

Vista la fragilità di fondo dei mercati confermiamo quindi il consiglio di mantenere un’importante quota dei propri investimenti strategici allocata sui metalli preziosi. In specie su  Oro  (PHAU. PC: 146,38), in accumulazione sui massimi di periodo, ma anche Argento (PHAG. PC: 14,578) e Platino (PHPT. PC: 67,970). Mantenere anche le posizioni corte sul Palladio (si segnala l’ETC con ticker 1PAS. PC: 14,196)  in modo da ridurre tatticamente l’esposizione lunga sugli altri preziosi, che rimane strategica. 

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)