E’ ormai imminente il collocamento del nuovo Btp Futura, studiato dal Tesoro appositamente per i risparmiatori retail e per finanziare la ripresa a sostegno delle spese straordinarie dovute all’emergenza COVID-19.
Come già considerato in altri nostri articoli, è noto che la ricchezza finanziaria in Italia è piuttosto elevata ed è naturale provare a “dirottarla” su titoli governativi, dato il particolare momento storico in cui nostro malgrado viviamo.
Va poi detto che, di fatto, con il Btp Italia collocato a fine maggio il Tesoro ha intrapreso il tentativo di sottoscrivere un “patto”, un’alleanza con gli italiani. Offrendo carta a rendimenti allettanti prova a raccogliere sul mercato interno il maggior volume possibile di capitale da destinare alle ingenti spese cui questo maledetto virus ci ha costretti, con l’intento implicito di dover chiedere meno soldi all’Europa.
Con il Btp Italia il patto ha funzionato alla grande: una raccolta monstre e rendimenti effettivamente allettanti, prova ne sia che ormai il titolo viaggia a quota 102 da tempo. E il nuovo Btp Futura saprà bissare il successo? Naturalmente è impossibile saperlo ora, e comunque sino a che il Tesoro non comunicherà la serie dei tassi minimi garantiti siamo ancora nel campo delle ipotesi.
Ipotesi che noi abbiamo fatto e che qui condividiamo. Ma prima analizziamo sinteticamente le caratteristiche principali di questo nuovo Btp Futura. Sarà sottoscrivibile esclusivamente dai risparmiatori retail da lunedì 6 luglio a venerdì 10 luglio (fino alle ore 13) salvo chiusura anticipata del collocamento prevista per mercoledì 8 luglio. Non ci sarà nessuna fase di sottoscrizione per gli investitori istituzionali.
Il Btp Futura avrà durata decennale e rendimenti crescenti nel tempo, più un premio fedeltà finale collegato alla crescita del PIL nazionale. Come detto, le cedole saranno definite in base ad una serie di tassi prefissati e crescenti nel tempo (cosiddetto “step-up”), suddivisi in tre scaglioni: Il tasso più basso per i primi 4 anni, un tasso intermedio per i secondi 3 anni e il tasso più alto per gli ultimi 3 anni.
La serie dei tassi minimi garantiti sarà comunicata venerdì 3 luglio, a ridosso dell’emissione. I tassi del secondo e terzo scaglione potranno essere modificati, ma solo in modo migliorativo, alla conclusione del collocamento in base all'eventuale mutamento delle condizioni di mercato. Non sono previsti tetti o riparti: pertanto la domanda, a partire da un lotto minimo di 1.000 euro, sarà completamente soddisfatta, salvo facoltà di chiusura anticipata da parte del MEF.
Il premio fedeltà, corrisposto soltanto a chi acquisterà il titolo nei giorni di emissione e lo deterrà fino a scadenza, avrà un valore minimo garantito pari all’1% dell'ammontare sottoscritto ma potrà aumentare fino ad un massimo del 3%, sulla base della media del tasso di crescita annuo del PIL nominale dell’Italia registrato dall’ISTAT nel periodo di vita del titolo.
Come di consueto, il collocamento avrà luogo sulla piattaforma MOT e il titolo potrà essere acquistato attraverso gli stessi canali utilizzati dai risparmiatori retail per il Btp Italia, rivolgendosi al proprio referente in banca, presso l’ufficio postale o mediante il proprio internet banking, se abilitato alle funzioni di trading.
Come detto poco sopra, sino a che non avremo i dati minimi definitivi del MEF è molto difficile esprimere un punto di vista; tuttavia, abbiamo fatto alcune ipotesi di confronto per provare ad orientarsi e quindi valutare se inserire in portafoglio anche questa nuova emissione. La tabella sotto mostra tre ipotesi di cedole crescenti, in base alle attuali condizioni di mercato ed in base a diverse “strategie” per creare appeal all’emissione. Per il bonus fedeltà finale abbiamo ipotizzato per semplicità il minimo, cioè l’1% spalmato sui dieci anni di vita del titolo.
Rispetto al Btp Italia, considerando la durata decennale, e quindi i maggiori rischi legati a questa emissione, e considerando che oggi il decennale benchmark viaggia con un rendimento in area 1,40% potremmo, in linea di massima, ragionare in questo modo:
- l’ipotesi con gli step 1,00% -1,50%- 2,00% non sarebbe particolarmente appetibili
- l’ipotesi con gli step 1,40% - 1,60% - 1,80% potrebbe essere considerabile
- l’ipotesi con gli step 1,50% - 1,75% -2,00% sarebbero obiettivamente interessanti
Ne consegue che, a partire dalla seconda ipotesi che offrirebbe un rendimento vicino all’1,70% e ancor meglio la terza che offrirebbe un rendimento superiore all’1,80%, potremmo valutare un inserimento in portafoglio di questa nuova emissione. Certo, il “desiderata” (non solo nostro, ma di molte voci sentite sulla stampa specializzata in questi giorni) sarebbe un rendimento almeno del 2% o superiore. Però viste le attuali condizioni di mercato forse è sperare troppo. Staremo a vedere.
Intanto diamo uno sguardo al nostro portafoglio, che galleggia in consolidamento nei pressi del massimo storico toccato verso fine giugno a 101,01. Al close di ieri il NAV del nostro portafoglio è infatti pari a 100,97 rispetto appunto ai 101,01 della scorsa valorizzazione. Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiunta la sintesi del rendimento del “vecchio” portafoglio Rischio Contenuto.