S&P conferma, Fitch declassa…


Evento molto atteso in questi giorni era, naturalmente, l’appuntamento con la revisione del rating Italia da parte di S&P, che ha confermato il BBB (due gradini sopra il livello “junk”) con outlook negativo. Nell’immediato quindi abbiamo tirato un sospiro di sollievo, ma è durato poco poiché Fitch (a sorpresa) ha tagliato il nostro rating a BBB-, di fatto portandolo ad un solo gradino sopra il livello “junk”.

Al momento il mercato non ha reagito granché, forse perché ritiene più importante il giudizio di S&P e di fatto lo spread è sostanzialmente stabile in area 230 bps e il future sul decennale consolida il rialzo messo a segno nei giorni scorsi a fronte della conferma del rating da parte di S&P.

La situazione rimane comunque potenzialmente tesa, anche perché nei prossimi mesi sono attesi altri appuntamenti di eventuale revisione del nostro rating, e se non si riesce a ripartire con le attività produttive e il lavoro il deterioramento economico sarà ancora più pesante di quanto non lo sia già ora.

Per ora non c’è visibilità sul prossimo futuro e si continua a navigare a vista. L’unica certezza è che il conto finale sarà bello salato.

Il nostro portafoglio si regge abbastanza bene, e solo l’operazione sul petrolio al momento ci sta zavorrando un po’ e non sta portando risultati. L’ingresso è stato volutamente “omeopatico” come capitale, proprio per poter sopportare con relativa tranquillità un eccesso di volatilità negativa, che si sta effettivamente manifestando su questa posizione.

Il petrolio rimane per ora sotto i 20 USD al barile, di fatto in un trading range piuttosto ampio tra 10 USD e 20 USD, dopo lo sfondone della settimana scorsa. Al netto di fiammate improvvise, pare abbasta evidente che tale situazione di “limbo” perdurerà sino a quando i motori dell’economia mondiale non ricominceranno a girare a ritmi ragionevoli.

Naturalmente manteniamo la piccola posizione in portafoglio, poiché puntiamo in ottica strategica ad un rientro delle quotazioni a livelli più consoni per quella che rimane, ad oggi, ancora la principale fonte energetica del pianeta.

Il resto delle posizioni si difende bene, e anche la piccola porzione di azionario si sta ben comportando in questo frangente ancora molto delicato. La liquidità a disposizione è abbondante e la manterremo elevata sino a che non ci saranno le condizioni per incrementare significativamente le posizioni.

Per ora manteniamo quanto in essere e, se del caso, utilizzeremo piccole porzioni di liquidi per ribilanciare il portafoglio o per far entrare nuove posizioni con grande cautela e con buone credenziali in termini di prospettive.

Al close di ieri il NAV del nostro portafoglio è pari a 100,14 in lieve progresso rispetto ai 100,05 di metà aprile e, naturalmente, rispetto alla partenza del portafoglio con NAV iniziale pari a 100. Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”.