Referendum, Btp e FtseMib: l’opinione di Marzotto Investement House


Se vince il sì o se vince il no: quali le possibili reazioni dei mercati in un contesto assolutamente particolare. La Sim milanese fornisce una sua visione dei possibili effetti.

Cedole & dividendi

I prossimi 20 e 21 settembre vedranno svolgersi - come noto -  il referendum costituzionale sulla riduzione del numero di parlamentari, il che porterebbe di fatto la numerosità dell’organo rappresentativo della cittadinanza più in linea con gli altri Paesi europei. Prescindendo sia da previsioni sull’esito del plebiscito che da valutazioni sull’efficacia di tale riduzione, manteniamo il focus sugli effetti che l’esito referendario potrà avere sui mercati finanziari italiani. Lo scenario prevalente è che, a prescindere dal risultato né il Btp né il FtseMib potranno avere scossoni duraturi, perché eventuali flussi di vendita, espressione di un aumento della percezione del rischio Italia, verrebbero prontamente arginati dalle numerose iniziative in atto da parte della Bce.

Tuttavia proviamo ad elaborare anche scenari alternativi:

la vittoria del sarebbe probabilmente interpretata come segno di fiducia nei confronti dell’attuale Governo, con conseguenza di ridurre la percezione del rischio Italia. In questo caso la curva dei titoli governativi potrebbe stringere e Piazza Affari continuare il suo sentiero di espansione o comunque non subire grossi scossoni.

la vittoria del no sarebbe più problematica. Il mantenimento dell’attuale numero di parlamentari verrebbe infatti percepito come un segnale di sfiducia nei confronti dell’attuale Governo, facendo avanzare lo spettro di elezioni anticipate, crisi e flussi di vendita su tutto ciò che è legato al rischio Italia.

Come si diceva prima molto probabilmente i movimenti in vendita sarebbero contrastati dalla Bce e anche il pessimismo derivante dal no sarebbe mitigato dal newsflow positivo circa la spesa pubblica e i miliardi che, tramite il Recovery Fund, dovrebbero alimentare investimenti strutturali in Italia. In questa ipotesi comunque – quella del no – potrebbero esserci dei temporanei storni che - visto il clima di supporto sia monetario sia istituzionale - sarebbero limitati nel tempo e quindi costituirebbero occasioni di acquisto.

In aggiunta a questi fattori, le elezioni americane, la legge di bilancio, la scadenza della proroga sulla riclassificazione dei mutui con rate in arretrato e dal punto di vista dei mercati l’ottima performance sia dell’asset class azionaria che obbligazionaria sono tutti fattori che possono portare a parziali prese di profitto, con conseguente aumento della volatilità.

Conclusioni: un’eventuale fase correttiva sia dei Btp (in area 1,10% per il decennale) sia del FtseMib (in area 18.300) può essere sfruttata come occasione di entrata, in considerazione del fatto che - visti gli stimoli in atto da parte della Bce e dei governi centrali - un’eventuale correzione non può diventare duratura né dare luogo a un repricing duraturo dell’asset class obbligazionaria o a una rotazione settoriale in ambito azionario, salvo in presenza di un provato mancato miglioramento della crescita economica post Covit 19”.